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Attualità | 23 ottobre 2012, 10:27

Informazione e diffamazione: Fnsi, domani presidio a Roma contro riforma sbagliata

Informazione e diffamazione: Fnsi, domani presidio a Roma contro riforma sbagliata

''La Fnsi chiama i giornalisti e tutti i cittadini interessati a difendere il diritto ad una corretta informazione a partecipare al presidio organizzato a Roma per domani, 23 ottobre, dalle ore 17.30 alle 19.00, al Pantheon, in contemporanea con l'arrivo in aula del disegno di legge sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa. I testi fin qui prodotti dalla Commissione Giustizia destano grande preoccupazione e meritano una risposta di visibile dissenso contro quella che si sta configurando come una nuova norma-bavaglio''. E' quanto si legge in una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

''L'eliminazione del carcere per i giornalisti (spunto iniziale e positivo del proposito di riforma) sta diventando infatti il pretesto per misure vendicative, che mirano a scoraggiare il giornalismo piu' incisivo e ad incentivare l'ossequio ai poteri. Le sanzioni innalzate fino a 100mila euro rappresenterebbero un concreto rischio di chiusura per molte voci medio-piccole, e legittimerebbero inaccettabili interferenze degli editori nella fattura di tutti i giornali.

L'obbligo di rettifica - puntualizza la Fnsi - e' certo da rafforzare, ma dovrebbe allora essere considerato motivo di esclusione della procedibilita', ed accompagnarsi all'introduzione del ''Giuri' per la lealta' dell'informazione''. Nulla invece prevede il disegno di legge in discussione per disincentivare richieste di risarcimento danni troppo spesso spropositate, promosse direttamente in sede civile per intimidire l'informazione; mentre emerge netto il fastidio per la rete, quando si chiede ai blogger di sottostare alle stesse identiche regole che deve rispettare l'informazione professionale''.

''Se queste rimarranno le caratteristiche del provvedimento, e' meglio che il Senato lasci in vigore la legge esistente, carcere incluso. Ma anche stavolta - come gia' e' stato per la norma sulle intercettazioni - il Governo e il Parlamento faranno bene a mettere in conto la piu' ferma protesta non solo dei giornalisti, ma anche dei tanti cittadini non piu' disposti a farsi sequestrare il diritto di sapere. Il presidio di domani al Pantheon non sara' che il primo passo'', conclude la Fnsi.

ASCA

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