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Attualità | 23 ottobre 2012, 12:15

A Savona e in tutta Italia la protesta dei poliziotti italiani contro il Governo e la riforma pensionistica

A Savona e in tutta Italia la protesta dei poliziotti italiani contro il Governo e la riforma pensionistica

“La tanto decantata sicurezza non deve essere una mera espressione demagogica che, all’atto pratico, si concretizza in una impossibilità organizzativa e gestionale per carenza di risorse, per indisponibilità finanziare. La situazione penitenziaria non ha mai attraversato un momento più critico di quello attuale nell’ultimo ventennio, atteso che registra precarietà assoluta in ogni settore.

Il S.A.P.Pe. ritiene che se non si interverrà in maniera ferma e responsabile, la crisi del sistema penitenziario imploderà e non sarà più controllabile. Non si garantisce sicurezza con poliziotti ultrasessantenni in sezioni detentive sovraffollate o che corrono dietro a delinquenti ventenni. Le decine di migliaia di poliziotti del Comparto Sicurezza e Difesa che oggi scenderanno davanti alla Presidente delle Regioni ed al Parlamento contro la riforma pensionistica ed il blocco del turn over voluti dal Governo Monti sono un chiaro segnale. Mi auguro che il Presidente del Consiglio ed i suoi Ministri non siano sordi a queste grida di allarme”.

Lo dichiara Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, oggi a Genova per la manifestazione dei poliziotti in piazza de Ferrari, davanti alla sede della Regione Liguria. Sotto accusa i tagli della manovra economica alla sicurezza del Paese ed al sistema penitenziario.

“Non vi è dubbio” prosegue “che quando scarseggiano i mezzi a disposizione il malessere emerge prepotentemente ed è il solo primo segnale di un allarme che non va sottovalutato. Perché, nonostante la grande professionalità degli operatori e la loro totale abnegazione al servizio per garantire la sicurezza ai cittadini, la mancanza di mezzi ed il blocco del turn over mortificano e riducono la capacità di dare risposte adeguate, creando le condizioni per una disaffezione del lavoro che è il germoglio sul quale si può sviluppare un processo di deterioramento di un’ organizzazione che, invece, ha bisogno di modus operandi accertati e provati per le situazioni da affrontare, di una motivazione del personale che li mette in atto e di mezzi per la buona riuscita.

Questo è in sintesi il grave danno che sta producendo il taglio alle risorse e quindi la scarsezza di mezzi. Le riforme, perché siano efficaci e funzionali, non dovrebbero mai essere parziali e dettate dall’onda dell’emotività del momento che costringe i vari governi ad intervenire. Esse, per avere possibilità di successo dovrebbero essere pianificate ed attuate dopo un’ attenta e approfondita analisi e, possibilmente, sganciate dalle dinamiche che in quel momento investono la vita del Paese.”

Com. Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del SAPPe

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