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Politica | 20 ottobre 2012, 10:18

Riborgo: ma altre 15 villette - nel mondo - a chi servono?

Nell'incontro di ieri sera colpo di scena di Roberto Cuneo e dello stesso progesstista Gamaleri, che fa un passo indietro: Secondo Gamaleri il consumo spregiudicato del territorio va fermato, lo devono fare la amministrazioni, lo devono fare le imprese, lo devono fare i professionisti come lui non prestandosi per lavori che non ritengono etici ed infine lo deve fare la società civile scegliendo di difendere il territorio come bene comune

Riborgo: ma altre 15 villette - nel mondo - a chi servono?

C’è voglia di partecipazione a Savona, ancora di più se si parla di edilizia.
Ieri sera la sala del Palazzo delle Azzaria al Santuario, era stipata di oltre cento persone per il primo incontro di “Edilizia Parteicpata” promosso dal Comune di Savona ma soprattutto

Tema dell’incontro la costruzione di quindici villette in località Riborgo a San Berandro in Valle.

Seguiranno incontri sul progetto di riqualificazione di Cantieri Solimano ed uno riguardante Zinola. Ovviamente l’assemblea ha solo valore consuntivo, non deliberativo. Ovvero l’amministrazione sentirà il parere dei cittadini ma poi agirà come ritiene più opportuno, meglio di niente dice qualcuno.


Apre l’assemblea l’assessore alla partecipazione Sergio Lugaro, presente ma con l'audio in "off" anche il neo vicesindaco Di Tulio. Dopo prende la parola l’ing. Urbinati che fungerà da facilitatore della serata e ne spiega le regole, che a dire il vero, non riesce poi a far rispettare più di tanto.


Il è introdotto dall’Arch. Maccario del Comune e poi presentazione nel dettaglio dall’impresa proponente, Core-Manitto, nella persona di Ester Manitto, già mamma della Margonara che, se vede rischiosa la speculazione edilizia sulla costa la pensa diversamente per quel che riguarda l’entroterra.
Il progetto RiBorgo consiste nel abbattere la vecchia conceria e recuperarne i volumi, maggiorati del 35% costruendo appunto 15 villette, non sul terreno della ex conceria, che è esondabile ma su di un terreno agricolo sito nella collina di fronte ed al momento non edificabile, tutto questo in virtù del “Piano Casa” prima formulazione; il nuovo piano casa infatti non permette più di spostare volumi su terreni che non siano già edificabili.


 È giusto sacrificare un territorio vergine per altre abitazione di cui non c’è una reale esigenza?

Per fortuna l’intervento del Ing. Cuneo di Italia Nostra contribuisce a centrare il vero punto della situazione, ovvero: servono o no quindici nuove case quando abbiamo centinaia di abitazioni invendute o da ristrutturare?

“Non è corretto” Dice l’ing. Cuneo “essere costretti ad aspettare oneri urbanistici per poter effettuare interventi di messa in sicurezza che dovrebbero comunque essere fatti.”

Il discorso di Cuneo da il là al colpo di scena della serata, l’intervento del Ing.Gamaleri, il progettista che ha seguito la parte energetica del progetto  per le villette di Riborgo.

“Personalmente, nel mio passato lavorativo - spiega Gamaleri - ho creduto che il massimo contributo che potessi dare fosse creare le soluzioni progettuali più prestazionali anche per le case di nuova produzione: non potendo impedirene la costruzione ho sempre cercato di limitare i danni puntando sul massimo isolamento e impianti più efficienti. Ora mi sono reso conto che devo assumermi una responsabilità diversa, quella di fare obbiezione di coscienza alla costruzione di nuove case su terreni verdi. Da un mese ho scelto di non accettare più incarichi lavorativi per le nuove costruzioni e di dimettermi da quelli che ho accettato.”


Secondo Gamaleri il  consumo spregiudicato del territorio va fermato, lo devono fare la amministrazioni, lo devono fare le imprese, lo devono fare i professionisti come lui non prestandosi per lavori che non ritengono etici ed infine lo deve fare la società civile scegliendo di difendere il territorio come bene comune.


All’intervento di Gamaleri replica un Ester Manitto piuttosto imbarazzata, quindi è la volta di un geologo che pone alcune domande puntuali sulla gestione di flussi delle acque piovane e se e come si sia previsto di bonificare il terreno della conceria. I progettisti lo guardano straniti, le risposte sono rimandate al successivo incontro, venerdì prossimo.

mMan

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