"Sono fiero di essere amico, non solo su Facebook, di Roberto Orlando. Così Marco Melgrati risponde al post della Casa della Legalità pubblicato anche dal sito Savona News.
Marco Melgrati: basta con il fango addosso alle persone!
Conosco Roberto Orlando da più di 20 anni. Lo conosco come un gran lavoratore, che si sveglia al mattino alle 6 per andare in cantiere a lavorare, e a dare il lavoro a tante famiglie, e finisce stanco alla sera. Lo ho conosciuto che faceva il meccanico alla officina della Volksvagen di Alassio, dove ero cliente, e poi lo ho ritrovato a lavorare, sempre in prima persona, su macchine movimento terra (escavatori e camion) in vari cantieri. Lo ho sempre visto lavorare, da mattina a sera. Ci siamo dati appuntamento a Madrid per la finale di Coppa Campioni dell’Inter, e abbiamo gioito insieme di questa bella vittoria, da Interisti veri, innamorati della propria squadra del cuore.
Conosco la moglie, Rita Fazzari, una signora piacevolissima, dolce, e sua volta grande lavoratrice, che ha abbandonato il lavoro con il marito per la disperazione nei confronti di certi attacchi gratuiti alla Sua persona dei media, e ora fa la responsabile in un negozio ad Alassio, la cui unica colpa, se di colpa possiamo parlare, è il cognome che porta. Conosco i Loro splendidi ed educatissimi figli, che non devono e non possono soffrire dell’attacco mediatico di persone che parlano perché hanno la lingua in bocca, e non mi risulta che abbiano una occupazione stabile.
E’ ora di finirla con questo fango gratuito. Roberto Orlando e Sua moglie Rita non mi risulta abbiano, a parte la parentela, che uno non si può scegliere, nessuna contiguità con fenomeni mafiosi o di ndrangheta, FINO A PROVA CONTRARIA!
Sono fiero di essere amico di Roberto Orlando e di Sua moglie Rita, e per me è un onore, non certo una vergogna! Credo che i rapporti personali devono e possono andare al di là delle campagne diffamatorie di certa stampa o di presunti censori, come quelli della sedicente Casa della Legalità, che hanno dimostrato, nella Loro vita, di collezionare solo denuncie per diffamazione, una anche da parte mia.
Marco Melgrati, prima di tutto un amico.
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Caro "amico" Melgrati (nel caso non lo sapesse così vengono nominati i propri "contatti" dal socialnetwork stesso) lei è innanzitutto il capogruppo del PdL in Regione, e ci rammarica sminuisca e prenda sottogamba in questo modo un ruolo, che invece noi riteniamo di prima rilevanza per chi fa della politica la propria vita.
Il tempo della giustificazione delle "brave persone" gran lavoratori ci risulta agli sgoccioli, e questo non può sfuggire ad un un uomo di potere scaltro e attento come lei, con tutto ciò che sta accadendo tra Lombardia e Lazio, e le voci di una una nuova Tangentopoli in bocca al Ministro della Giustizia.
E come dice lei contano i fatti, riportati anche tramite le carte dalla Casa della Legalità, possono non essere di rilevanza penale, ma certamente - qualor verificati come paiono - testimoniano legami e pratiche di comportamento.
Un'ambiguità che è sempre meno tollerata dalle "brave persone", le quali hanno capito che proprio tali leggerezze e minimizzazioni hanno permesso una colpevole ed invadente infiltrazione della criminalità organizzata nella vita economica del Paese.
Crediamo - anzi siamo certi - che lei per primo ne sia persuaso.
E a poco servono a volte le parole, incapaci spesso di abbindolare e rabbonire lettori ed elettori, che richiedono oggi ad un politico innanzitutto il fiuto, e la capacità di saper separare le ragioni dell'amicizia personale da quelle dell'opportunità politica, l'onestà e la coerenza che a lei - quando vuole - non mancano certo se davvero la sua vocazione è quella del servizio per la comunità.
Cordiali saluti,
innanzitutto giornalistici,
SavonaNews