Albenganese - 11 ottobre 2012, 18:46

Declassamento Pronto Soccorso di Albenga, appello alla Giunta Regionale

"Se un po’ di responsabilità e buon senso ancora ce l'hanno in Via Fieschi a Genova, adesso è arrivato il momento di darne prova.

Alla fine, il sentimento della vergogna potrebbe prevalere nella squadra di governo della Regione Liguria. In prima fila Lorena Rambaudi, Marylin Fusco, Angelo Berlangieri, con Giovanni Boitano, Gabriele Cascino e Renata Briano, al seguito del governatore Claudio Burlando, insieme agli altri assessori del genovese e del levante ligure, fulminati da un improvviso spirito di ragionevolezza, potrebbero fare retromarcia, e decidere, domani, in giunta, di non declassare l'Ospedale Santa Maria di Misericordia, per aver compreso che la struttura di Albenga è nuova, all'avanguardia, accreditata e ultimata a regola d'arte. L'unico accreditato, un contenitore perfetto per accogliere tutti i reparti della medicina di base e di eccellenza che rendono un ospedale adeguato a un bacino di utenza superiore alle 60.000 unità. Il Pronto Soccorso di Albenga, declassato a punto di primo soccorso, sia a 12 che a 24 ore, sarebbe un danno incalcolabile, in grado di mettere a rischio la salute della collettività e, naturalmente - ma di questo ci importa poco - far perdere quel minimo di consenso rimasto nei confronti dei politici e dei partiti che guidano l'amministrazione regionale.

Sarebbe stupido e fuorviante festeggiare per la concessione di un "ambulatorio" aperto 24 ore al giorno fino a giugno, data che curiosamente coincide poco dopo le elezioni politiche. Domani, in Giunta regionale, i Signori che tra pochi mesi scenderanno dal carrozzone della politica per andare nelle strade e sulle piazze a ricercare consensi elettorali devono tenere conto di questo. Forse hanno già dimenticato le circa quindicimila persone scese in piazza il 31 luglio. La soppressione del Pronto Soccorso e della Chirurgia dell'Ospedale di Albenga con l'apertura del Punto di Primo Soccorso e della "week surgery" programmata equivalgono a un'emorragia di voti che mai e poi mai riconquisteranno: tutti si ricorderanno delle facce e dei nomi di chi ha tradito il territorio. E noi faremo tutto il necessario per esporre facce e nomi ovunque a memoria di chi è stato attore e complice di questa operazione mortale.

I tagli, in generale e soprattutto per i servizi essenziali che riguardano la salute del cittadino, non possono essere lineari, vanno modulati secondo parametri che non possono rispondere esclusivamente a criteri di simpatia politica. È inaccettabile che venga condannato a morte un territorio a favore di un altro, e per questo chiediamo loro di dare ascolto al buon senso. Ci pensino bene, i signori assessori regionali che domani dovranno alzare la mano per votare il piano sanitario. Lo facciano per il bene della collettività e del territorio e, se non per questo alto valore, almeno per tutelare la propria traballante poltrona, in vista di un futuro non troppo distante".

Eraldo Ciangherotti, Assessore Servizi Sociali