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Attualità | 02 ottobre 2012, 16:11

Savona, rilasciato il primo certificato Doc al vino Granaccia Savonese

Savona, rilasciato il primo certificato Doc al vino Granaccia Savonese

La Camera di Commercio di Savona - attraverso la sua struttura di controllo -  ha certificato la prima partita di vino Granaccia Savonese a denominazione di origine.

Il marchio doc è stato attribuito al Granaccia vinificato dall’Azienda Durin di Antonio Basso, con vigneti a Ortovero. Per il vino tipico della provincia di Savona, e in particolare delle zone collinari del comprensorio savonese e delle valli ingaune, si tratta di una novità positiva in grado di dare un nuovo impulso al settore e diversificarne l’offerta. “Il rosso Granaccia – dice il presidente della Camera di Commercio di Savona, Luciano Pasquale - si aggiunge agli altri vini doc Rossese, Pigato e Vermentino, contribuendo ad incrementare sia la superficie agricola coltivata a vitigno certificato sia la produzione vinicola di qualità. Con maggiori opportunità di salvaguardare e promuovere sul mercato enologico, anche e soprattutto internazionale, la Denominazione di Origine Riviera ligure di Ponente della provincia di Savona”.

Il quarto vino doc savonese – 40 mila bottiglie prodotte lo scorso anno su di una superficie agraria di circa dieci ettari in provincia di Savona - si ottiene da uve provenienti da un vitigno che in Liguria prende il nome di granaccia. Pare che questo vitigno, di origine spagnola, sia stato introdotto nella valle del Quiliano intorno al XVIII secolo da famiglie locali che avevano avviato con la Spagna un commercio basato principalmente sulla produzione di carta ma che in quel Paese possedevano anche terre e vigneti.

Di colore rosso rubino vivo, odore vinoso, intenso, persistente e fruttato, con sentori di bacche rosse, il vino Granaccia si presenta con un sapore asciutto, sapido ma discretamente morbido, piacevolmente caldo, di equilibrata struttura. L’alcolicità minima è fissata a 11%, l’acidità totale  minima è tra il 4,5 e il 6 per mille.

E’ adatto ad accompagnare secondi piatti di carne e selvaggina oltre che risotti, primi importanti e molti altri piatti corposi della cucina regionale. E’ consigliabile servirlo a temperatura ambiente, in bicchieri a calice. Il tempo ottimale per il consumo è da uno a due anni, a seconda dell´annata, ma si può anche conservarlo fino a 5-6 anni.

La certificazione camerale della prima partita è stata resa possibile a seguito della normativa introdotta dal decreto Mipaf del 25.10.2011 che ha modificato il precedente decreto MIPAF del 25.09.2003.

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