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Attualità | 29 settembre 2012, 10:20

Quartieri, si afflosciano i venti di partecipazione: Amministrazione sorda alle proposte

Ma c'è anche chi non concorda sull'organizzazione: “Non capisco perché si debbano organizzare le assemblee dei diversi quartieri in contemporanea. Se le assemblee sono uno strumento dei cittadini, lo stimolo per riunirci dovrebbe partire dal basso, quindi in un quartiere potrebbe esserci la necessità di due incontri al mese e in un altro magari uno ogni tre. Inoltre alcuni potrebbero voler partecipare a riunioni in quartieri diversi, ad esempio perché in uno abitano e nell’altro lavorano.” Presenze in calo

Quartieri, si afflosciano i venti di partecipazione: Amministrazione sorda alle proposte

Ieri sera, in contemporanea negli otto quartieri savonesi, si sono riunite, per la seconda volta, le assemblee di quartiere. L’iniziativa proposta dal Comune tramite l’assessore Lugaro fa parte del progetto più ampio “Venti di Partecipazione” che ha l'intento e la speranza di (pro)muovere la partecipazione dei cittadini.

Le presenze registrate sono parse dappertutto in forte calo rispetto ai primi incontri, la media è stata di una ventina di partecipanti per ogni zona, unica eccezione il Santa Rita, dove si sono incontrate circa cinquanta persone.

“L’alto numero di partecipanti” Commenta Albertoni, referente di Santa Rita. “è dovuto alla buona pubblicizzazione dell’evento, soprattutto tramite Facebook, che è un ottimo strumento per diffondere queste iniziative.”

L’adesione massiccia probabilmente è dovuta anche alle problematiche del quartiere legate principalmente alla presenza di clochard durante e dopo la somministrazione dei pasti della Caritas. Tant’è vero che, finita la riunione ufficiale, c’è stato uno scambio di idee piuttosto brusco tra alcuni operatori Caritas e diversi abitanti del quartiere: i primi convinti che sia necessario affrontare il problema, cercando di rivalutare gli spazi ed integrare i c.d. “barboni” i secondo orientati verso metodi decisamente più cruenti come ronde o addirittura piccoli ghetti.

Il motivo del calo generalizzato di presenze è da ricercarsi secondo alcuni degli intervenuti alle scarse risposte dell’amministrazione.

“Certo che la gente preferisce starsene a casa.” Si lamenta un abitante di Villapiana. “All’OST di maggio sono uscite una sacco di idee, alcune realizzabili a costo zero o quasi. Ma dopo cinque mesi non è ancora arrivata nessuna risposta.”

A Legino invece c’è chi contesta il metodo organizzativo.

“Non capisco perché si debbano organizzare le assemblee dei diversi quartieri in contemporanea. Se le assemblee sono uno strumento dei cittadini, lo stimolo per riunirci dovrebbe partire dal basso, quindi in un quartiere potrebbe esserci la necessità di due incontri al mese e in un altro magari uno ogni tre. Inoltre alcuni potrebbero voler partecipare a riunioni in quartieri diversi, ad esempio perché in uno abitano e nell’altro lavorano.”

La vera rivoluzione, secondo gli otto referenti, per le prossime assemblee sarà la possibilità di influire sulle scelte di una parte del futuro bilancio. Per la precisione 400mila euro, il 20% del capitolo manutenzione, da dividere tra manutenzione strade, edifici comunali ed illuminazione strade.

“Certo avere la possibilità di dire la propria sul bilancio è una gran cosa.” Dice una abitante di Fornaci. “Ma qui si parla di 50mila euro per quartiere da dividere tra illuminazione, strade ed edifici pubblici, insomma spiccioli. Mi pare non ci facciano partecipare proprio a nulla, sono lavori che comunque andranno fatti. Quello che potremmo decidere è se tappare questa o quella buca.”

Sullo stesso tono il commento di uno degli abitanti di Legino.

“Ho proposto una rete cicilabile integrata e mi sono sentito rispondere che è troppo cara per il budget che abbiamo a disposizione. Ci limiteremo a segnalare in quali zone va aggiunto un lampione o rifatta la segnaletica. Certo, meglio che niente.”

Staremo a vedere.

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