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Attualità | 29 settembre 2012, 12:23

La scoperta dell'insediamento di Legino: Ritrovati i possedimenti dell'imperatore Publio Elvio Pertinace

nato ad Alba Pompeia ma vissuto a Vada Sabatia, città paterna (di Franco Ivaldo, autore di “Inchiesta sul delitto Pertinace” Editore Fratelli Frilli. Genova.2008)

La scoperta dell'insediamento di Legino: Ritrovati i possedimenti dell'imperatore Publio Elvio Pertinace


La recente scoperta di un insediamento romano a Legino riguarda, sicuramente, l'imperatore ligure, Publio Elvio Pertinace , nato ad Alba Pompeia, ma il cui padre, Publio Successus, era di Vada Sabatia.

 Pertinace era un imperatore romano il cui regno durò soltanto 87 giorni . Non è sbagliato definirlo ligure-piemontese in quanto nacque ad Alba, ma il termine “Pedemontium” venne coniato soltanto nel XII secolo.Inoltre Alba Pompeia si trovava, a quell'epoca, nella IX regione augustea, quindi in Liguria. Fonti storiche (Historia Augusta) sostengono “Natus est Pertinax in villa matris in Appennino”.
Storici ottocenteschi , tuttavia, ritennero di individuare una “villa patris” o “villa martis” a Vada Sabatia.

Quel che è certo – sulla scorta anche dell'imponente documentazione fornitaci dallo storico savonese Verzellino – che di Vada Sabatia, importante porto marittimo era suo padre, Publio Elvio Successus, un liberto che commerciava in legnami e sposò Lollia Acilia, una facoltosa matrona di Alba Pompeia.

Successus chiamato “Pertinax” per la sua tenacia e pertinacia appunto nel commercio del legname e della lana riuscì a mandare suo figlio Elvio a Roma per compiere studi di “grammaticus”. Ma il ragazzo non era tagliato per l'insegnamento ai pueri romani, bensì per la carriera militare.

Divenne dapprima centurione, poi si segnalò per il suo valore di condottiero all'imperatore Marco Aurelio. Fu nominato cavaliere equestre, console e governatore in Britannia, Rezia, Dacia, Egitto, Siria, poi divenne senatore. Sotto il tiranno Commodo cadde in disgrazia e venne esiliato per un triennio a Vada Sabatia, assieme alla moglie Flavia ed al figlioletto.

Ecco come nel mio libro “Inchiesta sul delitto Pertinace” (fratelli Frilli.Editore Genova. 2008) descrivo quell'esilio triennale a Vada Sabatia: “Esilio o ritiro volontario, come si vorranno chiamare quei tre anni di forzato riposo del guerriero fu per Elvio un prezioso ritorno alle origini. Rinnovò i possedimenti lasciatigli dal padre e decise di ampliarli, avvalendosi della collaborazione del fratello Fabio che l'aveva accolto con gioia...

Il famoso generale, poi divenuto imperatore dei romani, ritrovò così la casa paterna e anziché demolirla e costruirne una nuova, preferì farla restaurare, forse per custodire i ricordi. Tutto intorno fece erigere nuove abitazioni, destinate a coloro che dovevano coltivare i terreni ed intrattenere i magazzini della lana...”

Storici come Capitolino, Erodiano, Cassio Dione, Eutropio, Giuliano l'Apostata parlano ampiamente di Pertinace e concordano sulle sue origini liguri-piemontesi chiamiamole così.

Lo storico Verzellino sottolinea, nella sua monumentale opera sui savonesi illustri, l'importanza del padre sicuramente, nato a Vada Sabatia, il quale – a detta del Verzellino – possedeva anche dei forni (alle Fornaci ? Ndr) per la fabbricazione di anfore da olio e da vino.

Vi è bisogno di altre prove per legare la figura dei Pertinace ai ritrovamenti di Legino ? Non credo.

Anche lo storico inglese Edward Gibbon nel suo monumentale The decline and fall of the roman empire  cita ampiamente Cassio Dione, senatore contemporaneo di Pertinace, per collocare la figura di quest'ultimo anche  in relazione ai possedimenti paterni di Vada Sabatia, “i suoi avversari in Senato gli rimproverarono il fatto di occuparsi delle sue terre, appartenute al padre, anche quando venne nominato imperatore. Attribuendo questo interesse per i possedimenti liguri, ad un neo imperatore, ad una atavica avarizia...”
 


                                      Le difficoltà finanziarie del Comune di Savona

 
La scoperta degli archeologi della Soprintendenza, per quanto molto importante, si trova di fronte ad una mancanza di fondi, per valorizzare il sito, da parte del comune di Savona, come ha lasciato intendere il vicesindaco Di Tullio, in una conferenza stampa.

Dato il valore della scoperta, suggerisco che tutte le associazioni culturali savonesi aiutino il comune ad aprire il sito archeologico al pubblico dei visitatori nel quadro di una vasta operazione di valorizzazione turistica della nostra città. Ho segnalato al sindaco di Savona, Federico Berruti, l'importanza del sito , scoperto dalla Soprintendenza, se legato alla vita dell'imperatore romano Pertinace, come , in realtà, è avvenuto nel II secolo d.C.

Si potrebbe , forse, contattare la Fondazione Ferrero di Alba poiché Pertinace nacque, come si è detto, ad Alba Pompeia e la Fondazione ne ha esaltato alcuni anni fa la figura storica con una statua in bronzo, riproduzione della statua originale custodita nei Musei vaticani.

Il 29 settembre prossimo, esattamente nella sede della Pinacoteca di Savona, nel quadro delle Giornate europee sul patrimonio culturale ed artistico, si terrà un convegno sul  ritrovamento archeologico di Legino. Vedremo quali decisioni verranno annunciate in merito. Ho fiducia nel buon senso degli amministratori locali e di tutte le nostre benemerite associazioni culturali ed artistiche.

 In ogni caso, l'unica ipotesi che davvero sarebbe assurda ed inaccettabile, per l'intera Regione della Liguria, è quella di una “ricopertura” pura e semplice del sito archeologico “per mancanza di fondi”.

A questo punto, il sito di Legino non appartiene soltanto al comune di Savona,o alla regione Liguria ma all'Italia, in quanto patrimonio storico nazionale.
Sono certo che il ministro della Pubblica Istruzione, Francesco Profumo che è  savonese sarà sicuramente d'accordo nel salvaguardare in qualche modo i reperti archeologici, vicini  per giunta all'Università di Savona.
 
Franco Ivaldo





Franco Ivaldo

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