"Ma Gesù non andava per anime gratis ?
E' stato firmato l'accordo tra ASL e Diocesi di Savona per mantenere i preti nelle corsie dell'ospedale S. Paolo che prevede una spesa di 35 mila euro all'anno per i prossimi cinque anni.
Una cifra che fa sobbalzare più d'uno, soprattutto chi non può permettersi le cure mediche o chi si vede negare servizi per mancanza di fondi.
Con la stessa cifra si potrebbe corrispondere lo stipendio a tre operai.
All’insegna della discriminazione si evidenzia come il servizio di “assistenza spirituale” sia destinato solamente ai cattolici ed è effettuato da sacerdoti, ai quali, con le nostre tasse, garantiamo già uno stipendio e una pensione.
Questa cifra da parte della ASL è completamente ingiustificata.
Ovviamente accordi di questo genere non sono stipulati solamente a Savona, e sono moltissime le diocesi italiane che riescono a prendere soldi con questo sistema.
Le diocesi di Acqui e di Albenga, che esercitano la loro ingerenza negli ospedali di Cairo Montenotte e di Pietra Ligure, stipuleranno separati accordi e anche per loro si prevede una gran quantità di denaro per l’assistenza spirituale.
Tutto questo spreco di denaro pubblico è è conseguenza diretta della legge 21 del 1985 che ratifica l’accordo tra Repubblica italiana e Santa Sede, accordo che ha modificato il Concordato del 1929, e che all’art. 11 prevede che i pazienti ricoverati in ospedale hanno «diritto alla libertà di culto e che alla loro assistenza spirituale provvedono ecclesiastici nominati dalle autorità italiane competenti, su designazione delle autorità ecclesiastiche» ma non parla di costi a carico dello stato.
La sottrazione legale di queste somme è dovuta all'accordo tra Stato e Chiesa, meglio conosciuto con il nome di Patti Lateranensi, è per questo motivo che Democrazia Atea al primo punto del suo programma politico chiede l'abrogazione di tali patti, i quali voglio ricordare, sottraggono ogni anno ben 10 miliardi di euro dalle casse pubbliche, una cifra che supera di tre miliardi il costo della politica italiana".