Attualità - 22 settembre 2012, 11:21

L'Enpa denuncia: i bracconieri della 'ndrangheta e la strana moria di ghiri in Valbormida

Essendo purtroppo l’ingrediente di molte ricette della cucina popolare non solo calabrese, è perseguitato dai bracconieri per ristoranti compiacenti, che lo cucinano non solo per malavitosi della ‘ndrangheta ma a volte anche per “insospettabili”

Con l’apertura della caccia gira un po’ troppo veleno nelle campagne della Valbormida.

Dopo i casi di Vispa, c’è una preoccupante moria di ghiri nei boschi di Montenotte (frazione di Cairo, sulle alture di Savona); diversi animali moribondi sono stati trovati da cercatori di funghi ma soltanto due, consegnati ai volontari della Protezione Animali savonese, sono stati salvati dal veterinario che li sta curando per sintomi di avvelenamento.

Il ghiro è un roditore con abitudini notturne, che può raggiungere i 30 centimetri di lunghezza, si ciba prevalentemente di vegetali e vive nei boschi ma anche nei vigneti e nelle soffitte delle case di campagna; riveste grande importanza negli equilibri ecologici perché è preda di molti rapaci notturni; essendo purtroppo l’ingrediente di molte ricette della cucina popolare non solo calabrese, è perseguitato dai bracconieri per ristoranti compiacenti, che lo cucinano non solo per malavitosi della ‘ndrangheta ma a volte anche per “insospettabili”

L’ENPA ricorda che si tratta di specie protetta ed è vietato cacciarla o ucciderla; la sua presenza in solai e soffitte può quindi di essere ostacolata solo con mezzi incruenti (quali gli apparecchi emettitori di infrarossi o ultrasuoni), dopo aver controllato che nei nidi non siano più presenti piccoli.

Com. Enpa Savona