Politica - 14 settembre 2012, 10:46

Chiesa VS Comune di Savona: lo scarica barile dei poveri

Tra i due litiganti il povero crepa, sotto la panca e senza capra

Non bastava la guerra tra poveri scatenata dai fedeli di Luceto, con l'accusa al parroco di devolvere troppi soldi ai poveri.

Adesso è il parroco della parrocchia di S. Paolo a fare notizia, con un'altra moda: lo scarica barile dei poveri.

Senza farla lunga: la chiesa accusa il Comune di non fare abbastanza per i poveri in termini di servizi (bagni pubblici etc...), e questo genererebbe il degrado del quartiere S.Rita, che sta portando all'esasperazione la popolazione (o almeno qualcuno).

Il comune, dal canto suo, risponde ovviamente che non è vero.

Allora di chi è la colpa?

Ora, tolto il fatto che la puzza sotto il naso è una moda che un popolo può permettersi in periodi di "abbondanza", e di abbondanza oggi non ce n'è (tranne che per i soliti noti), il ragionamento dovrebbe essere fatto a monte.

I poveri esistono perchè esistono i ricchi, e questo sistema economico sta generando sempre più poveri, facendo arricchire in maniera spropositata una minoranza.

La cancellazione dei diritti dei lavoratori, la distruzione dello stato sociale, la cultura dell'individualismo e della concorrenza, sono dati di fatto: politiche economiche perseguite da tutta la classe politica attuale, compresa nel piccolo anche la realtà savonese e la sua complice Chiesa. Cosa è stato fatto dalla Chiesa e dal Comune per evitare che le fabbriche della zona chiudessero e che gli squali della finanza speculassero?

A questo andrebbe aggiunto che lo Stato Italiano, neanche troppo velatamente, ha delegato il problema dell'accoglienza dei poveri alla Chiesa in cambio di succulenti agevolazioni economiche e di un'enorme influenza politica. Chiesa che incassa dallo Stato (quindi da tutti), investe buona parte di questi soldi per offrire servizi base, si prende il merito, il tutto senza spingersi oltre, proprio per mantenere nella povertà (ben lungi quindi dal concetto di emancipazione economica)  quella massa di persone. Persone che se uscissero dalla povertà, non giustificherebbero quelle "benedette" agevolazioni...

Allora ripetiamo la domanda: di chi è la colpa?

Matteo Loschi