''Il decreto Salva Taranto rappresenta una chemioterapia somministrata in un corpo malato di cancro e ormai in metastasi. In questi casi, non si ha nessun effetto terapeutico e i danni sono persino maggiori. E' un provvedimento che arriva tardi, con cifre ridicole, insufficienti per affrontare la gravita' della situazione''. Lo
ha detto nell'Aula della Camera Pierfelice Zazzera, deputato pugliese dell'Italia dei Valori, durante l'esame del decreto Ilva.
''Bisognava farlo prima, anzi, bisognava controllare che l'Ilva adeguasse l'impianto alle norme e alle nuove tecnologie, per rendere sicuri gli impianti e garantire al contempo il diritto al lavoro e alla salute. Questi due diritti possono essere tenuti insieme solo se c'e' il rispetto della legalita', che nella vicenda dell'Ilva, pero', e' la grande assente'' ha aggiunto Zazzera. ''La vicenda di Taranto e', invece, il fallimento della politica industriale del nostro paese, che e' rimasta ferma alla rivoluzione industriale: siamo fuori dalla globalizzazione, non siamo competitivi e siamo fuori dalla modernita'.
Una politica industriale seria sarebbe intervenuta tenendo la propria industria al passo con la modernita', spingendo gli imprenditori ad ammodernare gli impianti,
garantendo controlli efficienti nel rispetto della legalita', facendo investimenti nelle infrastrutture del territorio'' ha proseguito Zazzera.
''Con questo decreto, la crisi dell'Ilva e' solo rinviata. Dei 336 milioni di euro stanziati, solo 119 sono destinati alle bonifiche. Ad oggi di soldi veri da destinare a questa funzione fondamentale ce ne sono solo 79 e di questi 59 sono della
regione Puglia. Il ministero ne mette appena 20 di milioni. Per questo, diciamo che siamo di fronte ad un decreto bluff, che arriva tardi, senza soldi, non garantisce trasparenza, e non risolve nessuno dei tanti problemi di Taranto'' conclude
Zazzera.