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Attualità | 10 settembre 2012, 09:52

Contrassegnare il pesce ligure con il marchio "pescato in Liguria". Danilo Bruno: "Ma pescato da chi?"

Contrassegnare il pesce ligure con il marchio "pescato in Liguria". Danilo Bruno: "Ma pescato da chi?"

"Sull'ultimo numero della rivista dei consumatori COOP si accennava all'accordo fra Federpesca Coop e Coop Liguria per contrassegnare il pesce ligure con il marchio "pescato in Liguria".

Si tratta certamente di un accordo importante per costruire una filiera corta e soprattutto per una corretta educazione alimentare degli acquirenti.

Mi sorge però un dubbio: "pescato da chi?"

In Liguria la piccola pesca, che costituisce l'unico baluardo per la tutela della biodiversità marina, sta conoscendo una crisi profonda, con problemi di ricambi generazionali e limiti pesanti dovuti anche al divieto di pesca con la sciabica e/o al cicciarello e altre specie tradizionali.

A Noli proprio venerdì scorso si è tenuto un convegno scientifico (purtroppo nell'assordante assenza di rappresentanti di qualunque centrale cooperativa ligure) per celebrare l'ingresso della piccola pesca locale nel patrimonio della Rete Italiana della Cultura Popolare.

Tutti gli interventi, compreso in primo luogo, quello del Presidente della Cooperativa Pescatori, hanno ribadito che obiettivo di chi va per mare è come quello degli operai in fabbrica: portare a casa lo stipendio per mantenere la famiglia.

Il Comune, Slow Food con il riconoscimento dell'unico presidio sul pescato ligure nonche' la Regione e le stesse Autorità Marittime nonche' le cooperative hanno fatto molto per la pesca ligure ma forse non è bastato.

Chi scrive è uno studioso ed insieme ad altre e altri studiosi vorremmo fornire un supporto concreto di ricerca demo-etno-antropologica alla cultura del mare ma non vorremmo tra qualche anno essere costretti a vedere la calata della rete a sciabica solo come mero fatto folkloristico come è di fatto stata quella fatta al mattino a rete aperta ed autorizzata dal Ministero.

Evidentemente occorrono sforzi ulteriori perche' si affermi da un lato il principio che il mare è un bene comune e ne possediamo uno solo e dall'altro che il pescatore, con il contadino, ha una sua dignità, che non può essere scambiata con attività di turismo ittco e /o educazione ambientale".

Danilo Bruno, Comitato promotore antenna savonese rete italiana cultura popolare

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