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In Breve

IL PUNTO DI MARIO MOLINARI | 30 agosto 2012, 09:16

Povero Gramellini

Scaldare la sedia imbottita nel palazzotto torinese de La Stampa o in quello di Rai / Endemol con don Fazio lo ha reso una specie di conformista sotto mentite e gradite spoglie. Unge allora (rende più fluido) qualche precisazione di carattere strutturale e politico sui due pupazzi, a suo ed altrui uso

Povero Gramellini

Su Pinocchio, Beppe Grillo e il Gabibbo

Pinocchio era di legno, duro e contaballe. Il Gabibbo di gommapiuma, antiurto ma sincero. Pinocchio le storie le fabbrica, il Gabibbo le raccoglie, là dove nessuno andrebbe, tantomeno il Gramella, che anzi quando arriva a Savona dice a bocca aperta e naso insù: “che bei ricordi le ciminiere di Vado” attirandosi i fulmini di mezza riviera che quei suoi bei ricordi se li respira h24. Venne costretto poi a rettificare sul mini Buongiorno locale.

Ma soprattutto il Gabibbo chiedeva e chiede, esige risposte e non se ne va fin quando non le ottiene. Non abbiamo mai visto pinocchio dalla sua comoda seduta, scavalcare il filo spinato per sbloccare i container dei terremotati in zona militare rischiando qualche fucilata, non l’abbiamo mai sentito chieder conto ai politici delle loro incompiute (una celebre come la monorotaia svetta da decenni anche a Torino), non abbiam mai visto pinocchio (e neppure gramella) marciare con i disoccupati (men che meno sotto le luci diffuse dello studio di posa) o dormire in costume insieme agli extracomunitari in una casa occupata nel centro di Bologna, con le telecamere pronte, per tentare di scongiurare un intervento di sgombero da parte della Polizia in tenuta antisommossa, riuscendoci.

Mai visto pinocchio nel fango fino alle ginocchia in un alluvione, o far sudar freddo con le sue domande il Capo della Protezione Civile. Ma neppure Gramellini.

Il Gabibbo, con tutti i suoi difetti, ha insegnato a non fidarsi dei politici, delle promesse, della tv, delle opere pubbliche che non verranno finite, o se si sotto impulso mediatico generato dal basso e portato sulla pubblica tribuna.

Il Gabibbo ha smascherato farabutti, illuminato ingiustizie profonde e dimenticate dai grandi media, puntato il suo ditone contro politici inetti. Fu il primo ad entrare nella sede del PSI a Milano quando c’era puzza di tangenti, per chiedere. E il PSI era più tabù del sacro graal a Milano, allora


Nel Gabibbo c’era e c’è una persona, e intorno molte. Le voci, le domande scomode, gli “assalti” agli intoccabili, le telecamere sugli sperperi, su opere inutili e prive di senso. Senza una pensione. Senza alcuna garanzia sul suo futuro, come i lavoratori di oggi. Non come te che fai un pezzetto al giorno da vicedirettore, con tutti gli agi di Inpgi, casagit e convenzioni Fiat, caro Gramellini. E ricordati che prima di Report, de le Iene, di Salvi da Cuccia e di Staffelli, fu il Gabibbo a far quell'informazione che certi giornali non sanno ancora che cosa sia, specie dove sarebbe più necessaria, come qui.

(E intanto, su Radio 24, Giannino sta facendo parlare Rinaldo Sorgenti - di professione lobbista dell'Assocarboni, senza contraddittorio alcuno. Ripreso puntualmente dal GR24 successivo)

Tra poco disponibile QUI

 

mpm

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