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Politica | 29 agosto 2012, 11:13

la politica del Monòpoli: Astengo tuona contro la nomina di Di Tullio

"Istituzioni come merce di scambio...." Chissà la sinistra cosa si aspettava dal PD

la politica del Monòpoli: Astengo tuona contro la nomina di Di Tullio

Tuona pure Franco Astengo, di fronte alla nomina di Di Tullio a Vice Sindaco.

La voce dell'insegnante universitario tra i fondatori de "i gruppi de Il Manifesto" si unisce a tutte quelle della sfera delle alleanze del PD, di fronte all'ampiamente previsto e già avvisato più volte "colpo di mano", che ha visto un salto in avanti (o un ritorno in avanti) della carriera politico sindacale (poichè di carriera ovviamete si tratta) del cavaliere del carbone.

Tuonano tutti, ribadendo il non coinvolgimento delle "parti" (degli alleati elettorali) nella scelta.

Solo ora si rendono conto che nel sistema delle alleanze non hanno mai contato niente?

Ma non c'è da stupirsi se il PD si può permettere di prendere decisioni da solo: non ha mai avuto intenzione di fare il contrario. Poichè quando si tratta di piazzare per bene le proprie pedine, non si guarda in faccia nessuno, salvo poi cercare i voti di chi ancora si illude che le battaglie si combattono nelle sedi istituzionali....

 

Di seguito, le parole di Astengo.

Da molto tempo non mi capitava di intervenire su questioni di politica locale, ma ritengo che la notizia dell'avvicendamento nel ruolo di vicesindaco di Savona tra l'architetto Gaggero ed il segretario del PD Livio Di Tullio non possa passare sotto silenzio.

Siamo di fronte ad un fatto di quelli che, davvero, scuotono in negativo il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, rendendo la “classe politica” incredibile ed inaffidabile. Si usano le istituzioni come un taxi, un trampolino, una merce di scambio, con una arroganza ed una improntitudine degne davvero di una causa diversa.

In questo mondo non ci aspetta altro che la rovina della democrazia (almeno le “staffette” di marca teardiana, alternavano persone elette dal corpo elettorale: in ogni caso, ormai, per governare, in alto come in basso, l'essere eletti sembra davvero diventato un “optional”).

Una vergogna per i sinceri democratici (democratici da “demos” ovviamente, non certo da Partito Democratico).

Grazie per l'attenzione

Franco Astengo

ml

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