A proposito dell'articolo inerente l'invasione di ungulati, si potrebbe provvedere all'allontanamento degli stessi dai centri abitati facendo intervenire in prima battuta l'Ente A.T.C. (ambito territoriale caccia), presente anche nel comprensorio savonese.
Tale Ente raggruppa cacciatori, agricoltori ed ambientalisti per gestire al meglio il territorio. L'Ente A.T.C., se non erro, si occupa anche della salvaguardia della selvaggina in generale.
Personalmente mi sono rivolta agli addetti ATC quando un capriolo femmina, in giovane età, è rimasto imprigionato in un ritano nei pressi del mercato civico di Pilalunga. In circa mezz'ora i componenti della Squadra sono intervenuti, catturando con un'apposita rete la bestiola, che è stata poi rilasciata nel bosco.
In seconda battuta si potrebbe coinvolgere la squadra di caccia al cinghiale che ha "competenza" nella zona, ed i cacciatori stessi, coadiuvati dai loro cani, al guinzaglio, addestrati a tale scopo, senza l'uso di armi varie, potrebbero far allontanare i cinghiali, convogliandoli verso la boscaglia.
Mi chiedo, e credo di non essere la sola, che fine hanno fatto le carni dei cinghiali abbattuti di recente.
Trovo inconcepibile che si arrivi a sparare in pieno giorno ed in pieno centro paese, quando la legge prescrive una distanza minima di 100 metri (L. 157/92 - art.21) ed in taluni casi addirittura 150 metri da immobili, strade, linee ferroviarie ecc.
La stessa legge, all'art. 1, cita che:
"La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale".