Questa mattina, sulla mia bacheca di Facebook, ho trovato una
notizia da prima pagina. In merito alla oscura vicenda dell’affitto
della sede albenganese di Via Roma 22, finalmente il Partito
Democratico, con coraggio, prende una prima posizione ufficiale. È
dovuto scendere in campo il segretario provinciale Livio Di Tullio, a
conferma della subalternità di Albenga a Savona nel loro partito, per
affermare una nuova verità (che nel silenzio prolungato della
segreteria ingauna avevamo pure mezzo intuito): “Non dobbiamo essere
noi del PD a dimostrare a te e a chiunque altro contratti, pagamenti o
quant'altro”.
Prendiamo atto di questa singolare posizione neo-oscurantista del
Segretario Provinciale del Partito Democratico, ma ci chiediamo: chi
dovrebbe essere tenuto a farlo? Alla faccia della tanto richiesta
trasparenza pubblica, in un’epoca di forte sentimento comune di
anti-politica, in cui la credibilità verso i partiti è scesa sotto lo
zero. Alla faccia dei tanti proclami pubblicati nel sito internet
nazionale del PD, dove si legge, a proposito della imminente “Riforma
dei partiti e del finanziamento pubblico secondo il Partito
democratico” che i conti dei partiti devono essere pubblicati in
Internet. Alla faccia dei tanto osannati impegni del PD nazionale alla
“rapida approvazione di nuove norme sulla trasparenza dei bilanci e
l'introduzione di meccanismi efficaci per impedire i comportamenti
illegali che purtroppo hanno caratterizzato la vita interna di alcune
forze politiche” per ricostruire la fiducia dei cittadini nei
confronti della politica e delle istituzioni democratiche. Complimenti
ai vertici nazionali del Partito Democratico, a tanto non ci saremmo
spinti, sul vostro conto, neppure noi che, in una vignetta alla Benny
o alla Krancic, vi immagineremmo rappresentati a fare la guardia al
pollaio sempre con la volpe sotto l’ascella.
In un’epoca di mangerie e quant’altro, dove fanno notizia i vari casi
alla Lusi e soci, in cui non si capisce come vengano impegnati e spesi
i tanti milioni di rimborsi elettorali che a pioggia da Roma vengono
elargiti ai partiti, il solo pensare di non essere tenuti a renderne
conto pubblicamente degli affari interni di partito davvero è stato un
pugno nello stomaco per chi, come me, fuori da logiche di partito di
prima Repubblica, si sforza di credere ancora nella politica come
risorsa umana capace di rispondere alle esigenze del popolo. “Se Tu
pensi che ci siano delle irregolarità vai in Procura e fai un esposto”
aggiunge provocatoriamente il nostro amico Livio Di Tullio. Ma quello
delle carte bollate, tanto caro a loro, non può essere un modo di fare
politica sano ed onesto, perché la politica non si fa nelle aule del
tribunale con esposti e sentenze, ma tra la gente, cercando di
lavorare seriamente per il bene comune. E poi, loro, i compagni del
PD, non erano quelli più sani, più corretti, più onesti di tutti? Loro
non erano quelli che proclamavano una differenza morale, etica, quasi
antropologica, rispetto alle altre forze politiche?
Ad Albenga, i vecchi militanti del Partito Democratico non sapevano
nulla del trasferimento di una proprietà, insieme ad altre per un
valore di quasi 4 milioni di euro, in capo ad una Fondazione di
Albissola, amministrata sempre da esponenti del Partito Democratico
che fanno pagare l’affitto a chi, tra gli albenganesi, per la sede di
partito aveva sudato e messo pure qualche quattrino per acquistarla.
Noi vogliamo sperare, lo ribadiamo, sia tutto regolare sotto il
profilo giuridico, stiamo aspettando da oltre dieci giorni di vedere
il contratto di affitto regolarmente registrato, ma sulla genuinità di
tutto il giochetto estivo “WinForPD -t i piace vincere facile” non v’è
certezza sotto il profilo etico-morale: abbinare una lotteria, per
finanziare le casse del Partito Democratico, ad un evento europeo,
pensato e ideato senza colore politico, e oltretutto dichiarare di
usare il ricavato dei biglietti venduti per pagare l’affitto della
sede, quando l’alloggio alla fine era ed è sempre del Partito
Democratico, è quanto di più contrario al messaggio che il PD
nazionale lancia in questi giorni. È vero, “La trasparenza non è uno
slogan”: il PD di Albenga, pilotato a distanza da Savona, dimostra di
non farne neppure la regola… esattamente l'opposto.