La mobula, il grande pesce cartilagineo che vive da due mesi lungo la costa tra Savona ed Arenano, ha nuovamente dovuto essere soccorsa dalla dr.ssa Castellano dell’Acquario di Genova per liberarla da ami e lenze che le si sono conficcati nel corpo, dopo meno di 3 settimane dall’ultimo intervento.
Nel ringraziare vivamente la biologa e la Capitaneria di Porto di Savona, la Protezione Animali savonese denuncia che il fatto è la prova che il mare lungo la costa è disseminato di ogni tipo di arnesi di pesca, professionali o dilettanteschi.
Malgrado l’operato encomiabile di vigilanza della Guardia Costiera e di altri organismi, esiste infatti un diffuso malcostume ed una totale insensibilità verso le creature marine, contro cui l’ENPA si batte da tempo e purtroppo da sola.
Da tempo l’associazione chiede che si limiti la pesca professionale ma soprattutto quella sportiva, si tuteli la fascia costiera, si ingrandiscano le aree marine protette, si recuperino le reti e gli attrezzi abbandonati o perduti ma sempre attivi, si smetta di promuovere il consumo di pesce e si favorisca invece la conoscenza e non la pesca degli animali marini, ivi compresa la piccola fauna marina costiera (cibo anche dei gabbiani, che potrebbero quindi ridurre le loro incursioni nelle città).
Nella selva di comportamenti scorretti verso il mare, come il pescaturismo, l’ittiturismo e le sagre del pesce, si distingue l’iniziativa davvero ecocompatibile del Centro di Educazione Ambientale della Riviera del Beigua, che organizza gratuitamente oggi alle 10 all’ultima spiaggia di Albisola Capo e domani alle 10 nella spiaggia libera a fianco del Villaggio del Sole a Varazze un percorso marino di snorkeling: un’attività incruenta, con maschera e pinne per osservare, conoscere e rispettare gli animali del mare.