Attualità - 18 agosto 2012, 11:41

Ciangherotti: "Pronto Soccorso di Albenga, quanti giochetti strani sulla pelle della gente"

“Sul caso del turista 18enne accompagnato al Pronto Soccorso di Albenga in piena notte, la vigilia di ferragosto, con l'arteria radiale recisa, è emerso un dato di fatto indiscutibile: i protocolli di emergenza dell'ASL savonese, tanto esaltati dalla Direzione Generale e a prova di bomba per gestire la sanità del ponente savonese e per dirottare i casi più gravi al vicino Ospedale di Santa Corona, di fatto non sempre funzionano, se, ad accompagnare il giovane ferito gravemente in Pronto Soccorso ad Albenga, non è stata l'auto del 118 con operatori medici a bordo (vuoi perchè il sistema di diagnosi telefonica non ha funzionato o vuoi perche l'unica macchina del 118, Sierra 2, dedicata di notte all'ampio territorio dell'albenganese e del finalese, vallate dell'entroterra comprese, era impegnata su altro paziente) bensì lo scrupolo di coscienza di chi, avendo sotto mano il caso, ha optato per l'ospedale più vicino, dato il grosso pericolo di morte per emorragia. Meno male che ci sono stati i militi volontari della Croce Rossa, intelligenti e preparati, che hanno riconosciuto la gravità dell'urgenza-emergenza e hanno portato il paziente ad Albenga.

Ecco perchè va respinta al mittente la dura critica, a mezzo stampa, del Dott. Giancarlo Abregal al mondo della politica di non aver fatto nulla per evitare il declassamento del Pronto Soccorso. Ad oggi, voglio ancora ricordarlo, il Pronto Soccorso di Albenga è aperto, funzionante ed efficiente, e nessun atto ne ha ancora decretato la chiusura: questa mattina la sala di attesa del nostro PS di Albenga era super affollata con tanti pazienti in attesa di essere visitati. Qualcuno dovrebbe smetterla di presentare il declassamento come un destino inesorabile, una sentenza già scritta. Ecco perchè non è vero che il mondo della politica - della politica che si batte per il territorio, non della politica che rema contro - è stato con le mani in mano: non appena abbiamo capito le vere intenzioni della Regione Liguria, ci siamo dati da fare per combattere con tutte le nostre armi a disposizione, oltre che con faccia, nome e cognome e come abbiamo già detto, con la manifestazione del 31 luglio abbiamo vinto una prima battaglia.

Il dottor Giancarlo Abregal, responsabile ancora fino a fine mese della struttura semplice di Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Maria di Misericordia, per essere poi trasferito all'Ospedale di Imperia, è, senza dubbio, un valido medico, a cui sono pure grato per avermi invitato a conoscere da vicino la realtà del Pronto Soccorso di Albenga, autorizzandomi anche all'accesso, come osservatore, per una notte intera qualche settimana fa, pur di registrare le richieste di urgenza che, regolarmente, pervengono al nostro Ospedale. Di questo gliene sono grato. Ma, con le sue ultime dichiarazioni epresse a mezzo stampa, "Sul Pronto Soccorso di Albenga tutta demagogia, non c'è emergenza che non possa andare a Pietra Ligure", ho l'impressione di
trovarmi di fronte ad uno sdoppiamento della personalità, se rileggo il contenuto di una lettera che il Primario del Pronto Soccorso mi scrisse, solo pochi mesi fa, non più tardi dello scorso ottobre, sollecitato dalle mie preoccupate richieste di chiarimenti sulle differenze, nelle prestazioni offerte e nel personale sanitario, tra "PPI" ospedaliero (punto di primo intervento ospedaliero) e attuale pronto soccorso sino ad oggi operativo al Santa Maria di Misericordia.

Allora Giancarlo Abregal mi scrisse un parere, di cui oggi pare si rimangi tutto il contenuto, per dirmi quanto segue: "Caro Eraldo, un proverbio cinese recita che la saggezza inizia con il chiamare le cose con il proprio nome. Credo che nessuno degli attori del declassamento abbia la minima conoscenza di quello di cui si sta parlando. Esistono un documento e delle leggi dello Stato che indicano con chiarezza i requisiti delle strutture deputate all'emergenza. La realtà è che c'è una differenza enorme tra le due strutture, PPI e Pronto Soccorso, in termini di competenza e di dotazioni. Non ultimo il fatto che un Pronto Soccorso è scritto debba essere aperto 24/24 ore, mentre per il primo intervento non è prevista dimensione oraria.Tra le competenze di un Pronto Soccorso c'è la diagnosi, la cura e l'accettazione del paziente, mentre per un primo intervento no. Un Pronto Soccorso prevede l'osservazione, mentre un Primo Intervento no (pensa al dolore toracico o ai traumi cranici minori che non saremo più tenuti ad osservare, ma dovremmo inviarli a Pietra). Tutto ciò, in un momento storico con enormi problemi medico legali, comporterà l'invio al pronto Soccorso di riferimento (Pietra Ligure) di quasi tutti i pazienti (non solo quelli con problemi maggiori). Naturalmente le dotazioni di personale sono profondamente differenti. In pratica, con questo cavallo di troia, uccideranno l'ospedale: un motore senza benzina si ferma. Con buona pace di tutti quelli che lo vogliono dedicato all'elezione... ci faremo tutti delle liposuzioni e delle protesi d'anca".

Ecco il peso delle parole indelebili del Dott. Giancarlo Abregal che ancora qualche tempo fa, a mezzo stampa, dichiarava : «Chiudere il pronto soccorso di Albenga è un non senso – aveva detto in un'assemblea pubblica prima di snocciolare i dati sull’attività del reparto che totalizza più di 30.000 accessi all'anno - e farne un punto di primo intervento equivale a chiuderlo trasformandolo in un semplice ambulatorio dove si mettono cerotti». Cosa è successo, nel frattempo, a chi pronunciava l'altro ieri queste parole, e ora dice l'esatto opposto? Mi auguro che gli accordi a tavolino con la Regione Liguria, sulla domanda di trasferimento del Dott. Giancarlo Abregal nell’Asl1 imperiese per motivi privati e professionali, non prevedano la smentita a mezzo stampa, da parte del Direttore del Pronto Soccorso, di ciò che, sino a poche settimane fa, per lui, come per noi, era una battaglia comune per la difesa di un reparto indispensabile. "Se dalla Regione non la piantano - mi scrisse ancora Abregal - gli rovesciamo addosso un casino che il G8 sembrerà una scampagnata di boy scout. Se sarà necessario combatteremo casa per casa!". Ecco lo spirito, pacifico si intende, che sin dall'inizio della "guerra" per salvare il Pronto Soccorso di Albenga ho condiviso con il responsabbile del Pronto Soccorso di Albenga.

Se, poi, è vero che, come prevedono i protocolli, al di là della degenza di ortopedia che è stata spostata a inizio anno a Pietra Ligure, gli unici casi che non dovrebbero arrivare al Pronto Soccorso di Albenga sono gli infarti gravi ed evidenti all'ECG, gli ictus avvenuti da meno di 4 ore che richiedano trombolisi (numero di
trombolisi svolte a Pietra Ligure pare siano uguali a zero) e i politraumi maggiori con fratture superiori a 5 o 7 segmenti, allora, come politico, mi rivolgo alla Direzione Asl savonese per chiedere di verificare, esibendo i rapportini, se il 118 lavori o meno secondo questo protocollo, o se invece, come pare succeda qualche settimana a questa parte, secondo voci di corridoio tra i reparti dell'Ospedale, i pazienti anche del distretto sociosanitario albenganese”.

Com. Eraldo Ciangherotti, Assessore Comune di Albenga