Dati sull'inquinamento del Mar Ligure, ed è bufera.
A chi bisogna credere? A Legambiente? Agli albergatori e proprietari degli stabilimenti balneari? O ad Arpal?
Quando si parla di ambiente, di inquinamento e di dati "oggettivi", quel termine assume svariate forme...
"Oggettivamente" agli imprenditori conviene dichiarare che il Mar Ligure è pulito, altrimenti i turisti scappano, salvo poi, magari, dichiarare che è sporco quando necessitano di interventi finanziati coi fondi pubblici o sono contrari a qualche sorta di cementificazione.
"Oggettivamente" a Legambiente conviene dire che il mare è inquinato, se l'obiettivo è quello di renderlo cristallino (la pulizia in effetti non è mai abbastanza), salvo poi realizzare convegni finanziati da quegli stessi personaggi e da quelle stesse aziende che inquinano pesantemente.
"Oggettivamente" Arpal dovrebbe essere un ente finanziato per fornire dati oggettivi, salvo poi scoprire che spesso le aziende si "autocontrollano" (caso Tirreno Power) , mentre in alcuni casi l'Arpal stessa sembra essere stata complice di chi inquinava (almeno è su questo che si sta indagando a Taranto).
Oggettivamente quindi uno non sa che pesci pigliare.
Il risultato è che legambiente pubblica i suoi dati, gli imprenditori lanciano un messaggio a Legambiente, ricordando che alcuni progetti sono realizzati assieme, e l'Arpal tace, forse scossa dall'interno dal caso Ilva.
Nel dubbio, una controllatina al mare per scrupolo non sarebbe una cattiva idea...