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Savona | 12 agosto 2012, 17:34

Ilva + 15% Tumori, + 30% al polmone. Il settore più inquinante? La cockeria.

Firrao (Politecnico di Torino) "l'ipotesi migliore sarebbe quella di chiudere solo la cokeria Ilva e comprare il suo prodotto, il coke, sul mercato..." Magari dall'Italiana Coke di Cairo Montenotte, che prosegue indisturbata a pochi metri dalle case. E se il vero business diventasse la bonifica?

Ilva + 15% Tumori, + 30% al polmone. Il settore più inquinante? La cockeria.

E' maggiore del 15% l'incidenza dei tumori nell'area del sito dell'Ilva di Taranto, con un picco del 30% in piu' per quelli al polmone: i dati saranno presentati al ministero della Salute a meta' settembre prossimo. Il ministro Renato Balduzzi ricevera' nei prossimi giorni nuovi dati sul rischio dal Centro per il controllo delle malattie (CCM).

Ma la bonifica comincia a fare gola, forse più della produzione...

"Ha tutti grandi numeri la maxi operazione per bonificare l'intero sito dell'impianto Ilva di Taranto, il piu' grande d'Europa, fra i piu' grandi del mondo: 336 milioni per la riqualificazione ambientale, anni di lavori, circa otto mesi solo per fermare l'impianto, durante i quali, nel corso delle progressive procedure di spegnimento, l'inquinamento pero' non diminuira'.

Per completare l'operazione di risanamento, per la quale lo scorso lunedi' e' stato avviato il tavolo di lavoro con il ministro Clini i tempi sono incerti. Servira' ordinare materiali e macchinari e la loro disponibilita' potrebbe incidere profondamente sulla tempistica totale dell'operazione di risanamento dell'area dalla quale arrivano 10 milioni di tonnellate di acciaio l'anno, piu' di un terzo del totale prodotto in tutta Italia (la produzione totale e' di 29 milioni di tonnellate d'acciaio l'anno). A spiegarne le tappe delle procedure e' Donato Firrao, docente di metallurgia del Politecnico di Torino.

Si parte dalla cokeria: e' il settore piu' inquinante dell'impianto dove si fonde il carbone. L'altoforno a Taranto e' appena stato rimesso a nuovo secondo i criteri piu' moderni e i convertitori a ossigeno emettono al massimo ossidi di ferro, che non sono pericolosi, ha spiegato l'esperto. Per questa ragione, secondo Firrao, l'ipotesi migliore sarebbe quella di chiudere solo la cokeria e comprare il suo prodotto, il coke, sul mercato, continuando cosi' la produzione e facendo diminuire le emissioni.

Molto piu' problematico lo spegnimento dell'area a caldo che provocherebbe la 'morte' dell'impianto. Tecnicamente esiste la possibilita' di sostituzione gli impianti con modelli meno inquinanti. Un caso a cui far riferimento e' quello della Siemens che ha realizzato delle acciaierie ad emissioni molto meno inquinanti, ma richiederebbero la costruzione anche di nuovi edifici.

L'operazione per molti e' di una complessita' straordinaria: ''non e' mai accaduto nel mondo un evento come questo - ha spigato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia - si tratta di una vera e propria rivoluzione considerata anche la sfavorevole congiuntura economica che in questo momento ha fatto ridurre del 20-30% la domanda di acciaio''.

Sono molte le complessita' tecniche che gli esperti dovranno affrontare come ad esempio anche la 'semplice' copertura delle aree di stoccaggio dei minerali, che spiega Tabarelli, in tutto il mondo restano scoperti, ma dai quali partono le polveri rosse che 'sporcano' l'area attorno. Sul piano messo a punto dalla task force guidata dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini per l'Ilva lo scorso 26 luglio, ora bisognera' stabilire un percorso con 'tempi certi' Il testo del documento - siglato dal ministro dell'Ambiente e da quello dello Sviluppo economico Corrado Passera, insieme con il governatore Nichi Vendola, il sindaco della citta' Ippazio Stefàno e il presidente della provincia Gianni Florido - parla di ''certezza degli obiettivi e dei tempi di approvazione e realizzazione''. Il protocollo d'intesa 'per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto' prevede risorse per ''interventi di riqualificazione ambientale'' pari a ''un importo complessivo di 336 milioni di euro'': 329 pubblici e 7,2 privati. Di questi, 119 milioni vanno alle bonifiche, 187 milioni per interventi portuali, e 30 milioni per il rilancio industriale per investimenti produttivi caratterizzati da un elevato livello tecnologico."

Pro - memoria:

Ansa - sn

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