"L’Italia è uno Stato teocratico e non democratico e tra le tante azioni che lo confermano c'è che il Ministero della Pubblica Istruzione stampa pagelle con il solo riferimento alla religione cattolica e nei programmi ministeriali adottati non esistono riferimenti alle altre confessioni religiose.
E’ di tutta evidenza che ai nostri amministratori e politic occorre lo scudo cattolico.
Del resto una classe politica immorale e corrotta ha sempre bisogno di essere legittimata eticamente e la strada più facile e veloce è quella religiosa. Così tutti noi paghiamo una cessione di sovranità ad uno Stato straniero, al Vaticano, il quale con arroganza, impone a tutti i cittadini italiani il suo simbolo politico più forte: il crocifisso. Una parte acritica del popolo italiano percepisce il crocifisso come simbolo religioso e culturale, ed è per questo che noi laici abbiamo il dovere di ricordare a tutti che i simboli non hanno mai un significato univoco e storicamente condiviso.
Per molti popoli il crocifisso è stato il simbolo del genocidio, dello sterminio.
Per molti oggi è il simbolo di una casta ecclesiastica che attraverso la sodomizzazione violenta dei fanciulli, praticata impunemente in molte nazioni, continua a tenere sotto scacco gli adulti. Verrebbe da sospettarne la preordinazione.
Abbiamo il dovere di reagire tutti indistintamente per riaffermare che il nostro Stato è laico, che la nostra Costituzione disegna uno Stato democratico e non teocratico.
Chi condivide questo assunto deve agire anche individualmente e deve farlo come può.
Ogni genitore dovrebbe inviare una lettera al dirigente scolastico della scuola frequentata dai propri figli, inviandola per conoscenza anche alla Presidenza del Consiglio, chiedendo la rimozione del Crocifisso.
Dovrebbero farlo anche i cattolici rispettosi della Costituzione, perché solo così potrebbero recuperare al loro simbolo una valenza religiosa, da vivere nel privato della loro spiritualità.
Togliamo al crocifisso la stessa valenza pubblicistica che hanno le bandiere quando si conquista un territorio.
I cattolici dovrebbero trovare la forza e la lealtà di non imporci il loro simbolo religioso con prevaricazione, solo allora meriteranno il nostro rispetto".