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Eventi | 02 agosto 2012, 16:07

“Zuppe, zucche e pan di zenzero - la cucina mostruosa di Tim Burton”

Venerdì 3 agosto, a Loano

“Zuppe, zucche e pan di zenzero - la cucina mostruosa di Tim Burton”

Venerdì 3 agosto, a Loano, nell’ambito della rassegna “Loano per la cultura”, organizzata dall’Assessorato al Turismo, Cultura e Sport del Comune di Loano si svolgerà l’incontro con l’autorice Francesca Rosso.

Alle ore 21.00, sul lungomare, nello Spazio Culturale Orto Maccagli, l’autrice presenterà il suo ultimo libro “Zuppe, zucche e pan di zenzero - la cucina mostruosa di Tim Burton” (2011, Il leone verde edizioni).

Dialogando con il giornalista Luca Ferrua,  Francesca Rosso, giornalista, laureata in Storia e Critica del cinema, sommelier e appassionata di gastronomia, racconterà il cinema di Tim Burton partendo dall’idea che se noi siamo quello che mangiamo, anche i personaggi dei film sono ciò di cui si nutrono.

Si comincia con le zuppe che servono a preparare lo stomaco al resto della vicenda come succede in Batman (1989) quando Vicky Vale e (Kim Basinger) e Bruce Wayne (Michael Keaton) sono a cena insieme e sono così lontani da far risuonare i cucchiai nei piatti di porcellana. La zuppa è un preludio della loro prossima intimità che, complice il calore della zuppa e un buon bicchiere
di vino, arriverà presto. Spesso la zuppa, in quanto miscela di ingredienti uniforme e omogenea è la culla ideale dell’inganno e dell’avvelenamento come succede in Tim Burton’s Nightmare before Christmas (1993): Sally vorrebbe liberarsi del suo carceriere, lo scienziato Finklestein, e prepara una zuppa con il veleno belladonna, alito di rana, per coprire il sapore e porri di verme.

In Edward mani di forbice (1990) tutti i momenti in cui il ragazzo (Johnny Depp) con lame al posto delle mani viene accolto e accettato dalla famiglia e dalla piccola comunità ruotano intorno a piatti di carne. Forse perché a tavola è più facile digerire la diversità.

Più di una passione, più di una mania. Biscotti, torte, caramelle e fiumi di cioccolato sono una vera ossessione nell’immaginario di Tim Burton. Dal cuore di biscotto, dolce e fragile, con cui è fatto Edward alla torta nuziale fatta di panna e tibie de La sposa cadavere (2005), tutto è dolcezza esagerata fino a La fabbrica di cioccolato(2005), favola ciocco-capitalistica, misantropa e asociale sui vizi della nostra società ipertrofica di cibo, gare, oggetti e tv.

Non può mancare uno sguardo sul cibo prodotto dalle macchine, alcune ingegnose e bizzarre come quella di Pee Wee’s Big Adventure(1985) che con un geniale sistema di leve e congegni stile cartone animato prepara la colazione: un ventilatore aziona una girandola che accende una candela che taglia un filo e lascia cadere l’incudine che attiva le eliche che fanno scorrere un uovo in un flessibile di plastica. Tutto questo solo per preparare i pancake. La macchina della vita diventa poi metafora del cinema stesso, vera fabbrica dei sogni nell’epoca della riproducibilità tecnica.

L’ultimo tocco dello chef è il cibo magico. Naturalmente si tratta di Alice in Wonderland (2010) con le sue “Torte in su” che fanno crescere e pozioni che rimpiccioliscono completa la visione personale e del regista. Magia del cinema, arte, incanto, poesia. I film di Tim Burton entrano in noi come nutrimento per la parte più sognatrice, fragile, oscura e meravigliosa della nostra psiche e della nostra anima.

com.

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