La Rsu aziendale e i sindacati hanno incontrato il sindaco di Vado Caviglia e il vicesindaco Canavese per illustrare la preoccupante situazione dei carichi di lavoro produttivi e le possibili prospettive future.
A settembre uscirà di produzione la E464, la locomotiva elettrica prodotta in circa 700 esemplari, che costituisce il mezzo di gran lunga più diffuso sulla rete ferroviaria italiana.
La 464 é stato il prodotto di punta dello stabilimento vadese nell'ultimo decennio, il prodotto su cui il gruppo Bombardier ha basato il rilancio del sito dopo la crisi di fine anni novanta e l'acquisizione da ABB. Con la fine produzione della 464 si chiude un ciclo molto positivo, che ha fruttato 350 milioni di utili al gruppo e 200 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato diretti Bombardier, oltre ad un indotto stabile di un migliaio di addetti.
Oggi contemporaneamente alla fine produzione della 464 si accompagna la crisi generale e la forte contrazione della finanza pubblica cui in grande parte é legato il mercato ferroviario italiano e non solo.
Delle commesse più volte annunciate, legate all'EXPO 2015 di TRENORD (la società per trasporto ferroviario in Lombardia) si sono perse le tracce, e quelle di Trenitalia sono state più volte rimandate e tuttora permangono forti preoccupazione circa la reale disponibilità finanziaria.
La fine della 464 significa nell'immediato la cassa integrazione per i reparti produttivi ma nella prossima prospettiva l'esubero di personale, ma anche la crisi per il personale delle ditte di indotto, sia quelle legate alla produzione che quelle dei servizi che lavorano nel sito, parliamo della logistica, del pulimento, della sorveglianza e della mensa. Non solo, é evidente che la situazione di difficoltà contingente, in mancanza di fatti nuovi, diventerà presto una crisi strutturale che, conoscendo le logiche delle multinazionali, porrà il tema della strategicità per Bombardier del mantenimento in Italia di un sito produttivo con le caratteristiche di quello vadese. É per questo che il sindacato lancia un segnale di fortissima preoccupazione al territorio, per quello che economicamente il sito vadese muove e rappresenta e lo fa in polemica con i messaggi rassicuranti e fuorvianti dell'azienda che tendono a minimizzare il problema e a descrivere solo parzialmente il problema, sia nella complessità reale della crisi che si é aperta, sia nell'impatto occupazionale.
"Abbiamo voluto incontrare le istituzioni per descrivere quella che è la realtà di oggi e quello che ci aspetta nei prossimi mesi, al di la dei messaggi edulcorati di Bombadier, che continua ad emettere comunicati stampa trionfalistici su nuove commesse che sono sí acquisite dal gruppo, ma che non portano lavoro a vado, come é recentemente successo per le locomotive per le ferrovie cinesi. La fabbrica di Vado si sta fermando, e nelle prossime settimane tutto il personale produttivo entrerà in cassa integrazione, ed é solo l'inizio"
Questa é la situazione, la fine della produzione di un prodotto consolidato, la crisi generale e le ricadute sul settore dei trasporti, la necessita di un nuovo prodotto cardine, che consolidi il sito produttivo rispetto al gruppo multinazionale. L'unica possibilità é ancora rappresentata dal trasporto passeggeri, visto che il merci é in crisi e utilizza prevalentemente la gomma. A luglio Trenitalia ha finalmente lanciato la gara per una commessa da 70 treni a trazione distribuita, 70 convogli da adibire al trasporto regionale italiano, per sostituire il vetusto materiale oggi impiegato per i viaggiatori pendolari. Ma tutto questo é allo stato una incognita.