La notizia non potrà che far piacere ai carcaresi: l’aliquota sulla prima casa passa dal 6 al 5,2 per mille, mentre si conferma quella del 9,8 per tutti gli altri fabbricati. Ma, passato il momento di euforia, la domanda sale spontanea: dopo tante polemiche, critiche e conti “che non quadrano”, come mai il “miracolo” è avvenuto solo ora?
In prima battuta verrebbe da dire “bravo” all’assessore al Bilancio, Franco Bellenda. Ma è proprio così? In altre parole, quando l’opposizione, l’ex sindaco Angela Nicolini in testa, aveva duramente criticato l’imposizione di quell’aliquota al 6 per mille, la più alta in Val Bormida, in fondo si pensava che stesse facendo, appunto, opposizione, approfittando anche di una debacle della maggioranza per una decisione impopolare ma necessaria. Allo stesso modo, quando il gruppo di maggioranza che si rifà alla Lega Nord, aveva assunto una netta presa di posizione critica, quasi un “golpe” all’interno della coalizione che governa Carcare, con il capogruppo Alessandro Ferraris che sottolineava “analizzato il bilancio e tutta la documentazione, secondo noi ci sono margini per intervenire ed abbassare quell’aliquota troppo elevata”, si era pensato all’ennesima coltellata che la Lega sferrava contro una maggioranza di cui fa parte, ma allo stesso tempo sempre più si differenzia.
Eppure è andata proprio così. Aveva ragione Ferraris. Aveva ragione la Lega Nord. Quindi l’annuncio dell’assessore al Bilancio, Franco Bellenda, “con provvedimento della Giunta comunale, tenendo conto delle indicazioni dei vari gruppi consiliari di maggioranza e opposizione, e del fatto che il bilancio verrà approvato entro il mese di agosto, a due terzi della gestione e quindi in presenza di dati più veritieri , è stato possibile ridurre l’aliquota IMU per la prima casa”, come deve essere interpretato?
Bravi ora, a reperire le risorse per poter diminuire l’aliquota, o superficiali prima, quando si affermava che quell’aliquota era una scelta obbligata visto che non c’erano margini di manovra?
Possibile che a distanza di un mese dalle feroci critiche di Lega Nord ed opposizione di centro-sinistra, ci si è accorti di poter aumentare tutta una serie di introiti (20 mila euro dall’acquedotto, 10 mila dalla mensa), di poter aumentare di 30 mila la previsione di oneri di urbanizzazione da applicare alla spesa corrente; di poter usufruire di 15 mila euro dal fondo di riserva (che passa da 40 a 25 mila euro) e, ma si dice che si sia venuto a saperlo solo a giugno, di ottenere 70 mila euro dallo Stato, riconosciuti per la mobilità di tre dipendenti dalle Ferrovie”.
E la domanda torna ad echeggiare: bravi ora, o superficiali prima?