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Attualità | 21 luglio 2012, 16:54

Inquinamento Tirreno Power: carta canta, e stona di brutto

"Comprensibile che Tirreno Power ed altre aziende cerchino di "occultare" verità che potrebbero essere nocive ai loro interessi economici, ma non sono accettabili i comportamenti di Regione, Arpal, ASL che non fanno accurate indagini sui livelli degli inquinanti e sulla epidemiologia" (di Paolo Forzano)

Inquinamento Tirreno Power: carta canta, e stona di brutto

E' indubbio che ogni analisi debba essere fatta da "esperti" del settore, ma alle volte non sarebbe neppure necessario scomodarli, quando i dati sono evidenti oltre un certo livello.

Inquinamento nell'area savonese: possiamo farci molte domande, ma intanto siamo di fronte ad una situazione di silenzio quasi omertoso da parte di molti, specie quelli che hanno come loro specifico compito quello di salvaguardare la salute dei cittadini.

Comprensibile che Tirreno Power ed altre aziende cerchino di "occultare" verità che potrebbero essere nocive ai loro interessi economici, ma non sono accettabili i comportamenti di Regione, Arpal, ASL che non fanno accurate indagini sui livelli degli inquinanti e sulla epidemiologia.

Ritornando ai silenzi: ho detto "omertosi" perchè la "trasparenza" è tutt'altra cosa! Trasparenza è comunicare i dati a "tutti" in modo "accessibile" e "comprensibile". E' stato fatto così? No, no, no! Assolutamente no! Ed allora mi pare che il termine "omertoso" sia quello giusto. Che dopo sei anni, dicasi ben sei anni, si scoprano negli anfratti del Ministero dell'ambiente dati sul monitoraggio dei licheni è una ennesima prova che si vogliono occultare dati relativi alla realtà savonese. Dico savonese perchè l'area di influenza dell'inquinamento prodotto dalla centrale è vasto: un raggio di circa 50 km! I vertici della centrale Tirreno Power di Vado Ligure osservano che non esiste solo la centrale a produrre inquinamento. E' vero! Esistono tante altre industrie ed attività inquinanti. Ma certamente i "volumi" prodotti dalla centrale sono prevalenti.

 
Ma sono stati fatti censimenti e rilevamenti sulle possibili fonti di emissioni inquinanti? Quanti e quali studi "a camino" e quanti "a terra"? Quali dati nell'aria, nel suolo, e nelle acque sottostanti? L'area di Quiliano-Vado è un bacino inbrifero importante.

Il sole24ore del 18 luglio 2012: L'Ilva di Taranto a rischio chiusura articolo di Domenico Palmiotti. Che dice?

Con voto unanime del Consiglio regionale diventa infatti legge la nuova norma che introduce in Puglia una stretta sulle emissioni industriali inquinanti attraverso la Valutazione del danno sanitario (Vds).

La Vds sarà un rapporto che Ares, Asl e Arpa dovranno redigere ogni anno, tenendo conto dei dati del Registro tumori e delle mappe epidemiologiche delle principali malattie a carattere ambientale. Se il rapporto Vds - dice la Regione - dovesse evidenziare delle criticità, gli stabilimenti responsabili dovranno essere dotati di sistemi che evitino la diffusione delle polveri e degli inquinanti.

Oltre alla diffida è anche prevista la sospensione dell'esercizio dell'impianto in caso di inadempienza.

Ma non è solo la legge, che limita anche gli scarichi e prevede la copertura dei parchi minerali dell'Ilva, l'unica mossa con cui le istituzioni cercano di evitare i sigilli giudiziari all'acciaieria.

Il diciannove luglio a Roma si è tenuto un vertice fra ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo e della Coesione territoriale e Regione Puglia per mettere in pista il piano per la bonifica dell'area di Taranto, dove c'è da fronteggiare un inquinamento che rinviene da 50 anni di industrializzazione pesante, ben prima, dunque, della privatizzazione dell'Ilva.

L'incontro dovrebbe rendere spendibile una prima dote di 300 milioni tra fondi nazionali e regionali. Con un pressing bipartisan, i parlamentari pugliesi (a partire dall'ex ministro Pdl Raffaele Fitto e dal senatore Pd Nicola Latorre) chiedono che il Governo riconosca «la specificità e l'emergenza di Taranto».

Possiamo "COPIARE" dalla regione Puglia?

Intanto leggiamo la tabella dei rilievi sui licheni sul rapporto sull'inquinamento realizzato da Tirreno Power. Che nella nostra area ci sia una fortissima "sofferenza" dei licheni è cosa nota. I licheni sono dei misuratori naturali di inquinamento. Non mentono! Che dire di 17 volte più cromo medio rispetto al valore di naturalità media, e di 5,5 volte più cromo massimo rispetto al più alto valore italiano? Comunque il valore massimo di cromo rilevato è superiore di 82 volte rispetto al valore del cromo come naturalità media.

La voce agli esperti!

CR = Cromo, CD = Cadmio, HG = Mercurio, AL = alluminio, CU = Rame, V = Vanadio, ZN = Zinco, AS = Arsenico, PB = Piombo



Paolo Forzano
presidente
Comitato Casello Albamare
aderente alla
Rete Savonese Fermiamo il Carbone RSFC


comitato-casello-albamare.blogspot.com

 

Ing. Paolo Forzano

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