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In Breve

INDUSTRIA & COMMERCIO | 20 luglio 2012, 11:14

Maersk: campo prove? Dal video si direbbe qualcosa di più...

Un molo di terra e una muraglia di cemento fan da cornice al mistero dei lavori per la piattaforma Maersk

Maersk: campo prove? Dal video si direbbe qualcosa di più...

"Campo prove"... "Lavori propedeutici alla piattaforma": questa la tecnica usata per giustificare (ma senza spiegare) quello che accade all'interno della Rada di Vado; di più, se colta in fragrante (ad esempio la smentita circa un fantomatico accordo firmato con il Ministero per l'arrivo dei soldi destinati alla piattaforma) Autorità Portuale si barrica dietro un "non sono cose che vi riguardano".

Nel frattempo, ciò che realmente avviene all'interno della rada resta un mistero.

Mistero sì, perchè neppure l'amministrazione Vadese, suo malgrado e non senza una buona dose di "nervoso", in questi mesi è stata in grado di rispondere che cosa esattamente stiano facendo le aziende all'interno della Rada di Vado. Campo Prove, gli dicono, e tutto sembra sistemato.

Accade però che qualcuno, un po' più curioso e che non sopporta di essere trattato come un asino, decida di dare una sbirciatina, magari passando dal mare, ed ecco che dietro le "barricate omertose del "campo prove" si nascondono dei lavori che, almeno all'apparenza sembrano di gran lunga più grandi.

E il video, manco a dirlo, finisce subito su Youtube, affinchè tutti possano vedere coi propri occhi: un molo in terra, con sopra dei blocchi di cemento tutti in fila, e una ruspa che smuove della terra.

E, come recita il commento sotto al video, una domanda sorge spontanea: ma non era stato detto che i lavori in mare dovevano comunque essere fermi fino alla fine della stagione balneare? O almeno così era stato stabilito tramite il "rapporto epistolare tra autorità portuale e Comune di Vado. Campo prove si, ma tra qualche mese.

E invece il molo avanza, le ruspe continuano a lavorare e la grande muraglia non si ferma.

Forse sarebbe il caso di mandare qualcuno di più competente e ufficialmente designato a dare una controllatina... L'impressione è che stia succedendo qualcosa di più ... Chissà che non ci sbagliamo...

Nel frattempo il sindaco di Vado, Attilio Caviglia, deve affrontare la propaganda mediatica che cavalca l'onda (meglio dire specula) sulle dimisisoni del vicesindaco Franca Guelfi, baluardo nella difesa dell'ambiente.

Dimissioni non politiche, e che niente hanno a che vedere, come sostiene la diretta interessata, con presunti cambi di indirizzo dell'amministrazione vadese, che invece persegue la stessa linea per la quale è stata eletta e che gode della piena fiducia della dimissionaria.

A nulla quindi valgono le affermazioni di Bovero, che attacca prima la "sinistra" (cosa avrà di sinistra il PD è ancora tutto da scoprire) di non essere stata in grado di organizzarsi a sufficienza, perdendo così le elezioni proprio contro Caviglia, colui il quale, sempre secondo Bovero, avrebbe solo bloccato lo "sviluppo".

Ora, tolto il fatto che se per sviluppo Bovero intende la chiusura delle fabbriche vadesi ed il conseguente ricatto occupazionale esercitato sui lavoratori per far partire due progetti inutili come Piattaforma Maersk e l'ampliamento di Tirreno Power (ricordiamo che i costi di entrambi i progetti, in termini sia economici che di impatto ambientale, sono enormemente superiori ai benefici) siam messi maluccio.

A questo, come fa notare Caviglia, andrebbe aggiunto che a esclusione dell'ampliamento della centrale a carbone e della realizzazione di oltre 200 mila metri quadri di piattaforma container,  la stessa "sinistra" non avrebbe proposto progetti significativi per lo sviluppo di Vado e della provincia.

Lo stesso sindaco risponde poi, a chi lo accusa di essere un "Bastian contrario", che la tutela dell'ambiente, la salvaguardia della salute dei cittadini, la compartecipazione della cittadinanza alle decisioni riguardanti la propria tutela e la pretesa di garanzie in questo senso prima della realizzazione di qualsiasi progetto, sono alla base della democrazia e dell'attività di un'amministrazione, e che queste condizioni comportano un confronto spesso evitato dalle parti in causa, e che conseguono un ovvio irrigidimento.

Garanzie in primis quindi: garanzie che mancano, se non a parole, e che i cavalieri del container e del carbone sembrano non voler concedere. Anche grazie a quella "sinistra" che non si oppone, quando non ne è complice.

Matteo Loschi

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