INDUSTRIA & COMMERCIO - 18 luglio 2012, 09:04

Savona e Autorità Portuale: un savonese proprio no?

Il Ministero sceglie un militare. Ma i cittadini?

Savona ha una grande difficoltà: valorizzare e stessa.

Lo si è visto in diverse occasioni, e negli ultimi anni è andata sempre peggio.

Lo si vede con i crocieristi della Costa dirottati nei centri commerciali, invece di aprire i negozi di domenica e mostrar loro le nostre attrazioni storico-artistiche.

Lo si è visto quando le varie amministrazioni hanno tagliato le gambe ai giovani che, con spirito di intraprendenza e senso civico, cercavano di aprire un centro sociale rivolto alla cittadinanza. O quando, probabilmente per placare il tradizionale mugugno dei turisti più anzianotti, si fece sparire pure lo Skate-Park.

Lo si è visto con la scomparsa di un teatro storico in favore di "non si capisce bene cosa", o con la cementificazione di intere aree per dedicarle alle solite cattedrali del consumo, mentre le spiagge libere diventano una merce rara, i nostri cervelli emigrano e chi resta respira l'irrespirabile.

Valorizzare Savona ed i propri elementi sembra una causa persa. E anche ora lo si dimostra con la nomina del presidente dell'Autorità Portuale.

Eppure di nomi di savonesi DOC ce n'erano.

Uno di questi è l'Ing. Roberto Cuneo, la cui candidatura a presidente autorità portuale avrebbe potuto fare un po' di luce anche sui giochi di potere, ma che la stampa locale s'è guardata bene dall'evidenziare.

Savonese, ingegnere, per anni consigliere comunale e con un'esperienza a 360 gradi, come si può evincere dal suo curriculum (a differenza degli altri, pubblico e ben pubblicizzato):

- Laureato all’Università di Genova nel 1968 in Ingegneria Civile Costruzioni Marittime, con una tesi di progetto funzionale e strutturale di porto per container (108/110)

- Fino al 1974 nel settore Piani e Studi, dove ha progettato opere marittime (sia dal punto di vista statico che da quello funzionale) e partecipato alla redazione di diversi studi di fattibilità per impianti siderurgici completi.

- 1991-1992 ILVA. L’Ing. Cuneo ha coordinato, con un incarico ad personam, la parte tecnica del progetto Utopia, di ricollocazione degli stabilimenti siderurgici di Cornigliano, Piombino e Bagnoli e riutilizzo degli spazi.

- 1995-1998 ASL 2 Savonese. Direttore Generale: 3100 dipendenti e 450 miliardi di produzione; comprendente 3 ospedali e 8 strutture sanitarie per un totale di circa 1000 posti letto.

- All’inizio del 2002 l’incarico è stato lasciato per candidarsi a Sindaco per la “Casa della libertà ed oltre” per il Comune di Savona. Dopo le elezioni (perdute) è stato Consigliere comunale di opposizione ed ha costituito il Gruppo Cuneo.

Una persona "completa, con esperienza in ogni settore, che proponeva la sua candidatura con queste parole:

"Vorrei che i curricula dei candidati fossero pubblici e confrontabili. Da essi dovrebbe emergere anche una presa di distanza dal passato recente, caratterizzato da gravissimi errori di strategia e tecnici, come spiego, nei punti principali, nella proposta della mia candidatura.

Le caratteristiche dei candidati possono essere molto diverse tra loro ma quelle che sono imprescindibili per me sono le seguenti: sapere bene l’inglese, avere una laurea tecnica o economica, avere guidato aziende, avere un forte senso della democrazia; non avere alle spalle solo un’attività di professionista (perché chi decide è sempre il cliente), di funzionario pubblico (abituato all’obbedienza ai poteri forti) o militare (perché basata sul rispetto delle gerarchie e dei formalismi ed ignara dei contenuti e del negoziato).

Gli enti che devono scegliere, se la trasparenza non è una parola vuota, devono motivare perché, di fronte a curricula pubblici e noti, essi scelgano un candidato anziché un altro."

Una candidatura che avrebbe potuto scuotere gli animi. E che forse, proprio per questa ragione, fatta passare in sordina.

Per finire invece col ricevere un ammiraglio, venuto da fuori, i cui interessi per il porto di Savona han già scatenato il putiferio.

Prima la nomina del figlio nella dirigenza di Autorità Portuale Savona assieme al fratello del presidente uscente Canavese (nepotismo? Ai posteri l'ardua sentenza...), poi l'accusa mossa dall'area genovese sul presunto tentativo di favoritismo verso la "piattaforma che non c'è" di Vado Ligure (i dettagli su un art. del Secolo XIX di qualche gg fa e linkato nell'articolo correlato in fondo).

Un ammiraglio, un militare (come se in giro non ce ne fossero già abbastanza) ovviamente favorevole alla Maersk, ma che parrebbe (e non si capisce bene il perchè) non piacere a Burlando (il che par strano vista l'acquolina in bocca del PD nella realizzazione della piattaforma). Forse per la questione di Genova? Non si sa.

Di sicuro ed evidente c'è il duello (o dovremmo dire rissa) tra PD e PDL (padroni vs padroni) per chi potrà accaparrarsi i frutti dello scempio che sarà la Pittaforma Container di Vado: poco importa se sventrare la rada di Vado significa condannare la cittadina alla sua fine più bieca.

Soldi soldi soldi soldi. Quelli che escono dalle tasche dei cittadini ed entrano in quelle di partiti e padroni.

E a proposito di cittadini... Quale sarebbe il grado di coinvolgimento nella scelta del presidente di Autorità Portuale? Perchè se si tratta di Ente pubblico, con 300 milioni circa di finanziamenti pubblici (regalino al colosso Danese), sicuramente la cittadinanza sarà partecipe...

... Palo....

Il coinvolgimento sembra inesistente. Non sia mai che la posizione di chi poi dovrà vivere a contatto con quel colossale abominio possa mettere i bastoni tra le ruote agli interessi dell'imprenditoria locale. Un po' come la consultazione popolare di qualche anno fa, scavalcata a piè pari dall'amministrazione comunale di allora.

Pochi ricordano però cosa successe in quell'occasione: l'amministrazione fu investita dalla rabbia e dalla reazione della cittadinanza delusa e ferita, e fu cacciata a pedate grazie soprattutto all'impegno, costanza, dedizione e senso civico dei comitati contrari alla piattaforma.

Partecipazione attiva e quotidiana, grinta, determinazione, senso civico, e soprattutto organizzazione: un ricetta sempre valida che, come dimostrato più volte, nasconde un potere guaritivo: non solo nei confronti dei singoli, che finalmente potrebbero tornare ad essere orgogliosamente partecipi nella difesa del proprio futuro, ma anche nei confronti di quel virus chiamato "democrazia rappresentativa", dove l'illusione che delegando qualcuno a difendere i propri interessi, questi siano difesi.

Un po' come l'illusione che se il proprio comune ha la possibilità di proporre lanomina di un proprio uomo alla presidenza di Autorità Portuale, la democrazia sia rispettata.

Matteo Loschi