L'ex poliziotto poi magistrato Antonio Di Pietro non ha perso il riflesso condizionato della cultura questurina.
Non contento ( e “non pentito”) di essersi opposto a suo tempo persino ad una commissione parlamentare d'inchiesta sui crimini della polizia a Genova, Di Pietro giunge oggi a denunciare ..“i crimini dei manifestanti” e a chiedere loro “le scuse”.
E questo dopo l'accertata conferma giudiziaria delle brutalità poliziesche e delle responsabilità dei comandi.
Cari Vendola e Ferrero, come potete rivendicare il movimento di Genova e al tempo stesso allearvi con chi lo considera “criminale”? Come fate addirittura a considerare Di Pietro una costola della “sinistra” radicale con cui realizzare un blocco privilegiato?
O coi movimenti o coi questurini, non si possono tenere i piedi in troppo scarpe.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI