Savona - 29 giugno 2012, 12:16

Rapporto Liguria della Banca d'Italia: 4000 disoccupati in più nel savonese

E’ proseguita la fase di debolezza del comparto delle costruzioni, è leggermente diminuita l’attività nei porti mentre il settore commerciale ha registrato un calo nelle vendite di beni durevoli. Solo il turismo ha mantenuto le posizioni

L’altalena della crisi continua a deprimere l’economia savonese e non ci sono segnali di possibili inversioni di trend nella seconda parte dell’anno. Lo ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio di Savona, Luciano Pasquale, aprendo l’incontro che si è svolto a Palazzo Lamba Doria per la presentazione del rapporto “L’economia della Liguria”, curato dalla sede di Genova della Banca d’Italia.

L’altalena della crisi, in questa prima parte del 2012, ha addirittura ampliato le sue oscillazioni, nel senso che il numero delle imprese è scivolato ancora più in basso (-1,5% il calo a fine marzo nei confronti del dicembre del 2010) mentre alla stessa data il numero delle persone in cerca di occupazione nel Savonese è salito a quota 22.700, oltre 4 mila in più rispetto alla fine del 2010.

“La provincia di Savona e l’insieme della sua economia – ha aggiunto Pasquale – possono tuttavia contare su forti ancoraggi e su una non comune capacità di reazione. La Camera di Commercio è impegnata a sostenere il sistema economico locale. Nei giorni scorsi abbiamo deciso di riportare all’originario importo di 1,3 milioni di euro il plafond, nel frattempo consumato, da destinare ai confidi per controgarantire l’accesso al credito delle imprese. E sono aperti dei bandi importanti, che assegnano contributi alle imprese che fanno rete, ai giovani imprenditori, a chi punta ad andare sui mercati internazionali. Nell’emergenza che ci troviamo ad affrontare – ha concluso il presidente della Camera di Commercio – è necessario fare tutto quello che si può per rivitalizzare l’economia e riprendere ad avere fiducia: c’è solo da lavorare, da lavorare tantissimo”.

Letizia Radoni, direttrice della sede genovese della Banca d’Italia, è volta più in alto di Savona e della Liguria, puntando direttamente su Bruxelles, dove è in corso il vertice europeo, da cui si attendono, se non la soluzione dei problemi, forti dichiarazioni di impegno, per dimostrare che si fa sul serio per contrastare recessione e speculazione. “In realtà – ha detto – molte regole e molti parametri erano previsti nei trattati, ma non erano rispettati. E si è già provveduto a rendere le norme più stringenti. Si è anche capito che la Germania mira ad un’unione politica rafforzata nel medio – lungo termine, mentre la Francia chiede misure più incisive nell’immediato. Si tratta quindi di trovare un mix equilibrato, in un clima che ci risparmi ulteriori fibrillazioni, in parte anche poco comprensibili”.

Il Rapporto Liguria della Banca d’Italia è stato illustrato dal responsabile dell’Ufficio Analisi e Ricerca Economica e Territoriale della sede di Genova, Alessandro Fabbrini. Un report caratterizzato dall’emergere, nella seconda parte del 2011, di forti tensioni sui mercati, con la necessità di ripetute correzioni di finanza pubblica. A queste difficoltà si sono sommati il peggioramento del clima economico. Il rallentamento dell’attività produttiva e la revisione al ribasso delle previsioni sull’economia. “E la Liguria – ha osservato Fabbrini – ha subito avvertito la frenata, con impatti negativi su ordini, produzione e fatturato del settore industriale. E’ proseguita la fase di debolezza del comparto delle costruzioni, è leggermente diminuita l’attività nei porti mentre il settore commerciale ha registrato un calo nelle vendite di beni durevoli. Solo il turismo ha mantenuto le posizioni, beneficiando di un incremento delle giornate di soggiorno della clientela, in particolare di provenienza estera”

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