Savona - 28 giugno 2012, 17:36

La Vera Ideona è collocar Santoro nello stessa sera di Italia-Germania e Fazio - Gramellini nel giorno della finale. Geniale

Chissà se il povero Fazio si è seccato dell’anticipazione forzata del suo incontro al Priamar. Gramellini, da giornalista, forse coglie di più le ragioni del dio calcio. Ma la vera perla è il banchetto in Corso Italia...

Certo che come serate e date, neppure un genio del male sarebbe arrivato a tanto.
Si va bene, si spera che il calcio faccia da calamita per il pubblico - e questo già è umiliante per gli ospiti - ma obbligare Michele Santoro a Savona a concludere un intervento certamente interessante ad una cert’ora perchè inizia la partita è veramente il minimo.

In effetti anche la bella locandina è intonata: la silouette di un bomber che prende a calci l'icona dell'ideona. Perfetto.

Ma per far l'indegna rima, la vera perla è il banchetto: piazzato nel punto X di Savona - centro. Voi direte: ci sarà qualcuno che distribuisce gli opuscoli e spiega che gli orari sono cambiati... NO. A Savona no.

C'è solo una specie di librone a sinistra con il timing pecettato con lo scotch, ma tutti i depliant del punto - promozione disabitato, sono tutti cannati.

Chi li ritira, si andrà a gustar Santoro alle 21:30 quando sarà già finito da un'era.

Immensi.

E Fazio + Gramellini? Idem: 21:30 durante la finale

Con tutto l'affetto per l'Anart, Bravi tutti, studio libero.

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Ma a proposito di Autori e maestri del piccolo schermo, qualcuno si è dimenticato di invitare l'albenganese Antonio Ricci?

Certamente no ci conferma un Posani canuto ma sempre in forma

Non è una difesa d'ufficio non richiesta, ma forse per Savona 29 telegatti non erano abbastanza.

Antonio Ricci (Albenga, 26 giugno 1950) è un autore televisivo e produttore televisivo italiano.

 

Biografia

 

Antonio Ricci nasce ad Albenga il 26 giugno 1950; è uno dei più apprezzati autori della storia della televisione italiana. Come ha scritto il prestigioso Variety, "Antonio Ricci, con il suo gusto tra la commedia e il varietà, ha cambiato il volto della tv italiana". Infatti, attraverso l’uso del linguaggio e delle immagini e la commistione di generi, ha creato personaggi e modi di dire entrati a far parte dell’immaginario. Molti neologismi lanciati nelle sue trasmissioni sono stati inseriti nei dizionari della lingua italiana.

Ricci si laurea in Lettere e in Storia dell'Arte con una tesi su La difesa dei Beni Culturali e ottiene l'abilitazione all'insegnamento. Ricci ha realizzato sia per la tv di Stato Rai che per quella commerciale Mediaset, molti programmi che hanno fatto la storia della televisione.

Nel 1975 presta servizio di leva presso l'Aeronautica Militare.

A 29 anni firma la prima serata del sabato di Raiuno. È con Fantastico (1979, ’81 e ’82), che inizia la sua stretta collaborazione artistica con Beppe Grillo. Già nello show di prima serata, Ricci firma testi pungenti e irriverenti, che aprono il varco alla satira per il grande pubblico. Da allora Ricci confeziona programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana precorrendo i tempi e destrutturando, attraverso un nuovo linguaggio, i canoni preesistenti.

I programmi di Antonio Ricci

Con “Fantastico” (1979, ’81 e ’82) inizia una collaborazione artistica con Beppe Grillo, e sempre con lui quale mattatore, Ricci firma i successivi cult-tv “Te la do io l'America” (1980) e “Te lo do io il Brasile” (1984), che lanciano l'originale format del presentatore on the road (Grillo) e del "turista per caso" alla scoperta degli usi e costumi, spesso bizzarri e divertenti, dei rispettivi paesi. Dal Bronx al Maracanã, dalla 5th Avenue alle favelas, il programma smitizza luoghi comuni a "stelle e strisce" e verde-oro proponendo un inedito viaggio al di fuori delle guide turistiche, sulla scorta di un'ironia travolgente.

Dal 1983 al 1988 è la volta del rivoluzionario “Drive In”: il primo varietà comico-satirico della televisione. In un’ambientazione di derivazione americana – il Drive In – l'azione si svolge in alcuni luoghi predefiniti: la cassa, il bar, il guardaroba, il parcheggio, il palcoscenico. Qui si muovono e prendono la parola personaggi tipicamente italiani, bozzetti usciti dalla società così come caratterizzazioni di personaggi famosi. Uno “strano” programma che non è un varietà classico, non presenta alcuna matrice teatrale, non si poggia su alcun punto di riferimento, privo di scale e sipario; uno spettacolo a 360 gradi, con continui rimandi, con una conduzione da sit-com in cui il fil-rouge è rappresentato dal gestore del locale che insieme al suo assistente “mettono in mezzo” il “pollo” di turno. Un’unità di tempo e di spazio, “forata” dai filmati proiettati sul grande schermo; un ritmo assolutamente innovativo – da non confondere con la velocità – che porterà il celebre attore Vittorio Gassman a dire: “dopo il ‘Drive In’ ho dovuto cambiare ritmi anche in teatro”. Lo lodarono anche i poeti Giovanni Raboni e Maurizio Cucchi, così come i semiologi di fama internazionale Umberto Eco e Omar Calabrese. Il programma verrà proposto anche in Grecia, Canada, Spagna, Francia e nei circuiti alberghieri dell’Unione Sovietica.

Tra gli altri programmi ideati da Ricci emerge l'innovativo “Lupo Solitario” (1987), definito da Umberto Eco "il varietà del futuro" durante il Congresso sulle Nuove Tendenze Televisive di Parigi, mentre lo stesso Ricci lo lancia come "un programma ironico e di inquietudine". Il plot dello show ruota attorno ad un'emittente televisiva collocata a bordo di un dirigibile pirata che si inserisce nel sistema dei mass media per trasmettere immagini rubate da tutto il mondo. Con il taglio volutamente underground e piratesco, il programma svaria tra immagini e rubriche che affondano la loro energia nella società e nella cultura, ospitando figure di primissimo piano come l'artista francese Roland Topor, il poeta americano Gregory Corso e il russo Evgenij Evtusenko (i quali declamano versi in un panificio nella rubrica "Il forno della poesia"). Considerato dalla critica un vero e proprio programma cult, non solo per l'originalità dell'impianto scenico e comico-autorale, ma soprattutto perché ha aperto le porte del surreale e del grottesco sul piccolo schermo, il programma di Ricci ha gettato le basi del successivo “Matrjoska” (1988).

Il riferimento alla bambola russa di "Matrjoska" sottintende all'originale format ideato da Ricci come un contenitore di contenitori, ricco di satira graffiante, anticonformista, dissacratoria. Oltre a far esordire alla conduzione un venditore ambulante abusivo, Ricci fa registrare una serie di cori eseguiti da Comunione e Liberazione, l'Arci-caccia, Boy Scouts, Esperantisti e Giovani Socialisti per mescolarli con le più belle poesie del '900 recitate da un presentatore vecchia maniera, gli spot elettorali, i passaggi della nota pornostar Moana Pozzi, un mostro verde ributtante di nome Scrondo, in modo da decontestualizzarli, privarli di senso e renderli esilaranti per contrasto. Proprio l'insorgere di Comunione e Liberazione, che paventando un dileggio invoca il procedimento d'urgenza per bloccare l'uscita della trasmissione, fa di "Matrjoska" uno dei più clamorosi casi di censura e mistificazione della televisione italiana. Silvio Berlusconi, editore delle Reti Fininvest, blocca il programma, mentre i giornali come causa della mancata trasmissione non indicano il coro di Comunione e Liberazione bensì, per convenienza, il casto nudo di Moana Pozzi.

Dalle ceneri di "Matrjoska", Ricci fa nascere “L’Araba Fenice” (1988), con lo stesso impianto e lo stesso cast del programma precedente, compreso l'audio del coro di Comunione e Liberazione suonato al contrario per la sigla "orientaleggiante". Il clou viene raggiunto nella scena finale, in cui si inscenano i funerali di Berlusconi dopo una rissa con i manager di Publitalia (concessionaria pubblicitaria delle reti Fininvest, appartenenti allo stesso Berlusconi).

Nel 1988 Ricci firma “Odiens”, che si merita il titolo di "varietà deliquenziale" e il sottotitolo "documentario". Odiens, participio presente del verbo odiare, colui che odia. E odia tutto ciò che fa audience, come gli animali, i fenomeni da baraccone, le malattie. Il programma, contraddistinto da una scenografia hollywoodiana con scalinate e giochi d'acqua, è una rilettura critica di tutto quanto mette in moto la macchina degli ascolti: star, animali, dilettanti, tutti ammaestrati per fare spettacolo. Il simbolo della trasmissione è un enorme salame: carne trita di porco. "Avessi voluto una trasmissione più patinata avrei messo un prosciutto crudo", ha commentato Antonio Ricci. Oltre a cercare di aumentare i dubbi e a distruggere qualunque certezza, lo show mette in scena suggerimenti di disobbedienza civile o di sopravvivanza: come risparmiare sull'acqua calda invertendo il contatore, come rubare scatti alla compagnia telefonica taroccando i telefoni, come riutilizzare i francobolli usati, come giocare alle slot a Montecarlo usando 50 lire anziché 1 franco visto che hanno lo stesso peso. Le ragazze che fanno da cornice allo show chiamate Littorine, vestite da Giovani Italiane, che rappresentavano il nuovo fascismo: il consenso, la pubblicità, lo sponsor, l'omologazione; una citazione di Godard che diceva che la pubblicità è il nuovo fascismo.

Sempre nel 1988 Antonio Ricci crea "Striscia la notizia", un telegiornale satirico assolutamente originale del panorama televisivo anche oltre frontiera. Un cocktail di scoop e battute, inchieste e tormentoni, satira, politica e società, con due comici scelti quali anchor-men a fare il verso ai mezzibusti dei tg tradizionali e un gruppo di inviati sui generis. Tra questi ultimi spicca il pupazzo rosso Gabibbo, diventato l’inviato di riferimento della tv italiana, al quale la gente affida le proprie piccole e grandi ingiustizie scrivendo più di 1500 email al giorno.

Nel corso degli anni, lungo 23 edizioni sempre in testa agli ascolti, quella che il regista Federico Fellini ha definito “una trasmissione che risulta più o meno come un reato”, è stato eletto dagli italiani, più volte, il telgiornale più credibile, ha collezionato scoop da “Prima pagina”, come è successo per il filmato inedito sui saccheggi nel campo di Valona in Albania durante la Missione Arcobaleno nel settembre 1999, tale da scatenare terremoti politici anche a livello internazionale. O addirittura scoop sulla sicurezza nazionale, come quando nel ’91 “Striscia” scoprì due navi irachene ancorate nel porto di La Spezia, con tanto di 80 marinai e 40 ufficiali, in piena Guerra del Golfo.

I clamorosi taroccamenti dell'informazione, come quando il telegiornale satirico svelò che il cronista della CNN si collega con il network indossando la maschera antigas durante la Guerra del Golfo, ma in realtà non c'era alcun pericolo ed era tutta una messa in scena per rendere più sensazionale il servizio, con i colleghi del giornalista alle sue spalle che lavoravano tranquillamente senza maschera e i relativi tentativi di tagliarli dalle inquadrature: il servizio rivelatore del Tg satirico ha fatto il giro del mondo destando scalpore e suscitando dibattiti sull'informazione-spettacolo.

Il clima è tuttavia quello di un varietà, con due belle ragazze che ballano tra notizia e l'altra: sono le Veline, un omaggio alle veline che i centri di potere inviavano ai giornali per tenere l'informazione sotto controllo, nonché parodie viventi dei settimanali che da sempre hanno utilizzato donne poco vestite in copertina; figure entrate di diritto nel vocabolario dell'Accademia della Crusca, l'istituto nazionale per lo studio e la salvaguardia della lingua italiana: "il termine velina è divenuto familiare oggi grazie alla crescente efficacia divulgativa di 'Striscia la notizia'. La sua notorietà iniziò quando l'ideatore Antonio Ricci provvide ad animare e ingentilire il notiziario, con artificio metonimico, con pimpanti vallette alle quali assegnò il compito di recapitare in scena ai farseschi conduttori alcuni messaggi provenienti dalle autorità".

"Le Veline secondo Ricci - sono importantissime per Striscia, servono a mantenere la trasmissione nel clima del varietà e ricordano in ogni momento che anche noi siamo spettacolo e non verità". Dal 1990 ad oggi, Ricci firma Paperissima: è contraddistinto dai filmati delle gaffe di gente comune e volti celebri. I filmati che arrivano da tutto il mondo hanno per protagonisti gli adulti, lo sport, la moda, gli animali e i bambini, la cui innocenza emerge proprio nei filmati amatoriali che genitori e parenti realizzano all'insaputa dei protagonisti. Uno spettacolo per tutta la famiglia condito, tra un filmato e l'altro, da un varietà in studio in cui si rivisitano in chiave parodistica i grandi classici del cinema e della letteratura.

Antonio Ricci ha firmato anche i "casi" televisivi delle ultime estati.

Veline (2002, 2004 e 2008): la ricerca delle due nuove presenze femminili di Striscia la notizia ha scatenato il più grande casting televisivo mai realizzato, contando solo nella prima edizione oltre 10.000 richieste da tutta Italia e dall'estero. Da qui l'idea di farlo diventare un programma itinerante nelle piazze italiane in onda ogni sera su Canale 5, una sorta di spin-off estivo on the road della ben più nota Striscia la notizia.

Velone, parodia esplicita di Veline, è stato il programma più visto dell’estate 2003 e ha bissato il successo di Veline. Questa volta il programma estivo di Antonio Ricci, viaggia per le piazze italiane per accendere i riflettori su un'altra generazione rispetto a quella delle Veline, su simpatiche signore over 65 che si sono contese il ricco montepremi finale di 250 000 Euro. Alla fine, davanti ad una giuria presieduta dalla regista Lina Wertmuller e composta, tra gli altri, dall'attrice Barbara Bouchet e dall'ex tennista Lea Pericoli, la vittoria è andata ad una contadina analfabeta di Avellino di 72 anni, la quale ha superato sul fil di lana una sarta veneziana di 92 anni appassionata di ballo. "L'intento - come ha spiegato Ricci - era di aprire una finestra su un mondo sconosciuto, ghettizzato e incasellato in una prigione di perbenismo, perché gli anziani muoiono sì di caldo in estate, ma ancora di più a causa della solitudine".

Nell'estate 2006 Antonio Ricci ha dato vita al nuovo programma "Cultura moderna", lo show che si promette provocatioramente di "dire basta alla tv dove appare chi non sa far niente" risultato in cima agli ascolti per ben 11 settimane consecutive. I veri protagonisti sono 5 “talentuosi” partecipanti che si esibiscono in performance più o meno strabilianti: ballerini, cantanti, attori, imitatori, cabarettisti, strumentisti, acrobati, contorsionisti, poeti, addestratori di animali, ventriloqui.

La loro esibizione viene valutata da una giuria e in base ai punti raccolti permette di formulare altrettante domande che aiuteranno a comporre una sorta di identi-quiz di un VIP “misterioso” nascosto in una cabina sul palco. Più sono convincenti le loro esibizioni, più domande hanno a loro disposizione. Alla fine della puntata, dopo che i vari talentuosi, in base agli indizi raccolti, hanno espresso a turno il loro parere su chi possa essere il VIP, quest'ultimo viene fatto uscire dalla cabina per verificare la sua identità.

Nel 2010 prendono il via "Striscia la Domenica" (versione domenicale del Tg satirico, condotta ogni settimana da una coppia diversa di conduttori) e per il nuovo canale Mediaset del digitale terrestre crea "Le nuove mostre" (spin-off della celebre rubrica di Striscia la Notizia, condotto dalle Veline Costanza Caracciolo e Federica Nargi). Questa versione di Striscia la Notizia, la domenica sera risulta il terzo programma più visto nell'accesso prime-time.

Ricci ha anche sceneggiato il film diretto da Luigi Comencini "Cercasi Gesù" (1982), con protagonisti Beppe Grillo, Maria Schneider e Fernando Rey. La pellicola è stata premiata con il David di Donatello e con due Nastri d'Argento.

Rai

Mediaset

Elefante TV

  • Il Grillo Parlante (1982) con Beppe Grillo

Per la Radio

  • Grillo e il professore (1980) su RMC con Beppe Grillo

Per il cinema

Nell'ambito editoriale

Critiche

Il programma ideato da Antonio Ricci Drive-in viene spesso criticato ed associato al termine "Velinismo"[1][2]. Si veda a proposito l'articolo "È tutta colpa di Drive in" di Luca Mastrantonio ne "Il Riformista" del 7/7/2010, e relativa risposta del Gabibbo: "Sostenere 'È tutta colpa di Drive in' è come dire che se c’è la camorra la colpa è di Saviano. In realtà Drive in è stata la trasmissione “libera e libertaria” che ha saputo raccontare in maniera critica l’Italia degli anni 80 meglio di qualunque saggio o di qualunque analista, anche del “Mulino”. Drive in non è stata l’apoteosi dell’individualismo, ma il trionfo del collettivo, una vera trasmissione comunista, nazional popolare in senso gramsciano. Gruppi di ascolto si formavano nelle varie città per un consumo comune".[3].

Premi e riconoscimenti

Telegatto

Premio Regia Televisiva (Oscar TV)

Altri Premi

mpm