“Negli ultimi anni le sagre, le feste di paese, le cene in piazza proliferano, e purtroppo in molte occasioni, non certo all'insegna della promozione del territorio, quanto piuttosto di un business fuori dalle regole. Ciò finisce con il penalizzare l’attività di ristoratori ed esercenti che sul turismo puntano tutte le speranze. Chiedo alla Giunta, se la nostra regione intenda dotarsi di uno specifico regolamento che disciplini l’intero settore, perché garantire le stesse regole per tutti, è il miglior modo per difendere le nostre tradizioni”.
Con l’arrivo dell’estate, si accende assieme ai fornelli degli stand gastronomici l’inevitabile polemica tra chi le sagre le attende e chi le teme.
“Le sagre gastronomiche - dice Della Bianca - rappresentano un’importante vetrina della produzione alimentare tipica della Liguria, diventando concreti strumenti di promozione dell'attività turistica, e mettendo a disposizione del consumatore prodotti enogastronomici che riscontrano un alto indice di gradimento. Purtroppo però, negli ultimi anni, queste feste di paese sono proliferate, e in molte occasioni non hanno lo scopo di promuovere il territorio, quanto piuttosto di seguire un business fuori dalle regole. Ciò finisce con il penalizzare l’attività di ristoratori ed esercenti che sul turismo puntano tutte le speranze”.
Il consigliere ha presentato un’interrogazione alla Giunta proprio per chiedere regole chiare e trasparenti sull’intero settore.
“Non sono affatto contro le sagre e feste tradizionali, che ogni comune o associazione ha il sacrosanto diritto di organizzare - spiega Della Bianca - anzi, tengo a sottolineare come ci siano numerose manifestazioni che sono esempi di serietà e che con il loro successo, dimostrano come l'enogastronomia di qualità possa essere un punto di forza per il rilancio turistico della regione. Sagra e ristorazione però devono rimanere due linee distinte fra loro, pur convergendo entrambe verso la promozione. Il tutto a garanzia della qualità dei prodotti liguri”.
“Non è giusto però - insiste Della Bianca - che molte sagre siano organizzate e gestite da soggetti estranei ai processi di produzione, distribuzione, promozione dei prodotti alimentari tipici locali, o da interessi legati alla valorizzazione della cucina tradizionale ligure e dello sviluppo turistico, ma fortemente motivati da necessità di autofinanziamento. Sempre più frequentemente il fenomeno si può configurare come una attività di ristorazione collettiva stagionale, in diretta concorrenza con ristoratori, pubblici esercizi, commercianti e artigiani. Gli esercenti devono rispettare ogni normativa dettata dalle ASL, avere personale in regola, tasse ed imposte da pagare, mentre spesso, chi organizza sagre o feste nell’entroterra ligure utilizza una semplice autocertificazione, se pur garantita dalla legge, con controlli che si effettuano a campione”.
Il consigliere ritiene che manchi un calendario ufficiale per cui è difficile conoscere il numero esatto degli eventi organizzati sul territorio ligure. Ciò comporta che, soprattutto d’estate, proliferano più che sagre, vere e proprie manifestazioni e feste a carattere prevalentemente culinario con intenti puramente commerciali.
“Ho presentato un’interrogazione con risposta scritta - aggiunge Della Bianca - per sapere se Regione Liguria intenda dotarsi di uno specifico regolamento che disciplini l’intero settore. Garantire le stesse regole per tutti è il miglior modo per difendere le nostre tradizioni. Ho chiesto anche se sia possibile promuovere una normativa di valorizzazione e tutela delle sagre autentiche. Le manifestazioni gastronomiche, infatti, tendono a essere oggetto di plagio da parte di organizzatori che preparano sagre per fini speculativi, creando confusione nel consumatore e non promuovendo né il territorio, né le tradizioni gastronomiche. Infine intendo sapere dall’Assessore e dagli uffici competenti se sia possibile costituire un albo regionale delle sagre con dei criteri di affiliazione, (caratteristiche delle associazioni o enti che possono organizzarle, valorizzazione del territorio e dei prodotti locali, storicità dell’evento con risvolti culturali, di tradizione e durata)”.