L’organizzazione di un territorio abitato passa attraverso due componenti che formano l’insieme delle politiche urbanistiche. La componente statica [detta “urbanistica” tout court] che, attraverso i “piani regolatori”, disciplina le modalità di insediamento (abitativo – commerciale – industriale – turistico – ecc.), dispone i vincoli e le regole in base alle quali si prospetta il futuro delle citta e la componente “dinamica” che mira a regolare i flussi di traffico, le modalità di trasporto, i punti di interscambio e le zone di sosta al fine di consentire, a chi vi risiede e a coloro che si recano all’interno della struttura abitata, la possibilità di raggiungere i propri obbiettivi in modo più agevole e più veloce possibile.
Come è facile comprendere lo studio di queste componenti non può prescindere da vincoli oggettivi e soggettivi che condizionano le scelte e tendono ad indirizzarle in modo non sempre logico e razionale, essendo l’espansione territoriale limitata dalla componente geografica ed orografica, essendo i tempi di trasferimento un vincolo e costituendo un vincolo anche la localizzazione degli insediamenti produttivi rispetto alle vie di comunicazione per il rifornimento delle materie prime e per il trasporto dei prodotti finiti. Dobbiamo tenere presente che nei con gli insediamenti produttivi nelle aree ex ferrovia e il nuovo centro commerciale “ex Metalmetron” di via Stalingrado, richiedono già sbocchi viari e, in mancanza di provvedimenti strutturali che ancora non si vedono, a “stressare” ancor più la viabilità saranno le aree, da Corso Tardy e Benech a via Stalingrado, alla strada interquartiere di Legino.
Inoltre i prossimi cinque anni di Savona vedranno, auspicabilmente, l’apertura dei cantieri dell’”Aurelia bis” e l’inizio di nuove infrastrutture quali la piattaforma di Vado Ligure che sono destinate ad incidere (notevolmente) anche sulla mobilità savonese e a questo non si potrà rispondere soltanto con un piano del traffico che si preoccupi esclusivamente (o quasi) di una sistemazione all’interno e nei dintorni del centro abitato senza porsi domande di carattere strutturale più complessivo, non ultimo quello del raccordo fra le due parti della Città: quella “ottocentesca” e l’area “Oltreletimbro” che non possono continuare ad essere due corpi separati di un’unica realtà.
Alla luce di queste considerazioni (peraltro ovvie) il nostro parere è che il limite del PUMT proposto dal Comune di Savona sia quello di creare conflitti (aumentando la coesistenza dei sistemi, ampliando l’offerta di parcheggi in aree all’interno di zone a traffico congestionato) senza dare una soluzione di carattere generale e senza indicazioni di priorità.
Così operando ci si limita ad aumentare il flusso in entrata e diminuire la velocità con aumento dell’inquinamento, formazione di code e tempi morti che sono, complessivamente, un aumento di costi generali, sociali ed individuali. L’ unione della Stazione F.S. alla Città tramite il prolungamento di via Paleocapa (Savona è una delle pochissime città – se non l’unica- dove la Stazione Ferroviaria è posta in periferia) darà, fra l’altro, anche un senso operativo al terminal autobus recentemente costruito che oggi costringe gli autobus a recarsi prima in città e poi tornare alla Stazione con spreco di km e costi in tempo, consumi e personale La circolazione deve essere organizzata evitando, per quanto possibili situazioni di conflitto che ingenerano code e ritardi, incanalando il traffico con direzione di marcia costante possibilmente senza intersezioni.
Infine occorre rimarcare la nostra opinione che le aree di sosta devono essere lasciate, il più possibile a disposizione degli automobilisti e non periodicamente occupate da altri utenti con finalità diverse.
Ci riferiamo al grande parcheggio di piazza del Popolo che ogni lunedì viene precluso al parcheggio delle auto per allocare un mercato cittadino che dura tutto il giorno. Ci riferiamo alle vie Paleocapa, piazza del Popolo e vie limitrofe che sono chiuse per manifestazioni mercatali di vario tipo una o anche due volte al mese. Con enormi costi sia per la popolazione in termini di disagio per trovare alternative al parcheggio abituale e per costi di rimozione forzata, recupero veicolo; sia per il Comune in termine di organizzazione degli spazi, pulizia degli stessi al termine del “mercato”.