Collaboratore della testata ''I love Sicilia'' e da qualche tempo anche de l'Unità, Ingroia ha ricevuto stamani la tessera di giornalista dal presidente dell'Ordine, Riccardo Arena.
La consegna e' avvenuta nella sala delle conferenze dell'Ordine siciliano, che si trova a Palermo, in una villa confiscata alla mafia, di fronte a quella in cui abito' Toto' Riina. Nella sala alcuni pannelli ricordano le storie degli otto giornalisti siciliani uccisi dalla mafia e di Maria Grazia Cutuli, assassinata in Afghanistan dai terroristi.
Arena ha ricordato che l'iscrizione di Ingroia e' molto importante per il ruolo ricoperto dal nuovo pubblicista, sia a livello professionale che nella societa' civile: ''La sua presenza nell'albo, unita a quella di molti altri personaggi pubblici, e' la dimostrazione pratica dell'importanza dell'elenco dei pubblicisti, che assieme a tantissimi, validi giornalisti a tempo pieno, ospita anche figure esterne, impegnate in altre professioni o impieghi. E' anche una risposta a chi, frettolosamente e senza valutarne le conseguenze, vorrebbe cancellare sic et simpliciter questa componente dell'Ordine, se non l'Ordine intero''.
Ingroia ha detto di avere sempre avuto la passione per lo scrivere: ''Non scrivo pero' romanzi, come sostiene qualche uomo politico alludendo a nostre recenti indagini - ha detto il magistrato - ma nelle mie rubriche su I love Sicilia mi sono occupato di tutto, dalla gastronomia al cinema, alla politica e alla lotta alla mafia. Riconosco l'importanza del ruolo del giornalista, nella sua opera di mediazione tra il fatto e la notizia, e delle testimonianze lasciate dai giornalisti assassinati dalla mafia. Ritengo che il magistrato pubblicista potra' aiutare i giornalisti nell'opera di diffusione e comprensione delle notizie di rilievo. Al tempo stesso il fare parte della categoria potra' aiutare il magistrato a conoscere meglio il mestiere del giornalista e i problemi che vi sono connessi''.