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Attualità | 21 giugno 2012, 15:49

L'eterna patacca (blu)

Mentre Berlangeri gongola e i giornali dietro, il turismo affossa

L'eterna patacca (blu)

Turismo: Liguria premia 18 Bandiere Blu e si gode primato

Ma la Fee lancia allarme, Italia indietro rispetto a Europa

La Regione Liguria ha premiato 18 comuni e porti che hanno ricevuto la Bandiera Blu per il mare cristallino portandola in testa alla classifica italiana per numero di riconoscimenti. La Fee, che conferisce le bandiere, lancia pero' l'allarme: ''l'Italia e' indietro e questo pesa nelle scelte dei turisti''. Franz Savastano, rappresentante della Fee in Liguria dice: ''noi abbiamo 246 bandiere, la Spagna 539, la Grecia 394, la Francia 358 e la Turchia e' arrivata a 355''. L'assessore Berlangieri si gode il primato:''Bandiera e' strategica nella scelta dei turisti stranieri''. 

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Così l'Ansa, non si discosta molto dai titoli che vedremo domani sulla carta stampata. Ma i criteri di assegnazione lasciano molto a desiderare, come la gestione di un territorio "a vocazione turistica"...

Riprendiamo un articolo di Antonia Briuglia e pubblicato da TrucioliSavonesi

 

QUEL “BLU” INSOSTENIBILE

 E’ tornato maggio e con maggio è tornato il tempo delle “bandiere blu”.

Sembra che la Liguria sia la regione che ne abbia ottenuto il maggior numero. Un primato che vede località come: Savona, Albissola, Celle, Varazze, Bordighera, Sanremo, per citarne solo alcune delle diciotto, salire sulle ambite vette del riconoscimento FEE.

 Claudio Mazza, presidente di FEE Italia, rileva come i criteri di assegnazione siano principalmente indirizzati a scelte di sostenibilità ambientale e di qualità.

L’obiettivo dei programmi FEE” sostiene” è la diffusione delle buone pratiche ambientali!”

Quindi, non solo acque pulite, come Legambiente è solita fare con le sue VELE premiando coste, fiumi e laghi incontaminati, ma soprattutto chi buone politiche per la gestione sostenibile del territorio.

Ma andando a controllare i criteri di assegnazione del premio che sono  qui sotto specificati :

- impianti di depurazione funzionanti,

- gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla riduzione della

produzione, alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti

pericolosi,

- cura dell'arredo urbano e delle spiagge, possibilità di accesso al mar

e per tutti i fruitori senza limitazioni,

- qualità delle acque

-  rispetto dell’ecosistema,

un’analisi più dettagliata sulla corrispondenza e il rispetto di tali criteri porta a seri dubbi sulle reali “virtù” delle località premiate.

Se è vero che, per l’assegnazione della Bandiera Blu, le virtù di Savona, Finale Ligure, Noli, Spotorno, Bergeggi, Albissola Marina e Superiore, Celle Ligure e Varazze non sono misurate ( fortunatamente!?) dalla qualità dell’aria che lì vi si respira, declassando questo aspetto in secondo piano per la qualità della vita dei turisti che forse, solo per il soggiorno temporaneo, non rischiano le sorti di coloro che invece hanno la “ sventura” di abitarci e respirare tutto l’anno, è anche vero che ci sarebbe da obbiettare anche sul resto.

La bandiera blu ad Albissola Marina.

Chi sperava che con una nuova Amministrazione la politica del territorio avrebbe registrato un segno di discontinuità col passato è rimasto deluso.

Questioni, ad esempio, come: la cementificazione a Margonara, ardentemente desiderata da entrambe le Amministrazioni, e quella a Grana , continuata, in fregio al torrente Sansobbia e non solo, nel segno della forte densità edificatoria non solo insostenibile ma priva di un etica solo accettabile, hanno contraddistinto un modo di gestire il territorio privo di rispetto dell’ambiente, ma anche della cultura che in esso si esprime.

 I Sindaci che si sono succeduti, espressione di liste “civiche”  esplicitamente sostenute da partiti di espressione diversa ma tutti ben identificati sul territorio, sono stati e sono espressione di una classe politica che continua a depredare il territorio, pensando che possa essere un processo senza limiti.

Questo ha permesso, in passato, le peggiori lottizzazioni come Poggio al Sole, con problemi d’incompatibilità territoriale che solo i cittadini stanno ancora oggi pagando, ma ha permesso anche la costruzione di lottizzazioni come i casermoni di Grana, dove speculazioni e inchieste giudiziarie, hanno fornito prove che il cemento e l’edilizia non sono occasione di sviluppo, in nome del quale tutto diventa possibile, ma possano essere anche immorali e dannosi per lo stesso territorio e per la comunità che lo abita.

Come se non bastasse, nello scorso aprile, un ricorso al Tar di privati, (Immobiliare Albamare- gruppo Bagnasco) ha riportato di attualità un’altra famosa  maxi- lottizzazione, ipotizzata ben dieci anni orsono, proprio  nelle colline di Albamare comprese tra il comune di Savona e di Albissola Marina.

L’operazione che fu accantonata dall’amministrazione di Savona, prima da Ruggeri poi da Berruti, perché fortemente ostacolata dal PRC che nel suo interno non l’avrebbe permessa, provocando non pochi problemi alla Giunta, oggi potrebbe tornare in ballo, pur esclusa dal Puc savonese che continua a opporvisi, proprio per l’atteggiamento possibilista di Albissola Marina.

So di cosa si tratta” ammette l’assessore all’urbanistica Nasuti (espressione PD), “ma non ne avevo più sentito parlare,…non vorrei sbagliarmi , ma mi pare che l’operazione sia compresa nel nostro Puc, infatti il problema penso che sia nato per Savona , che l’ha bocciata”.

Non si sbaglia l’assessore, che ricordandone l’inserimento nel  Puc  non ne esclude  un’eventuale realizzazione, l’ennesima sulle sue già “consumate” colline, continuando a dimostrare quell’atteggiamento possibilista  che potrebbe, soprattutto, togliere dall’imbarazzo il PD savonese proprio con quei privati.

Ma l’ecosostenibilità non si misura così.

 

 

 

 Anche negli ultimi tre anni la partecipazione al progetto urbanistico, ad Albissola, è stata assente. Lo era con i partiti del centro-destra, lo continua a essere con quelli del centro-sinistra, che riservano le discussioni pubbliche per temi che nulla tolgono alle intenzioni della giunta e che non cercano consenso partecipato da parte di chi ha il diritto di difendere il proprio territorio.

 Invece la difesa del territorio, anche ad Albissola, deve cominciare a muovere i primi passi proprio con l'adozione di piani regolatori che promuovano interventi di edilizia su zone al fine di recuperare e sfruttare l'esistente, senza erodere più ettari ed ettari di suolo, soprattutto collinare dove, peraltro, il dissesto idrogeologico potrebbe drammaticamente aumentare.

In molti Comuni d’Italia si parla di  crescita zero, dove zero sta per uno stop assoluto alla cementificazione in aree vergini. Quello che anche ad Albissola, non immune dalla cementificazione selvaggia e ansiosa di cementificare anche sul mare, potrebbe essere il segno di una reale svolta politica dell’amministrare.

 

 

Inoltre, se tra i criteri dell’assegnazione delle bandiere blu, troviamo gli impianti di depurazione funzionanti, non è un segreto per nessuno che, visto la continua edificazione degli ultimi decenni, gli impianti fognari della città siano al collasso.

Tombini che esplodono, riversando i loro maleodoranti liquami vicino ai marciapiedi del centro o dei viali, dove i cittadini sono spesso costretti a fare lo slalom per evitare quello che spesso il traffico sostenuto dei veicoli sparge tutto intorno.

 

Infine, nulla può realmente giustificare un premio per la  gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla riduzione della produzione e alla raccolta differenziata nel Comune di Albissola Marina.

Se gli obiettivi imposti circa il raggiungimento del 50% nel 2011 e del 65% nel 2012 sono stati un impegno sul quale molti Comuni si sono spesi con proposte diverse non sempre rispondenti al raggiungimento dell’obiettivo, ma frutto di una consapevolezza del problema reale, a fronte del vicino Comune di Albisola Superiore che col suo “porta a porta” si attesta al 48% , quello di Marina raggiunge a malapena il 14%.(!!!)

Un atteggiamento attendista e irresponsabile non ha portato ad alcuna  raccolta spinta, ad alcuna rivoluzione  virtuosa sulla gestione e lo smaltimento, ma anche sulle buone pratiche che i cittadini avrebbero dovuto contribuire ad avere.

Ad Albissola si può continuare a eludere ogni regola, buttando nel cassonetto colorato ciò che ci pare, anche fuori dai sacchi destinati all’uso.

Si possono buttare rifiuti o inerti sparsi, materiale di potatura giardini e tutto ciò che anche i cittadini più incivili del comune vicino vogliono gettare.

I cittadini albissolesi potranno sempre sopperire con un eventuale aumento di tariffa che non tarderà ad arrivare, perché imposta a chi non ha fatto il suo dovere.

Intanto potranno godersi la loro bandiera blu, e sperare che tutta l’estate tiri tramontana per avere un’aria più respirabile e il mare ancora più blu.

SN

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