Soddisfazione della Protezione Animali savonese per le dichiarazioni dell’assessore provinciale alla caccia Ripamonti contro la richiesta di alcuni consiglieri provinciali di aprire la caccia ai gabbiani, colpevoli di essere troppi e troppo invadenti nelle città; la proposta aveva scatenato la protesta di centinaia di persone, residenti e turisti che, assieme all’ENPA, chiedono di affrontare il problema, laddove e se esiste, con mezzi incruenti ed efficaci. Nel ricordare che i gabbiani appartengono alla fauna protetta, l’ENPA ha inviato alla Provincia ed ai comuni costieri interessati al fenomeno, una lettera in cui elenca e documenta, chiedendo che vengano al più presto esaminati ed applicati, i seguenti metodi preventivi:
1) Organizzazione, da parte della Provincia e di concerto con i comuni, dell’asportazione incruenta delle uova di gabbiano (e solo di quelle), nei mesi di aprile e maggio; il sistema, già in corso nella riviera romagnola a cura di imprese autorizzate a pagamento, è stato ritenuto valido e consentito sia dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, nella nostra regione, dal competente Assessore all’ambiente e caccia;
2) Sterilizzazione chirurgica dei soggetti fertili; le coppie sono fedeli per tutta la vita e non generano più piccoli, pur covando le uova sterili; già applicato con buoni risultati dall’ENPA a Trieste, mentre a Savona l’associazione ha già presentato un analogo progetto che, approvato dal Comune non ha ancora ottenuto il finanziamento regionale a causa del parere sfavorevole dell’ASL2, peraltro per motivi meramente burocratici e procedurali;
3) Prescrizione per i nuovi edifici nelle norme urbanistiche comunali, dell’obbligo di soluzioni architettoniche che impediscano la nidificazione di questi volatili, e dei colombi.
Altri contributi, meno immediati e semplici ma altrettanto efficaci, sono una migliore gestione delle discariche e delle risorse marine; i gabbiani infatti si spingono in città perché la pesca (professionale e sportiva) ha spopolato il mare e sottrae quindi il loro cibo, che vanno a procurarsi in città e nelle discariche. L’ENPA svolge già un importante compito limitativo, raccogliendo i soggetti caduti dai nidi sugli edifici cittadini, crescendoli e riportandoli poi nel loro ambiente originario, qual spiagge, scogliere e foci dei torrenti, lontano dalle case.