Attualità - 20 giugno 2012, 12:23

Rilasciate in zona protetta le tartarughe emys

L'assessora Briano "una specie rara, e un iniziativa che rispetta le norte UE" Ma è già tornata dalle zone terremotate?

Sono state liberate stamani in siti naturali protetti alla confluenza dei torrenti Arroscia e Neva di Albenga le sedici tartarughe 'Emys orbicularis ingauna' nate nell'ambito del 'Progetto Emys', per la conservazione e la riproduzione della testuggine palustre originaria del territorio albenganese.

''Si tratta di una specie che fino a qualche anno fa si reputava estinta a causa delle fortissime alterazioni del suo habitat naturale - ha detto l'assessore regionale all'ambiente Renata Briano -. E' un'iniziativa lodevole che rispetta anche le norme comunitarie sulla tutela di questa specie che e' protetta''

 

L'Emys orbicularis è presente in quasi tutto il continente europeo (dalla penisola balcanica all'Anatolia, dal Nord Africa alla penisola iberica, in Francia, in Italia in Ungheria, in Polonia, in Lituania) con l'eccezione delle zone poste più a Nord (paesi scandinavi). Nella penisola iberica e nei Balcani convive con la Mauremys caspica, l'unica altra testuggine acquatica endemica presente nel continente europeo.

In Italia ha una distribuzione disomogenea e frammentata, tipica caratteristica di una specie minacciata. Ha, infatti, una discreta presenza nella pianura Padana e nelle zone palustri della Maremma toscana, in Lazio, in Campania e Calabria, mentre è quasi estinta in Liguria, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia e del tutto assente in Valle d'Aosta e nelle zone montane dell'arco alpino e della dorsale appenninica.
All'interno della Riserva naturale controllata Lago di Serranella, in località Sant'Eusanio del Sangro in Provincia di Chieti è stato realizzato un centro di recupero, dove si stanno riproducendo esemplari autoctoni, ed altri domestici.
Mentre nel passato veniva cacciata dall'uomo per scopi alimentari, oggi è principalmente minacciata dal progressivo scomparire del suo habitat naturale dovuto al prosciugamento delle zone umide e alla regimazione dei corsi d'acqua. Risente, come tutto l'ecosistema acquatico, del progressivo inquinamento delle acque, in particolare dell'immissione negli ambienti acquatici di sostanze tossiche quali i pesticidi ed i diserbanti. Altra rilevante minaccia è costituita dalla soppressione della vegetazione riparia effettuata con mezzi meccanici che ferisce gli esemplari adulti e ne distrugge i nidi.

L’E. orbicularis preferisce acque tranquille, con fondale fangoso. La si trova in stagni, fossati, paludi, fiumi e canali, in zone ricche di vegetazione acquatica e dove la corrente dell’acqua è più lenta. Vive anche nelle acque salmastre come ad esempio le foci dei fiumi e le lagune costiere. È possibile trovarla anche in ambienti artificiali quali canali di irrigazione, laghetti nei parchi cittadini e in ogni habitat favorevole. Lo spazio vitale per ciascun individuo varia dai 600 ai 1600 m2; rispetto alle femmine i maschi hanno esigenze di spazio minori. (Wiki)

Ansa / Wiki