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Attualità | 02 giugno 2012, 08:55

Dopo il sisma (che continua) tutti contro lo stoccaggio del gas

Anche il ministro dell'Ambiente Clini ha detto che il progetto dello stoccaggio di metano sutto la terra dell'Emilia Romagna è "da riconsiderare". l'allarme dalle associazioni ambientaliste

Dopo il sisma (che continua) tutti contro lo stoccaggio del gas

Mentre la terra in Emilia Romagna continua a tremare, e per gli sfollati è ancora dura cominciare a pensare al futuro (20 le scosse nella notte, e una di magnitudo 3,4 della scala Richter stamattina alle 8), c'è da registrare che l'evento sismico ha almeno messo al centro della discussione lo stoccaggio di metano naturale a cui è stato dato il via libera per la fase di accertamento il 17 febbraio scorso.

Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, infatti, ha ingranato la marcia indietro: "E' stato dato solo un parere favorevole all'esplorazione, poi dovranno essere fatti ulteriori accertamenti. È evidente che l'evento sismico va valutato con grande attenzione, lo stoccaggio è un tema che va riconsiderato", ha detto parlando a La7.

La paura della popolazione

Come ha raccontato il Corriere.it 48/72 ore prima del sisma i contadini avevano notato un innalzamento innaturale, anche di quattro metri, dell’acqua nei pozzi localizzati proprio tra San Felice e Finale Emilia. Sulla rete, poi, è stato un vero rincorrersi di voci allarmate: sia sul possibile inizio delle "iniezioni" colpevoli di aver causato il terremoto, che sull'effettiva tenuta della "bombola sotteranea"  in caso di scosse sismiche così forti.

Il progetto

Il progetto è in mano alla Erg Rivara Storage (Ers) che appartiene per il 15% alla Erg e per l'85% alla Independent GasManagemen. Ma che vogliono fare? Stoccare sottoterra gas metano sfruttando una "montagna" già esistente, formatasi nel Mesozoico. La Erg ha intenzione di pompare a circa 3 mila metri di profondità il gas. La "bombola" sotterranea ne potrà contenere fino a 3.700 metri cubi , 500 dei quali saranno sempre presenti perché servono sia a permettere l'"aspirazione" del cosiddetto "workin gas" che a impermeabilizzare la roccia dall'acqua salata. Il resto del metano sarà iniettato d'etate e estratto di inverno, quando è maggiore la richiesta del paese. Il tutto costerà circa 300 milioni di euro. Dove? Elencare oggi le zone interessate ha ovviamente tutto un altro sapore rispetto a ieri: Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla e Mirandola - in provincia di Modena - e Crevalcore - in provincia di Bologna. Tutte zone colpite duramente dal sisma.

Gli studi

La Ers si è avvalsa di una nota società di consulenza internazionale per valutare i possibili impatti del progetto, e tutto è filato liscio. Gli accertamenti sotto il profilo sismico sono stati ovviamente considerati. Secondo la società non c'è alcun rischio e , anzi, dopo il terremoto la Ers ha fatto sapere che avrebbe potuto sopportare benissimo la scossa più pesante, quella che ha sfiorato il 5 grado della Scala Richter alle 4 di mattina di domenica scorsa. Certo però non è rassicurante vedere che gli studi si sono basati (anche) sulla classificazione della Protezione civile delle zone sismiche del 2006 - l'unica disponibile, d'altronde - in cui però l'Emilia viene considerata ancora zona a bassa sismicità. E come giudicare le parole contenute nello studio della società, alla luce di quanto avvenuto? "A livello globale si è osservato che la sismicità può essere indotta sia da processi di immissione che di estrazione di fluidi nel sottosuolo - si legge nel sito di Ers - se la microsismicità (sismicità registrata strumentalmente, ma non avvertita dalle persone) è molto diffusa, i reservoir interessati da macrosismicità (sismicità avvertita dalle persone) rappresentano una piccola frazione del numero totale di reservoir nei quali sono stati iniettati o dai quali sono stati estratti fluidi. Allo stato delle conoscenze - dice ancora - sul comportamento meccanico della crosta superiore a Rivara possiamo escludere terremoti indotti dalla variazione di uno o più parametri che ne controllano la dinamica. Sono attesi, come comune in casi simili, solo eventi di entità così esigua da non essere registrabili in superficie nemmeno dalle apparecchiature più sensibili". 

L'ok del ministero dell'Ambiente

E' anche per questo motivo che le popolazioni della provincia di Modena si sono battute a lungo per stoppare il progetto. Alla fine anche la Regione Emilia Romagna aveva accolto le perplessità della popolazione, come ha ricordato  ieri il presidente Vasco Errani: "l problema dello stoccaggio di gas a Rivara è stato già posto al sottosegretario Catricalà, quando era in Prefettura a Ferrara - ha detto l'altro ieri nell'Aula del Consiglio regionale - qui la pensiamo tutti allo stesso modo e confermiamo fino in fondo la nostra posizione». «Il sisma - ha aggiunto - era una delle ragioni per cui la Regione Emilia-Romagna aveva detto 'no' e avremmo preferito non avere la controprova». 

L'ok per la fase di accertamento è arrivata dal ministro dell'Ambiente il 17 febbraio. Del decreto sono parte integrante sia il no della Regione (contraria anche all'avvio della fase di accertamento) che della Commissione che avrebbe dovuto concedere la Via (la valutazione di impatto ambientale), e che con una decisione che appare un po' pilatesca sostiene di non avere elementi sufficienti finché non sarà avviata la "fase di accertamento".


Quando cominciano i lavori?

I lavori - che prevedono lo scavo di due pozzi (di cui viene riaperto perché già esistente, era stato aperto dall'Agip negli anni '70) e il monitoraggio sismico della zona - serviranno per capire la fattibilità del progetto. "Ma ancora non è iniziato nulla - spiegano dall'ufficio stampa della Erg - perché prima di poter procedere alla fase di accertamento dobbiamo ricevere il via libera del minisetro dello Sviluppo Economico. Non abbiamo ancora toccato nulla - specificano - men che meno iniettato gas".

La dichiarazione di Erg

"Nel mondo esistono circa 100 stoccaggi in acquifero. Sappiamo che i terremoti, anche molto forti, non hanno mai comportato danni alle strutture geologiche che ospitano il gas stoccato. In Italia ci sono stoccaggi, gasdotti e giacimenti di gas in zone molto sismiche, ad esempio in Abruzzo, ma non sono mai stati registrati incidenti di rilievo, anche dopo terremoti più intensi - la dichiarazione di Grayson Nash, ad di Erg, che precisa di seguire il sisma sin dall prime ore per capire le possibili conseguenze - Al momento la fase di ricerca scientifica non è stata ancora autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico: ERS non ha pertanto né avviato alcun tipo di attività di accertamento tecnico né tantomeno di realizzazione dell’impianto. La procedura di autorizzazione del progetto Rivara prevede solo l’effettuazione di una serie di ricerche scientifiche preliminari, che devono confermare la sua piena sicurezza e la sua fattibilità. Il programma di ricerche ha ricevuto il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale positivo dal Ministero dell’Ambiente nel febbraio 2012".

La protesta dei Verdi

«Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini deve revocare subito il decreto con cui è stato riattivato il percorso del deposito di gas di Rivara che si trova proprio in un'area che ha subito fortissimi danni a causa del sisma in Emilia-Romagna»ha detto ieri il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. «Com'è possibile immaginare di costruire un deposito per lo stoccaggio del gas per 3 miliardi di metri cubi in un territorio che è evidentemente un'area ad alto rischio sismico? - Continuare con il progetto del deposito di Rivara, che si vuole realizza proprio nell'epicentro del sisma emiliano, sarebbe una vera e propria follia"

di Cinzia Gubbini da ilManifesto.it

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