Attualità - 17 maggio 2012, 10:50

La Regione azzera le borse di studio alle matricole

Pellerano accusa la mala gestione e gli Isee non corretti... ma di chi è la colpa?

Ottenere una borsa di studio per accedere all'università è sempre stata una corsa ad ostacoli. Rimpalli tra i diversi uffici, reperire e portare la documentazione, procedure difficilmente comprensibili e tanta attesa prima di  sapere se la richiesta sia stata o meno accettata.

Il risultato era una situazione difficile per gli studenti, molti dei quali erano costretti ad attendere la risposta fino all'ultimo, pur dovendo rispettare le tempistiche imposte dalle università sulle iscrizioni e accedere ai test di ammissione (che hanno un costo). Magari per poi, dopo aver passato l'esame, scoprire  di non poter accedere alla facoltà, dati i costi proibitivi, poichè la richiesta era stata respinta.

 Il precariato all'università fin dal primo accesso.

Ad aggravare la situazione, come denuncia il consigliere della Lista Biasotti Lorenzo Pellerano, l'azzeramento delle borse di studio per quest'anno deciso dal presidente dell'Arssu Francesco de Nicola.

Insomma: le borse di studio potrebbero non arrivare, e molti studenti potrebbero scordarsi la carriera universitaria.

Lasciando per un momento da parte la contraddizione interna al consigliere Pellerano , ovvero l'appartenere ad uno schieramento politico che ha introdotto i buoni scuola, escamotage per finanziare le scuole private attraverso il finanziamento alle famiglie che mandano i figli dai privati), negandoli all'istruzione pubblica, lo stesso consigliere denuncerebbe poca trasparenza ed una mala gestione passata delle borse di studio, assegnate anche a chi, secondo alcuni riscontri, non ne avrebbe diritto.

Qual'è il limite di quest'affermazione? Purtroppo non considera la restrittività dei criteri da rispettare per accedere alle borse di studio, che porta necessariamente le famiglie (che magari escono per pochissimo dai range imposti) a mentire per poter mandare i propri figli all'università.

Università i cui costi (tra tasse e materiali, basti pensare che un tomo di medicina o di legge può costare centinaia di euro e che la legge impone la possibilità di fotocopiarne solo il 15 %) sono proibitivi.

Eppure, invece di ragionare sulle condizioni del sistema universitario ligure e nazionale, il Consigliere Pellerano propone non solo la stesura di criteri diversi e più equi per la distribuzione delle borse di studio alle varie università (concetto già di per se poco lineare, visto che l'assegnazione delle bore di studio dovrebbero basarsi sul reddito e non sulla facoltà alla quale si iscrivono), ma chiede anche che la Regione, tramite l'Agenzia delle Entrate, faccia controlli più severi sugli Isee di chi fa la domanda per la borsa di studio.

Una sorta di "repressione" quindi, su famiglie già abbastanza in difficolà, da parte dell'Agenzia delle Entrate (e perchè no, di Equitalia)...

Sperando solo che non inneschi un circolo vizioso... che oltre agli operai e agli imprenditori, non comincino a suicidarsi anche i ragazzi...

 

Matteo Loschi