Politica - 11 maggio 2012, 12:36

Maersk & Tirreno Power, l'amministrazione vadese "ri-chiarisce"

Discutere è il compito di un'amministrazione, ma a volerlo bisogna essere in due (2)

Dopo gli articoli usciti in questi giorni che facevano supporre (falsamente) un cambio di rotta da parte dell'amministrazione, il sindaco di Vado Ligure Attilio Caviglia chiarisce una volta per tutte la situazione in merito alle questioni Maersk e TirrenoPower, anche alla luce delle affermazioni precedenti rispetto alla possibilità di trattative.

Partendo dal presupposto che il progresso deve essere sempre tarato sulla bilancia costi vs benefici sociali, e che solo se i secondi sono superiori ai primi è possibile accettare delle modifiche sostanziali, in soldoni il sindaco afferma che il dialogo può avvenire solo se entrambi gli interlocutori hanno intenzione di ascoltare e prendere in considerazione le richieste dell'interlocutore.

E proprio in questo senso Caviglia pone una grande differenza tra la questione Maersk e l'ampliamento della centrale a carbone.

Nel primo caso sostiene che sulla piattaforma Maersk l'inasprimento del dialogo e le "prese di posizione" sulla volontà di realizzare la piattaforma alle condizioni proposte unilateralmente da Autorità Portuale e dagli altri enti favorevoli al progetto hanno impedito un dialogo costruttivo e hanno costretto l'amministrazione Vadese a ricorrere al Tar per far valere la propria posizione in merito ad alcune questioni di fondamentale importanza.

Prima fra tutti, secondo proprio le parole di Caviglia "c'è il ricorso al Tar in merito alla questione dei dragaggi, che ritengo il più importante fra tutti i ricorsi, poichè coinvolge direttamente la salute dei cittadini".

In questo contesto oramai il dado è tratto, "ognuno và per la sua strada", e la decisione spetterà al Tar dopo il dibattimento che avverrà il 17 maggio proprio in merito ai dragaggi (parallelamente ci saranno altre questioni su cui discutere, siano esse burocratiche che tecniche).

 Diverso è invece il discorso con Tirreno Power: in questo caso Caviglia sostiene che malgrado i numerosi sforzi per partecipare ai tavoli delle trattative (ricordiamo che l'allegra compagnia è andata pure a Roma e si è ben guardata dal portare le amministrazioni coinvolte, Vado e Quiliano), se questi incontri non hanno mai avuto luogo è perchè si suppone che Tirreno Power non abbia intenzione di discutere delle legittime richieste dell'amministrazione vadese, volte a tutelare la salute dei propri cittadini.

Il ricorso al Tar in merito all'accordo Stato-Regione è servito soprattutto a rinviare i termini legali per poter tentare ancora la via del dialogo, che secondo il primo cittadino vadese non è ben visto dall'altro interlocutore.

Di cosa potrebbe aver paura Tirreno Power? Di perdere il controllo sulle emissioni e quindi sui profitti.

Di fatto l'amministrazione sostiene a chiare lettere che per tutelare la salute dei cittadini è necessario in primis che il controllo delle emissioni passi in mano alle amministrazioni pubbliche.

Tale condizione è fondamentale per:

- garantire ai cittadini che i monitoraggi siano fatti dal pubblico e da enti competenti scelti proprio dalle amministrazioni, anche dalla Regione (un esempio potrebbe essere proprio l'Arpal) e non lasciate in mano ai privati.

- garantire che qualsiasi sia l'ente prescelto, tale ente deve essere messo nelle condizioni di poter svolgere nel migliore dei modi l'attività di monitoraggio (se fosse ad esempio l'Arpal, che la stessa sia dotata di strumentazione efficace, con sovvenzioni adeguate e numero di persone occupate ottimale per lo svolgimento dell'attività)

- imporre che le modalità di indagine sia scelta e studiata nei dettagli da organi competenti, come ad esempio l'Ordine dei Medici

- fare in modo che l'indagine epidemiologica sull'intero territorio non sia limitato al comune di Vado ma anche a quelli limitrofi, e che sia realizzata non solo sulle emissioni dell'aria ma anche sulla situazione della terra e dell'acqua

- dare la possibilità alle amministrazioni di intervenire fisicamente sulla quantità di emissioni qual'ora le stesse risultassero superiori alle norme di legge.

Una unica sostanziale condizione che potrebbe garantire all'amministrazione di fare il proprio dovere, ovvero garantire la tutela dei propri cittadini, ma che Tirreno Power potrebbe non voler nemmeno ascoltare, visto il rischio di perderci dei soldi (chissenefrega della salute di chi ci vive).

Sembra chiedere troppo?

ml