Attualità - 06 maggio 2012, 16:50

Cairo: eliporto pagato, eliporto sbagliato?

La Stampa savonese di oggi nella rubrica “La parola ai lettori” pubblica un interessante lettera a proposito dell’inutilità dell’eliporto di Cairo Montenotte.

Ciascuno è libero, ma forse lo scritto avrebbe meritato maggior evidenza data l’autorevolezza dell’estensore: nientemeno che il Generale di squadra aerea dell’Aeronautica Sergio Trichet, già capo del Servizio informazioni operative e situazione (SIOS) e comandante della Scuola di Volo Elicotteri di Frosinone.

Non certo un’opinione qualunque dunque. E cosa si prende la briga di scrivere il Gen. Trichet?

Che l’eliporto di Cairo Montenotte presenta dei pericoli evidenti per i velivoli in atterraggio e decollo rappresentati dagli alberi vicini e dalla recinzione.
Tutti sanno che impareggiabile funzione dell’elicottero come mezzo di soccorso è la sua capacità di atterrare anche in spazi ristretti quanto più possibile PROSSIMI al luogo di un eventuale incidente.

Non è raro vedere l’elisoccorso atterrare agevolmente sopra o accanto all’autostrada, come nel tragico incidente lungo la A13 a Padova, oppure in un campo sportivo, come alcuni giorni fa a Romano di Lombardia (BG), per sbarcare gli uomini dei corpi speciali dei Carabinieri (G.I.S.)

Singolare che ad una prima occhiata via satellite risulta che a Cairo vi sono ben 4 (quattro) superfici sportive - a pochi metri l’una dall’altra - largamente adatte ad ospitare un atterraggio di emergenza/soccorso di un elicottero.

A cosa serva dunque un eliporto, progettato - costruito - pagato, e perdipiù con evidenti ed evidenziate lacune, ci piacerebbe capirlo.

sn