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Politica | 03 maggio 2012, 16:17

Nella terra della cementificazione, c'è da fidarsi

Nella terra della cementificazione, c'è da fidarsi

 

Minor consumo del suolo, più rispetto per l’ambiente e semplificazione delle procedure, maggiori incentivi per le infrastrutture vero nodo da sciogliere per i collegamenti con l’Europa.

Gli impegni e i principi sottoscritti nei mesi scorso nel Tavolo interregionale per lo sviluppo territoriale sostenibile della macro-area Padano-Alpino-Marittima, da Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e le Province Autonome di Trento e Bolzano diventano i punti cardine del nuovo Piano territoriale regionale ligure. Il documento è stato presentato in mattinata dalla vicepresidente e assessore alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica della Regione Liguria Marylin Fusco.

Il Ptr sarà ,d’ora in avanti, uno degli strumenti fondamentali di tutta la legislazione regionale.

“Un piano territoriale unico che rinnoverà profondamente la pianificazione di tutto il territorio che assorbirà i sei piani territoriali oggi esistenti, con l’obiettivo di semplificare e snellire sempre di più gli strumenti urbanistici di riferimento che utilizzano Comuni e Province liguri che ringraziamo per la loro preziosa collaborazione”, ha detto la Fusco.

Dopo le conferenze unificate in autunno con gli enti locali e la Soprintendenza, l’approvazione del documento preliminare in giunta regionale a dicembre, l’incontro avvenuto in mattinata a De Ferrari con le Province ha concluso l’iter dei lavori in programma prima del passaggio alla redazione del Piano e all’adozione da parte del Consiglio regionale entro la fine dell’anno.

Il piano territoriale si integrerà con la Vas-Valutazione ambientale strategica regionale, oggetto di un disegno di legge in discussione in commissione, per renderlo più incisivo per uno sviluppo sostenibile del territorio.

Fra gli obiettivi del Piano a promozione anche l’uso produttivo del bosco nel rispetto della riqualificazione urbana. A cominciare dalle aree più difficili del territorio ligure, le cosiddette aree agricole “periurbane” alla periferia delle città, dove spesso l’agricoltura è praticata su terreni di risulta investiti dal decentramento metropolitano, con una conflittualità nella gestione degli spazi e scarsi strumenti di pianificazione.

Fra i progetti di scala regionale legati alla promozione turistica e dell’immagine del territorio, la valorizzazione della via Aurelia, la creazione di un percorso ciclo-pedonale lungo tutto l'arco costiero, la promozione di un percorso che valorizzi ambientali, culturali e agroalimentari le eccellenze dell'entroterra. Previsto anche il possibile utilizzo dell’autostrada che corre lungo tutto l’arco ligure come piattaforma per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico.

“Un modo per incentivare, se ci saranno le condizioni economiche per farlo, a cominciare dagli incentivi, le fonti rinnovabili”, ha detto la vicepresidente Fusco.

Sul tema del fotovoltaico è intervenuto anche l’assessore provinciale imperiese Paolo Leuzzi, presente all’incontro con il collega spezzino Ettore antonelli.

Il calo della produzione floricola in Liguria, a causa dei costi proibitivi del gasolio da riscaldamento, ha provocato, soprattutto nel Ponente ligure, un significativo abbandono delle serre, molte delle quali trasformate in impianti fotovoltaici.

“Con un pesante impatto ambientale e con il rischio che il governo chiuda i rubinetti dei contributi e con un conseguente nuovo abbandono delle serre trasformate”, avverte Leuzzi, che commenta invece positivamente le possibilità offerte dal Piano territoriale per adibire le serre a nuove coltivazioni o a servizi nel campo agroalimentare”.


com.

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