"Buongiorno a tutti.
Sono qui per ringraziare i partecipanti alla odierna manifestazione, tutti coloro che l'hanno organizzata rendendo possibile la sua buona riuscita, e al contempo portare a tutti i presenti i saluti dell'Amministrazione Comunale di Albenga.
Oggi ci troviamo qui per celebrare la giornata del Primo Maggio, la ricorrenza della Festa del Lavoro. Una data che ha valenza internazionale, origini molto antiche, fin dalle prime battaglie operaie nell'Illinois nel 1867, e un valore indiscusso, indissolubile e ancora oggi di disarmante attualità: quello di porre l'attenzione, ricordare e celebrare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori.
Purtroppo però, alla luce della attuale realtà del lavoro in Italia, i motivi per festeggiare sarebbero ben pochi, in molti casi non ci sono affatto.
Come scritto da un noto quotidiano nei giorni scorsi, mai come quest'anno sarà un Primo Maggio di crisi, una festa del lavoro che non c'è, a causa delle sempre peggiori condizioni economiche del nostro paese, del periodo di crisi internazionale che non accenna a diminuire, ma anche e soprattutto a causa degli impressionanti e in alcuni casi agghiaccianti dati relativi a disoccupazione, crescita, sviluppo.
I numeri sui disoccupati ci impongono una riflessione, e la drammatica conta dei suicidi di piccoli imprenditori, scarsamente considerata dai media, sottolinea la gravità del periodo. Mala tempora currunt, afferma la locuzione latina, mai più appropriata che in questo particolare ed alquanto incerto momento storico. La complessa situazione globale, europea e nazionale, oggi, non fa che evidenziare, purtroppo, che sia i cittadini, sia gli amministratori locali sono del tutto in balia di dinamiche assai più grandi di loro, dei giochi di potere e delle manovre dei cosiddetti poteri forti.
È allarmante evidenziare che coloro che subiscono per primi le dirette conseguenze della crisi e delle sue contromisure governative siano proprio gli amministratori dei piccoli comuni, come noi qui ad Albenga, che sono anche gli stessi che, sempre in prima linea, sono coloro che, più di ogni altro, devono dare risposte immediate ai cittadini. Un meccanismo perverso, quello messo in atto da un governo delle banche che esegue unicamente gli ordini del direttorio europeo per soddisfare i propri interessi finanziari, che non soddisfa le esigenze della popolazione, prosciuga le casse dei comuni e le tasche della gente, e mette tutti noi in grande, straordinaria, difficoltà.
Ecco perché, dal momento che nessuna crescita, nessuno sviluppo, nessuna occupazione sembra ergersi all'orizzonte al fianco della politica delle sole tasse promossa dal governo, in attesa e con la speranza che le cose possano presto cambiare tramite consultazione popolare, è oggi più che mai necessario rimboccarsi le maniche, tutti quanti noi, e far sì di combattere la crisi, per quanto possibile, partendo dal livello locale, per affrontare il tema numero uno nella lista delle priorità: il lavoro.
Certo, Albenga può fare forse poco, per le sorti dell'economia nazionale. Tuttavia, Albenga, nel suo piccolo, può difendersi ed affrontare quella che è oggi la sfida centrale, per l'Italia e per tutto il territorio, quella dell'occupazione. La nostra Città che, nata prima di Roma, non è nuova a battaglie importanti, sfide impossibili e talvolta a scelte - anche in politica - impopolari e sgradite, non può e non deve restare con le mani in mano, impassibile ed impotente di fronte agli scempi di un governo delle banche che sa solo partorire tasse ed ai disastri di una classe politica nazionale che, in un momento cruciale per i destini degli italiani, ha solo saputo dimostrare la propria incapacità, inefficacia ed inadeguatezza.
Albenga, seconda città della provincia per dimensioni, ma prima sul piano economico, grazie alle sue potenzialità - molte delle quali inespresse - può ancora dire la sua, creando così nuove prospettive di occupazione, specialmente per i nostri giovani.
Albenga ha una lunga tradizione di accoglienza e di lavoro. Negli ultimi decenni, migliaia di persone, migliaia di famiglie, si sono trasferite qui: sono venute qui per lavorare, per costruirsi un futuro. Molti di loro hanno fatto fortuna, hanno trovato lavoro e si sono prodigate per far crescere Albenga e le sue risorse. Ancora oggi, la Città ha molto del suo potenziale inespresso, molti settori ancora da sviluppare pienamente, a partire da quello oggetto della mia delega, il Turismo.
Nonostante le odiose imposizioni nazionali, con le giuste scelte, sia da parte del pubblico che del privato, si può fare in modo di creare le condizioni per creare lavoro e mantenere quanto più vivace l'economia del territorio albenganese, per una situazione che, pur di crisi diffusa, risulti meno drammatica che altrove.
È un obiettivo ambizioso, ma al quale io, con l'Amministrazione Comunale che rappresento, stiamo lavorando. Abbiamo accettato di affrontare questa sfida desiderosi di vincerla, consapevoli che, come diceva Jean Paul Sartre, il lavoro migliore non è quello che ti costerà di più, ma quello che ti riuscirà meglio. Quindi, cari amici, prepariamoci a fronteggiare questa nuova battaglia, da combattere insieme, fianco al fianco, dando vita al concetto che accompagna lo stemma della città di Albenga e che campeggia sul nostro splendido gonfalone: Ex Omnibus Una".