Un pensiero di Sel Savona sul primo maggio: “Non e’ solo per il pane che si lavora”

“Non è solo per il pane che si lavora, perché il pane si può anche rubare e si può rubare anche qualcosa di più del pane. Ma si lavora perché ognuno sia come una ruota di vita nell’ingranaggio del mondo. Si lavora perché ognuno capisca  dentro se stesso il giorno e la notte e la fatica delle stagioni, la musica e l’amore e le ragioni dell’Universo. Si lavora perché le nostre parole abbiano un peso di verità, nell’assemblea degli uomini”.

Ho trovato nelle crude parole dei Cavatori Poeti delle Alpi Apuane il senso e la speranza con la quale le lavoratrici ed i lavoratori hanno avuto la forza e la capacità di essere protagonisti nel miglioramento delle loro condizioni e nella crescita dei diritti di cittadinanza nell’Italia democratica.

Se guardiamo alla condizione della nostra contemporaneità dove i disoccupati hanno cronicizzato le loro rassegnazioni, dove le dieci famiglie più ricche del paese valgono economicamente come tre milioni di famiglie, ci rendiamo conto come lo “spread della disuguaglianza” continui a divaricare come un forcipe l’Italia, allontanando chi ha sempre di più da chi vive condizioni sempre più difficili.

In Europa e in Italia siamo in presenza di una miscela esplosiva: recessione senza un varco di luce, disoccupazione di massa, crollo di credibilita’ dei partiti. In questo contesto le ricette del governo Monti si rivelano un fallimento; il rigore di bilancio, spinto fino alla sua costituzionalizzazione, sta annichilendo l’economia reale senza dare nessun sollievo al quadro finanziario. In buona sostanza si perde su entrambi i fronti.

È arrivato il momento di convocare gli stati generali del futuro con tutti i soggetti portatori di domanda di alternativa. I partiti del centro-sinistra debbono mobilitare tutte le forze in campo: devono connettersi coi mondi che nell’associazionismo, nel volontariato, nell’universita’, nel lavoro e nelle reti degli amministratori, provano a ragionare insieme rispetto ad un diverso modo di intendere l’economia, il lavoro e la socialità.

La realtà ci dice che non ci sono più spazi di compromesso con il liberismo e che il liberismo e’ una minaccia per gli equilibri ambientali, sociali e democratici.

Il lavoro e’ un bene comune e bisogna lottare contro la legge 30 e in difesa dell’art.18; l’Italia e’ un bene comune e bisogna salvarla dal rigorismo furioso di chi la sta portando in una drammatica depressione economica.

Bisogna avere il coraggio di imporre la tassazione patrimoniale sui grandi redditi e le grandi ricchezze; non e’ possibile ascoltare da un esponente del governo che ’la patrimoniale l’abbiamo gia’ fatta con l’Imu’, come ha detto il viceministro Grilli, quella e’ la patrimoniale sui ceti medio – bassi.

SEL è l’interlocutore e il riferimento principale, a livello nazionale e locale, di chi si chiede come aggregare forze,energie, massa critica di esperienze e desideri per mettere in campo una sinistra libertaria, non di testimonianza ma che vuole incidere sulle scelte di governo realmente e fattivamente.

Credo che per dare un senso vero al 1 maggio, e anche per dare un senso a chi lo promuove, a chi lo sostiene e a chi ci crede, dobbiamo farci carico in modo concreto di questo. Si devono proporre gesti, scelte, parole di liberazione umana e civile, qui ed ora, dalle condizioni di un Paese non solo sempre più povero ma anche più diseguale.

Dobbiamo rubare l’esperienza e la cultura dei Cavatori delle Alpi Apuane consapevoli che le nostre parole abbiano un peso di verità, nell’assemblea degli uomini.