Nell’aprile 2011 a seguito dell’ondata migratoria conseguente ai rivolgimenti sociali nei Paesi del Nord Africa sono giunti su tutto il territorio nazionale ed anche a Savona un numero rilevante di migranti in parte richiedenti asilo politico e in parte tunisini con permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nonostante il Piano per l’Accoglienza dei Migranti, pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 12 aprile 2012 in attuazione dell’accordo Stato Regioni Enti Locali del 6 aprile 2011 inserisse i migranti tunisini nel progetto di accoglienza, sul territorio del Comune di Savona ciò non è avvenuto fino alla fine ottobre 2011, dopo che l’ARCI ed altre associazioni sul territorio avevano portato all’attenzione delle istituzioni e dei media l’insostenibile situazione di un gruppo di una ventina di ragazzi che dormivano sulla spiaggia o in ripari di fortuna.
Il Progetto di Accoglienza, gestito dalla Cooperativa Sociale ArciMedia per conto della Protezione Civile, ha offerto in questi mesi agli ospiti non solo vitto, alloggio e risposta alle necessità pratiche primarie ma li ha anche accompagnati in una fase di nuova progettualità sulla loro vita, di inserimento socio culturale e in alcuni casi lavorativo, sostenendo anche il formarsi di una nuova famiglia, con la nascita, nel mese di dicembre 2011 di un piccolo ospite.
Il 5 aprile 2012 il Dirigente del settore Protezione Civile della Regione Liguria, Maria Luisa Gallinottici ha inoltrato una comunicazione del Commissario Delegato per l’Emergenza Nord Africa, nonché capo della Protezione Civile Franco Gabrielli comunicandoci che non essendo stato rinnovato il permesso di soggiorno per motivi umanitari – in scadenza nel mese di aprile - i nostri ospiti avrebbero dovuto lasciare la struttura entro il 14 aprile o alla scadenza del permesso e che la Protezione Civile non si sarebbe più fatta carico dell’accoglienza a partire dal 14 aprile, intimandoci anche di segnalare i nominativi dei migranti e indirizzo delle strutture “alle competenti Autorità di Pubblica Sicurezza al fine della loro trattazione a legislazione vigente”.
Non abbiamo ottemperato alle intimazioni opponendo il fatto ai sensi del Dlg 286/1998 art.13 comma 2 uno straniero è allontanabile dal territorio nazionale passati sessanta giorni dalla scadenza del permesso di soggiorno se non è stato chiesto il rinnovo.
Attualmente abbiamo una struttura che ospita il nucleo familiare con il neonato e per il capofamiglia abbiamo avuto un’offerta di lavoro che si dovrebbe concretizzare entro la primasettimana di maggio. Nella struttura maschile, di cui al 30 aprile scade il contratto di locazione, rimarranno tre ospiti (dei 17 iniziali): tutti con il permesso di soggiorno in corso di conversione per motivi lavorativi e ad un passo dall’autonomia.S essanta giorni potrebbero bastare per dare al progetto una conclusione positiva, ma il settore ligure della Protezione Civile e l’Amministrazione Regionale – unico caso in Italia – continuano a sostenere di non poter concedere deroghe, prospettando come unica soluzione l’espulsione degli ospiti e il loro ritorno ad una situazione di indigenza e marginalità, vanificando un progetto cha ha raggiunto quasi interamente ai suoi obiettivi e che è stato sostenuto con i soldi dei contribuenti.
Aggiungiamo il fatto che ArciMedia si trova nella situazione di non poter agire per conto e con mezzi propri in quanto il Soggetto Attuatore per conto della Protezione Civile risulta insolvente avendo finora pagato soltanto le spese sostenute da ArciMedia per i primi sei giorni di accoglienza, nonostante da convenzione firmata si impegnasse al pagamento delle fatture a novanta giorni dall’emissione.
Per chiarire meglio la vicenda e per raccogliere fondi a sostegno degli ospiti rimasti organizzeremo una cena presso la S.M.S. Cantagalletto domenica 29 aprile ore 20.