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Attualità | 19 aprile 2012, 12:01

La denuncia della Rete l'Abuso: "la 'balla' dei corsi anti-pedofilia"

La "Rete" denuncia poca chiarezza sul progetto e alcune ambiguità sulle modalità

La denuncia della Rete l'Abuso: "la 'balla' dei corsi anti-pedofilia"

"In data 11-04-2012 dopo aver appreso dai mezzi di informazione l’inizio del “Piano per prevenire la pedofilia” varato dalla Diocesi di Savona – Noli, in qualità di portavoce delle vittime e portavoce della Rete L’abuso che ha fatto emergere il caso savonese, chiedevo in una lettera aperta al vescovo Lupi e alla Diocesi, quali fossero le modalità di adesione a questi corsi, se fosse stato previsto anche un piano (più volte richiesto dall’associazione negli ultimi due anni) di supporto alle decine di vittime prodotte dall’omertà del clero e dei Vescovi che hanno diretto la Diocesi negli ultimi 32 anni.

Nel comunicato divulgato dalla Diocesi il 10 scorso, proponevate questi incontri anche a “gruppi, catechisti e associazioni” , anche in questo caso Rete L’abuso chiedeva quali fossero le modalità di adesione come associazione, il programma dei corsi e le date.

Purtroppo non riceviamo alcuna risposta alle domande poste dall’associazione delle vittime savonesi, ne dalla Diocesi di Savona, ne dal Cismai. In compenso notiamo che qualcuno si è dato un gran da fare per far partire da Roma anziché dalle agenzie liguri, più competenti sui fatti accaduti a Savona, il comunicato della Diocesi savonese.

Poco importa, comunque sia, quasi tutte le agenzie e le testate nazionali certificano la “BALLA” del varo di questo novo “Miracolo Italiano-Vaticano” una bolla di sapone.

Certo il fatto che l’agenzia, magari con un po’ di malizia parta da Roma ha notevolmente storpiato la correttezza della notizia, sfuggono una serie di cose ad esempio che c’è stato un patteggiamento e delle archiviazioni per prescrizione, non assoluzioni, infatti le agenzie erroneamente parlano di “presunti abusi”, si parla di campi scout e di responsabili di quei campi che hanno denunciato, ma la notizia è estremamente incorretta, quei responsabili hanno coperto e devono renderne conto alla giustizia.

Non si accenna alle comunità per minori affidate consapevolmente a due preti pedofili condannati, non si parla di una nuova denuncia contro un sacerdote della Diocesi di Savona, come non si dice che il giorno 2 maggio alle ore 12 aula 25 presso il Tribunale di Savona il GIP deciderà, se archiviare per prescrizione il fascicolo contro l’ex vescovo di Savona, Dante Lafranconi, o se deciderà, in base alle nuove denunce e alle testimonianze, di accogliere l’istanza di opposizione presentata dalla Rete L’ABUSO.

Ora credo sia lecito che sorga qualche dubbio sull’obbiettivo di questa campagna pubblicitaria “pro santa romana chiesa”.

Riassumiamo, tanto per capire meglio cosa sono questi corsi e cosa offre nel concreto la Diocesi di Savona-Noli. Da quello che le agenzie e TG regionali hanno divulgato, la Diocesi propone corsi di prevenzione contro la pedofilia, prevenzione per il futuro ma nessun supporto alle vittime, nessuna assunzione di responsabilità (certificate dalla Procura) riguardo il passato.

I corsi sono chiusi al pubblico e alle vittime, aperti solo a educatori, catechisti e sacerdoti. Messo così, i maliziosi come noi potrebbero pensare che i corsi servano insegnare come coprire eventuali e abbastanza certi, casi futuri. Si perché bisogna ricordare, sempre da quello che scrivono le agenzie, oltre che alle accuse e agli esposti di Rete L’ABUSO, in questo caso lo scrive oggi a pagina 23 La Repubblica , i sacerdoti indagati sono 7, su circa 60 nella Diocesi di Savona che fanno quasi il 12% e al momento la magistratura ne ha condannati solo 2, e gli altri 5 dove sono?

Di alcuni il vescovo di Savona Vittorio Lupi, oltre alle denunce dell’associazione ha ascoltato anche le vittime (prescritte) e sacerdoti che confermano le denunce delle stesse vittime, ma non ha preso alcun provvedimento preventivo nei confronti dei minori che frequentano quelle parrocchie.

Non sono certo io a poter dire che questa è una delle più fantastiche BUFALE fatte bere alla stampa italiana dal clero, ma guardando i fatti vedo decine di vittime abbandonate dall’ente  che si è reso complice degli abusi, (La chiesa savonese),abbiamo delle vittime, un patteggiamento dove il pedofilo ammette anche gli abusi prescritti e lamenta che la chiesa savonese non lo ha mai aiutato ad affrontare il problema, oltre all’iscrizione nel registro degli indagati di uno dei vescovi che hanno coperto questi criminali pedofili.

Dall’altra parte vedo la Diocesi savonese che fa dei corsi, di cui il programma non è noto, le date sconosciute,  ai quali le vittime non possono partecipare, ma che vengono proposti in modo truffaldino come “All’avanguardia”.

Non vedo interventi di aiuto nei confronti delle vittime ma bensì una serie di ritorsioni nei loro confronti, attuate proprio dallo stesso vescovo Lupi. Licenziamenti di vittime che hanno testimoniato, sfratti o isolamento dalle attività legate al clero, rifiuto da parte della Diocesi a dare qualunque forma di sostegno a queste persone.

Un’intera campagna propagandistica che si basa su nulla di fatto, una Diocesi quella di Savona, che si riempie la bocca sul nome di terzi come Cismai e don Fortunato Di Noto, ma che ignora le proprie responsabilità."

com. Francesco Zanardi - Portavoce "Rete L'abuso"

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