"Ci chiediamo che fine abbia fatto il progetto, o meglio la promessa elettorale, del Polo Scolastico per il Liceo G.Bruno Ingauno che avrebbe potuto accogliere anche l’Itis di Campochiesa.
Come sempre le opere di interesse pubblico e gli investimenti sulla Scuola Pubblica, sull’Istruzione, sul presente e sul futuro dei giovani sono esclusivamente piatti prelibati per le campagne elettorali, per le promesse che mai verranno mantenute perché non abbastanza remunerative. Ci fosse la possibilità di dar vita a qualche bella speculazione edilizia probabilmente sarebbe già stato fatto e inaugurato.
Al tempo stesso, mentre tutto tace sul fronte del Polo Scolastico Pubblico o si muovono solo polemiche tra uffici e cariche da ridicolo teatrino (come il gioco dello scaricabarile tra l’Assessore provinciale Schneck e la zarina-sindaco di Albenga Rosy Guarnieri, la leghista di trinacria partigiana del Senatur, il “duro e puro” con i soldi di “Roma Ladrona” e dei militanti leghisti) si annuncia tra mille felicitazioni la prossima inaugurazione del Polo Scolastico Diocesano dimostrando come, se a volere un opera simile è la Curia, per incrementare i suoi profitti e privilegi, gli intoppi burocratici vengono scavalcati con rapidità incredibile.
Una bella dimostrazione delle priorità di tutte le Amministrazioni che si sono susseguite: Scuola privata e cattolica avanti a vele spiegate, Scuola pubblica (e come dovrebbe essere, laica) sommersa tra mille parole e promesse ma accantonata sotto montature burocratiche perché non profittevole.
Questa sarebbe la lungimirante gestione dell’interesse pubblico? Questa sarebbe la difesa del diritto ad un’istruzione pubblica, laica, efficiente e gratuita dell’enorme bacino studentesco che potrebbe accogliere il Polo Scolastico Ingauno?
Si parla sempre di sprechi della pubblica amministrazione, della necessità di tagliare il Welfare State e l’istruzione pubblica ma quando si tratta di investire, proprio per ridurre quegli sperperi, ci si nasconde dietro promesse e vuote diatribe.
Immaginate cosa si potrebbe evitare con un Polo Scolastico al posto di un liceo disperso in 4 plessi in tutta la città (Viale Pontelungo, Via Dante, Piazza delle Erbe e Campolau): inevitabili dispersioni, spese per comunicazioni tra plessi, spese per spostamenti, difficoltà di gestione e coordinamento enormi, assenza di un auditorium che possa accogliere assemblee studentesche e eventi organizzati dall’Istituto, palestre fatiscenti, aule pollaio, laboratori non raggiungibili a tutti e strumentazioni costrette ad essere divise o difficilmente condivisibili a causa della dispersione in tutta la città, corse da una parte all’altra della città dei docenti per non perdere il cambio dell’ora, un’ambiente che rende difficoltosa la formazione di uno spirito di appartenenza alla stessa comunità scolastica.
La lista degli sprechi e delle difficoltà cui sono costretti docenti, studenti e personale amministrativo potrebbe essere infinita, ma questo non è abbastanza, almeno per gli amministratori, per comprendere l’emergenza di un Polo Scolastico che possa valorizzare l’eccellenza rappresentata dal Liceo G. Bruno per il Comune di Albenga.
Per questo è inaccettabile il gioco portato avanti da Provincia e Comune nello scaricarsi le colpe a vicenda, tanto più che ora i terreni su cui dovrebbe sorgere, l’ex-Caserma Turinetto, sono passati a titolo gratuito nelle mani del Comune, una bella svolta, che non pare voler essere sfruttata per accelerare i tempi. Si era promesso un tavolo tra Provincia e Comune entro fine Gennaio 2012, l’ennesimo tavolo per le chiacchere che non portano a nulla, e non si ha più avuto notizia nemmeno di quello.
E’ l’ennesima dimostrazione di come la gestione dell’istituzione comunale sia sfruttata non per l’interesse collettivo, dei cittadini ingauni e dei lavoratori di Ablenga e dei loro figli; essa diviene solo lo strumento per pochi privilegiati che possono sedersi sulle poltrone, succhiare un po’ di denaro pubblico, dispensare e scambiarsi favori, giocare con i PUC e con gli appalti pubblici, cementificare dove è remunerativo e dove interessa ai poteri forti locali e non.
Sarebbe infatti curioso vedere, o riuscire a comprendere (cosa quasi impossibile), con quanti soldi pubblici si sia fatto il Polo Diocesano Privato. Infatti nonostante la Costituzione stessa (l'Art. 33 della Costituzione italiana, 3° comma) sancisca che l’Istruzione Privata non debba essere un’onere per le casse pubbliche, costantemente vengono rinnovati finanziamenti statali al limite della legittimità (permessi da interpretazioni legislative servili sia di governi del centrosinistra che di centrodestra), a cui si aggiungono 5x1000, 8x1000 e meccanismi truffaldini all’interno della stessa applicazione dell’8x1000 per tutti gli importi cui non viene esplicitamente dichiarata la destinazione, Oneri di Urbanizzazione Secondaria che i Comuni girano alla Chiesa Cattolica e alle sue organizzazioni collaterali, esenzioni da tassazione e così via. Un bel fiume di denaro pubblico che invece di essere utilizzato per l’Istruzione Pubblica viene dirottato a chi privilegi e fondi ne ha già abbastanza e non smette mai di volerne altri.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori saremo sempre a fianco della difesa e del potenziamento della Scuola e dell’Università pubbliche, perché siano efficienti, laiche, democratiche, gratuite e di qualità, non attaccati e abbandonati come un costo o una voce di bilancio ma valorizzati in quanto fondamento di una società migliore, equa e giusta."