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Attualità | 02 aprile 2012, 13:55

"Cosa vogliono questi grillini?"

"Cosa vogliono questi grillini?"

Sembra che nel consiglio comunale savonese un gruppo di moralisti ipocriti abbiano scambiato la politica ed il governo della città per qualcosa d'inscindibile da comportamenti seri, moralmente accettabili, insomma un esempio di politica pulita.

Un gruppo di bacchettoni ipocriti che pretendono decenza nelle decisioni politiche e una sorta di disciplina che sembra essersi persa nel tempo. Per questo hanno creato, a dire dei colleghi consiglieri, “un clima politico insopportabile”.

Da quando, infatti, ci sono i consiglieri della Lista Cinque Stelle, a Savona, sembra proprio essersi accanita una sorta di “sf…ortuna istituzionale”. Una perizia per l’acquisto di un campo da hockey, ingiustificatamente gonfiata nella stima da un consulente fidato che a spese dell’amministrazione favoriva, di fatto, un Ente privato, la Curia, a spese di quello pubblico: il Comune.

La pubblicazione di una pubblica registrazione, dove un consigliere si lagnava col presidente di una commissione che non guadagnava abbastanza e quindi avrebbe convocato riunioni “fasulle” per aumentare il suo “stipendi etto” a spese dello Stato e, poi, due consiglieri formati, in perfetta incompatibilità istituzionale, per diventare ausiliari del traffico comunale.

Tanto, troppo, solo in pochi mesi.

Il Sindaco messo, più di una volta, in serio imbarazzo, e più di una volta preso alla sprovvista, ha dovuto rilasciare dichiarazioni e prendere decisioni non sempre facili e spesso poco credibili. Gli altri consiglieri, passati da silenzi imbarazzanti a dichiarazioni inquietanti, hanno testimoniato lo scarso  stato di salute della pubblica amministrazione e  della classe politica savonese. 

Cosa vogliono questi “grillini”? Che esagerati!…. o meglio “E’ tutta una montatura!” infastiditi hanno dichiarato ai quotidiani.

Alla luce dei fatti, però, non devono trattarsi proprio di montature perché, immediatamente, il capogruppo del Pd, Nanni Carlevarino, denunciando una psicosi che sembra aver contagiato molti politici savonesi, si dichiara “prossimo perseguitato dai grillini”. Lui sa, infatti, che come membro del Consiglio Comunale e capogruppo di un partito di maggioranza, è incompatibile, se non eticamente imbarazzante, poter concorrere con l’impresa di cui è presidente, (la cooperativa Bazzino), per la costruzione di un albergo da 57 camere nella fortezza del Priamar. Nel bilancio comunale sono stati stanziati 450.000 euro, solo per iniziare a rimettere in piedi la struttura ricettiva, che evidentemente non saranno sufficienti e che il Comune dovrà mettere in gara.

Carlevarino, capogruppo-imprenditore, si è subito proposto nella cordata con la sua coop-impresa. “Sarò io il prossimo perseguitato, nella campagna di veleno, per incompatibilità che, di fatto, non ci sono!” sentenzia. La stessa mancanza d’incompatibilità che lo stesso giorno sembrava rigettare Giorgio Sambin, assessore allo sviluppo economico della Provincia, di cui il Comitato Uniti per la salute, denuncia il conflitto d’interesse nella questione “centrale a carbone”.    

E’ una montatura.” Dichiara Sambin” che non avverte alcuna incompatibilità nel fatto che la ditta Sambin, di proprietà del padre e dello zio e dove lui stesso è consulente, abbia avuto un appalto di più di 4 milioni di euro per opere di manutenzione dalla Tirreno Power di Vado. "Dovevamo mandare a casa 45 lavoratori solo perché io sono diventato assessore? Si rasenta il ridicolo. "E’ vero si rasenta il ridicolo se si pensa che le stesse motivazioni le adducesse anche l’ex presidente del Consiglio, quando era colpito dalle stesse accuse.

Nulla di ridicolo, invece, hanno le fondate accuse degli oppositori all’ampliamento della centrale, e i loro dubbi sulla mancanza di tutele da parte di un Ente coma la Provincia che sembra perorare senza se e senza ma , la realizzazione del progetto e che oggi si lega negli interessi, proprio ad un’assessore che dovrebbe tutelare prima il territorio e la salute dei cittadini. La spregiudicatezza sul comportamento di alcuni politici- affaristi sembra, oggi, mascherarsi con la giustificazione del lavoro.

Quel lavoro con la L maiuscola sul quale doveva fondarsi la nostra Repubblica, oggi diventa merce di scambio con la salute di lavoratori e dei cittadini, merce di scambio sulle mancate tutele in fatto di controlli che le stesse Amministrazioni dovevano fare, giustificazione di comportamenti non sempre irreprensibili di chi attraverso la politica cura i suoi interessi. Tutte scuse per chi ha dimenticato la decenza e per chi lo copre.  Non si specula sul lavoro e nessuna speculazione lo garantirà.

E’ vero di lavoro si muore e di questi tempi purtroppo fa notizia. Ma chi muore di lavoro o chi sta soffrendo per la sua mancanza, soffre per un sopruso, per la mancanza di un diritto che tutti dovrebbero avere, lontano dagli atteggiamenti di chi si arrangia, dai prepotenti , dagli affaristi che sfruttano i loro privilegi, usando questa sofferenza, senza neanche provare vergogna. Forse la mancata riprovazione ha permesso che alcuni atteggiamenti fossero troppo tollerati, giustificati proprio da quella classe politica che era conscia che l’occasione avrebbe potuto condizionare, prima o poi, tutti.

La condivisione del “mal comune” tra la classe politica ci ha reso vittime consapevoli di una società ingiusta, dove bisognava subire quella piccola o grande disonestà imperante, perché era venuto a mancare un’ideale, un disegno politico, un Dio senza il quale tutto era permesso.

Oggi si grida alla montatura, quindi, all’esagerazione di chi sta organizzando un clima infernale, perché ha solo l’ambizione di voler tornare alla ragione, di fare in modo che si correggano gli errori, che non sia più la disinvoltura alla base delle operazioni amministrative, e che fare politica e soprattutto amministrare non voglia dire potere indiscusso, onnipotenza, privilegio sociale, impunità. Forse, con l’aiuto di chi si sta battendo per questo, si riuscirà a uscire in qualche modo da quel senso di smarrimento in cui vivono gli onesti, quelli che convivono giornalmente in un paese schizofrenico, dove si parla di lotta all’ingiustizia e alla corruzione e si proteggono coloro che, senza vergogna e con protervia curano, attraverso il proprio incarico, i loro personali interessi.  Coloro che minimizzano, deridono, accusano chi implacabilmente li “perseguita”, cercando anche  approvazione per il loro operato.

Così alla stessa maniera di chi un tempo rubava, ma lo faceva  per il partito, oggi  rifiutano l’evidente conflitto d’interesse e l’incompatibilità con il loro ruolo pubblico, dichiarando che non lo fanno per sé stessi , ma per gli altri.  Bene, se così è, sarà salutata con apprezzamento la decisione, ventilata dal consigliere Carlevarino a dimettersi in modo da operare onestamente e senza pregiudizio nei confronti del lavoro della sua impresa.

E bene farebbe l’assessore provinciale Sambin a imitarlo.     

Antonia Briuglia - www.truciolisavonesi.it

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