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Attualità | 28 marzo 2012, 18:00

Legambiente presenta Comuni Rinnovabili 2012. L'atlante delle fonti pulite nel territorio italiano

Quattrocentomila impianti distribuiti tra 7986 Comuni. Il 26,6 % dei consumi elettrici coperto dalle fonti rinnovabili nel 2011

Legambiente presenta Comuni Rinnovabili 2012. L'atlante delle fonti pulite nel territorio italiano

Nel 2011 gli impianti da fonti rinnovabili nel territorio italiano sono aumentati in maniera impressionante e sono diffusi oggi in oltre il 95% dei Comuni. Cresce fortemente anche la produzione di energia pulita, che ha contribuito lo scorso anno per il 26,6% dei consumi elettrici. Dal 2000 a oggi 32 TWh da fonti rinnovabili si sono aggiunti al contributo dei “vecchi” impianti idroelettrici e geotermici, grazie a oltre 400mila impianti di grande e piccola taglia, elettrici e termici, che da nord a sud, dalle aree interne ai grandi centri e con un interessante e articolato mix di produ­zione da fonti differenti rappresentano oggi un caposaldo del bilancio energetico italiano. La crescita dei Comuni dotati di impianti puliti è stata costante nel tem­po - erano 6.993 nel 2010, 3.190 nel 2008 – ma è significativo che aumenti la diffusio­ne per tutte le fonti, dal solare all’eolico, dalle biomasse alla geotermia, all’idroelettrico. La novità forse più rilevante è rappresentata da una generazione sempre più distribuita, che ribalta completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti e agli oligopoli.

E’ questa la fotografia dell’energia verde in Italia scattata dal rapporto Comuni Rinnovabili 2012 di Legambiente, realizzato con il contributo di GSE e Sorgenia e presentato oggi a Roma nella sede del GSE, alla presenza del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, di Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente, Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, Emilio Cremona, presidente GSE, Nando Pasquali, amministratore delegato GSE, Guido Bortoni, presidente Autorità per l’energia, Simone Togni, presidente ANEV, Massimo Orlandi, amministratore delegato Sorgenia, Sara Romano, direttore generale per l’energia Ministero dello Sviluppo Economico, Francesco Ferrante, senatore, Commissione ambiente.  

“La diffusione delle fonti rinnovabili sta cambiando lo scenario energetico nel nostro Paese con una velocità e dei risultati impensabili solo pochi anni fa. Grazie a questi impianti abbiamo ridotto le importazioni di fonti fossili e la produzione da impianti inquinanti. Ora è il momento di dare certezze a questa prospettiva, puntando su un modello sempre più efficiente, distribuito, rinnovabile - ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente e responsabile energia di Legambiente -. Non sono consentiti ulteriori e incomprensibili ritardi da parte del governo nell’emanazione dei decreti di incentivo alle rinnovabili termiche ed elettriche, e serve anche più coraggio per spingere la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Del resto, sono proprio i comuni rinnovabili il migliore esempio della direzione da seguire per un paese come l’Italia, che continua a importare oltre il 93% delle fonti fossili che brucia per produrre energia. In queste realtà le rinnovabili hanno permesso di creare nuovi posti di lavoro, portato servizi, riqualificato edifici e creato nuove possibilità di ricerca applicata oltre a maggiore benessere e qualità della vita. La prospettiva a cui guardare è quella dell’autonomia energetica di edifici, quartieri e ambiti territoriali, unita a un fortissimo potenziamento e integrazione delle reti elettriche. I numeri e le esperienze presentate oggi dimostrano come gli obiettivi fissati dall’Unione europea per l’energia e il clima al 2020 siano assolutamente raggiungibili, ma anche come la green economy rappresenti la chiave più efficace per uscire dalla crisi”.  

Massimo Orlandi, amministratore delegato di Sorgenia ha affermato: “I dati diffusi oggi sono confortanti, perché esprimono l’evoluzione culturale di gran parte dei comuni italiani nei confronti della produzione e dell'approvvigionamento di energia elettrica. Come Sorgenia crediamo di aver dato un buon contributo. Prima di tutto per lo sviluppo della generazione distribuita con il progetto Sole Mio, che sta consentendo a migliaia di famiglie e piccole imprese di avere energia dal sole senza alcuna spesa, e con risparmi consistenti in bolletta. Poi con le nostre iniziative di divulgazione e informazione, oltre che con i prodotti e servizi per migliorare la cultura dell’efficienza e del risparmio energetico. La generazione distribuita, le fonti rinnovabili, l’utilizzo intelligente delle risorse sono il modo migliore per pensare subito al nostro futuro. Sorgenia è al fianco dei comuni virtuosi che hanno compreso l’importanza di lavorare su scelte energetiche coerenti con il benessere dei loro cittadini, e continuerà a lavorare per affermare la necessità di una corretta sensibilità verso i temi dell’energia”.  

I numeri del rapporto. Sono 23 i Comuni 100% rinnova­bili, quelli che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. In queste realtà, un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento coprono interamente (e superano) i fab­bisogni elettrici e termici dei cittadini residenti. La classifica premia proprio la capacità di sviluppare il mix più efficace delle diverse fonti, e non la produzione assoluta, perché la prospettiva più lungimirante e vantaggiosa per i territori è rispondere alla domanda di energia valorizzando le risorse rinnovabili presenti. Se si considera solo il fabbisogno elettrico, i Comuni sono, invece, 2068. I Comuni del solare in Italia sono 7.837, un numero in crescita (erano 7.273 nel censimento dello scorso anno) che evidenzia come con il sole si produca oggi energia nel 95% dei Comuni. Spetta a Meleti (in provincia di Lodi) e a Marradi (in provincia di Firenze) il record di impianti sui tetti. I Comuni dell’eolico sono 450. La potenza installata (6.912 MW) è in crescita, con 950 MW in più rispetto al 2010.Questi impianti, se­condo i dati provvisori di Terna, hanno consentito di produrre 10,1 TWh nel 2011, pari al fabbisogno elettrico di oltre 4 milioni di famiglie. Sono 346 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico, poiché si produce più energia di quanta se ne consu­ma. I Comuni del mini idroelettrico sono 1.021. Il Rapporto prende in conside­razione gli impianti fino a 3 MW. La potenza totale installata nei Comuni italiani è di 1.121 MW ed è in grado di produrre ogni anno oltre 4,4 TWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 1,7 milioni di famiglie. I Comuni della geotermia sono 334, per una potenza installata pari a 962,9 MW elettrici, 147,4 termici e 884,7 kW frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2011 sono stati prodotti circa 5,6 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2,2 milioni di famiglie. I Comuni delle bioenergie sono 1.248 per una potenza installata complessiva di 2.117 MW elettrici e 731,7 MW termici ma anche di 50 kW frigoriferi termici.  

I premiati 2012 I premi di quest’anno vanno a Varna (BZ), un Comune al 100% rinnovabile, a Vicchio (FI) per la qualità del suo progetto sulle biomasse, alla Provincia di Roma per l’investimento nella solarizzazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici scolastici. Il Comune di Varna (BZ) copre tutti i fabbisogni energetici delle proprie famiglie attraverso cinque impianti diversi da fonti rinnovabili. Sono 66 quelli fotovoltaici per 3,3 MW complessivi, un piccolissimo impianto mini idroelettrico da 70 kW e un impianto a biogas da 1.140 kW. L’energia termica viene invece prodotta attraverso un impianto a biomasse da 6.500 kW e distribuita attraverso una rete di teleriscaldamen­to. Nel Comune di Vicchio (FI) si sta realizzando un impianto a biomassa forestale da 880 kWt connesso a una mini rete di teleriscaldamento da 850 m a servizio di 12 utenze pub­bliche tra cui il palazzo comunale, la scuola media ed elementare, il teatro comunale, il centro civico, la biblioteca, il museo e la palestra. La biomassa, grazie ad accordi con produttori locali, proverrà per il 50% dal territorio comunale e per l’altra metà da un’area compresa entro i 70 km. Grazie a questo impianto ver­ranno creati nuovi posti di lavoro. La Provincia di Roma sta portando avanti un’esperienza molto interessante di diffusione del solare fotovoltaico sui tetti delle scuole, abbinato al miglioramento dell’efficienza nella gestione degli edifici. Sono stati realizzati 228 impianti fotovoltaici su 183 edifici scolastici, più altri 7 installati su altre strutture, per una potenza complessiva di 2.730 kW. L’obiettivo è di coprire tutte le scuole gestite dalla Provincia e nei prossimi mesi entreranno in funzione altri 60 impianti. Parallelamente, la Provincia ha lanciato una gara per l’affidamento del servizio integrato energia e manutenzione degli impianti tecnologici del pa­trimonio immobiliare, che incentiva il risparmio ener­getico e l’attenzione da parte delle stesse imprese che gestiranno il servizio a intervenire su inefficienze degli impianti e delle dispersioni nella struttura.  

Le prospettive e gli interventi necessari. Tra i risultati più significativi della crescita delle fonti rinnovabili, il primo è la riduzione della produzione da impianti termoelettrici (quella degli impianti più inquinanti), calata di 45TWh tra il 2007 e il 2011. E quindi la diminuzione delle importazioni di fonti fossili dall’estero, in par­ticolare di petrolio e gas, come delle emissioni di CO2, con vantaggi per il clima ma anche economici visto che si riducono le multe dovute al mancato rispetto degli obiettivi di Kyoto. Significativo anche il fatto che cominci a diminuire  il costo dell’energia nel mercato elettrico. Perché la produzione degli impianti a rinnovabili (e in particolare di quelli fotovoltaici che producono energia di giorno, al picco della domanda) permette di tagliare fuori l’offerta delle centrali più costose. Fondamentale è poi, in un periodo di crisi economica, la crescita degli occupati nel settore, con oltre 100mila nuovi posti di lavoro, a cui se ne potrebbero aggiungere 250mila nelle energie pulite e 600mila nel comparto dell’efficienza e della riqualificazione in edilizia.  

Legambiente indica anche nel suo rapporto gli interventi indispensabili per costruire un nuovo scenario energetico. Innanzitutto regole semplici e trasparenti per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili, perché l’incertezza delle procedure è ancora oggi una fortissima barriera alla diffusione degli impianti, sia domestici sia di grande taglia. Al governo spetta il compito di verificare il recepimento da parte delle Regioni delle linee guida per i progetti, per dare certezza agli investimenti e garanzie per la tutela del territorio. Sono necessari, poi, investimenti per il potenziamento della rete elettrica, le Smart grid e anche lo stoccaggio dell’energia elettrica in modo da aiutare la distribuzione distribuita. Serve, inoltre, uno scenario certo per gli incentivi alle rinnovabili fino al 2020: una loro progressiva riduzione che consenta tuttavia alle diverse tecnologie di raggiungere la grid parity (quando cioè il costo di produzione dell’energia da fonti rinnovabili e il costo d’acquisto dell’energia dalla rete si equivarranno). Serve che il governo approvi i decreti attuativi con gli incentivi per le rinnovabili termiche ed elettriche (fotovoltaico escluso) previsti dal decreto legislativo 28/2011; per poi introdurre nuovi strumenti che premino tutti coloro che si rendono autonomi dalla rete attraverso impianti rinnovabili ed efficienti. Proprio l’efficienza rappresenta il pilastro principale di una nuova politica energetica e la strada più semplice ed economica per ridurre le bollette, spingendo in questa direzione le imprese e muovendo finalmente la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio con nuove politiche e strumenti. Del resto, non vi possono essere scuse, occorre fissare da subito per i nuovi interventi edilizi la classe A di certificazione energetica come minima obbligatoria. Ma soprattutto occorre riqualificare l’edilizia esistente con politiche che tengano assieme obiettivi energetici, ambientali e di sicurezza statica. 

 

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