Il fenomeno della tossicodipendenza a livello locale deve fare i conti con due emergenze. La prima è il cosiddetto “sommerso”. Secondo l'Osservatorio Comprensoriale delle Tossicodipendenze su una persona che si rivolge ai Sert ce ne almeno un'altra che non lo fa. Le causa sono da ricercare nel senso di vergogna dovuto al pregiudizio di entrare in una struttura un tempo frequentata dai cosiddetti eroinomani da Piazza. La seconda ragione è la mancata consapevolezza in particolare da parte dei giovani della propria tossicodipendenza. Si illudono di poter dominare le sostanze quando nel giro di poco o di già hanno preso pieno possesso dei loro interessi e dei loro obiettivi. Per noi dell'Osservatorio ci vorrebbero Centro di Ascolto distaccati dal Sert, che diano mdeno nell'occhio. Degli sportelli gestiti magari dal volontariato che possano rispondere alle richieste di aiuto che se no vengono perse nel vuoto.
“Molte volte poi ci siamo chiesti come un giovane senza particolari problemi finanziari o famigliari, sia ricorso all'uso di sostanze stupefacenti divenendone schiavo ed annullandosi completamente – riflettono i responsabili dell'Osservatorio strumento informativo realizzato dall'Assessorato del Comune di Albenga ai Servizi Sociali. E la risposta che ci siamo dati è che l'avvio verso la tossicodipendenza da parte dei giovani è dovuto principalmente: 1) a patologie congenite nel giovane come la depressione a cui i genitori, vuoi per mancanza di cultura vuoi per trascuratezza, non hanno posto la dovuta attenzione; 2) a forti disagi famigliari a cui non si riesce, con gli esigui mezzi a disposizione a livello di finanziamenti e di organico a fare fronte, prendendosi cura del giovane affiancando genitori che per varie ragioni non riescono”.
Secondo Eraldo Ciangherotti, Assessore ai Servizi Sociali e ideatore dell'Osservatorio, la causa principale che porta il giovane al primo “assaggio” per poi trascinarlo nella rovina finanziaria ed affettiva della “schiavitù” chiamata dipendenza è la mancanza di giusti stimoli che riempano la vita dei ragazzi con obiettivi, valori, comportamenti. In particolare in questo mondo sempre più frenetico e dai rapporti umani sempre più rarefatti. Sottolinea Eraldo Ciangherotti: “Anche in virtù di questa mia riflessione si deve l'apertura del Centro Giovani che è un luogo nel quale i ragazzi possono esprimersi liberamente suonando, giocando insieme, confrontandosi invece di essere spesso vittima di noia ed insoddisfazione avendo come soli “compagni” Tv e Playstation. Ed è proprio per questo che attività come lo scoutismo, il calciobalilla, il gioco del calcio e la nascita di centri di aggregazione giovanili dovrebbero essere potenziate e rappresentare per i giovani una valida soluzione per riempirsi le giornate”.
Per noi dell'Osservatorio è poi di fondamentale importanza che di droga se ne parli in modo costruttivo e costante in particolare nelle scuole (addirittura dedica un'ora la mese affrontando l'argomento non in modo cattedratico ma mettendosi alla pari con i ragazzi e portando testimonianze di chi nel tunnel c'è passato e poi fortunatamente ne è fuoriuscito, a partire dalle scuole medie.